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 2014  ottobre 12 Domenica calendario

SPORT > SETTE GIORNI DI CATTIVI PENSIERI L’AGLIO MOTIVA BONUCCI MA L’ALITO NON FA IL MONACO GIANNI MURA RISVOLTI di una partita: Juve- Roma

SPORT > SETTE GIORNI DI CATTIVI PENSIERI L’AGLIO MOTIVA BONUCCI MA L’ALITO NON FA IL MONACO GIANNI MURA RISVOLTI di una partita: Juve- Roma. Interrogazioni parlamentari. Il pd Miccoli si spinge ad affermare che gli investitori stranieri non vengono in Italia per l’arbitrarietà di sentenze che macchiano il buon nome dell’Italia. Sarà, non si può escludere. Chi sono io per discutere le certezze del signor Miccoli? La mia idea è che gli investitori stranieri non vengono da noi per un sacco di ragioni (la prima è che non siamo ancora abbastanza poveri), ma il fatto che la politica sia in mano anche a persone come Miccoli è un deterrente non dei minori. A margine. All’alba del giovedì precedente la partita Vidal viene pizzicato in una delle classiche notti brave. La Juve lo multa di 100mila euro. E poi non si deve dire che è un mondo a parte, il calcio. Il risvolto più interessante l’ho trovato su Tuttosport e riguarda l’autore del 3-2, Bonucci. Viene intervistato il trevigiano Alberto Ferrarini, che nella vita gestisce un’autoscuola ma nel calcio è motivatore. Lo è stato di Toldo e Gilardino, lo è di Bonucci. Si sono conosciuti nel 2008, quando Bonucci faceva panchina nel Treviso. A quei tempi, dice il motivatore, «per fargli superare il peso di giudizi e fischi sono arrivato anche a insultarlo e a mollargli dei pugni, chiudendolo nella mia cantina». Perché, riassumo, Bonucci doveva essere come il soldato, sempre sul pezzo. E Ferrarini, ovviamente, era il capitano. Passiamo a tempi più recenti: «Sabato sera abbiamo lavorato tre ore in albergo per preparare la partita». Mi sembrano tantine: il doppio di una partita, più di una lezione tattica dell’allenatore. E poi? «Finito il nostro lavoro ho dato a Leonardo delle caramelle all’aglio. Prodotti naturali, immangiabili. I soldati centinaia di anni fa mangiavano l’aglio per mantenersi forti, sani e lucidi in battaglia. Leo è un soldato, e mangiando quelle caramelle è come lo avessi fatto tornare alle sue origini». In effetti l’aglio era anche nell’alimentazione degli schiavi che costruirono le piramidi in Egitto. Non piaceva a Maometto e non piace a Berlusconi. Piace agli spaghetti, con olio e peperoncino. Shakespeare raccomandava agli attori di non mangiarne. Ma, dopo che Bonucci è tornato alle sue origini di soldato, c’è altro? Sì. «Gli ho detto anche di alitare in faccia a Gervinho e a Totti. La cosa più importante è stato il raggiungimento dell’obiettivo: la vittoria». Sull’argomento Bonucci, che già s’era segnalato twittando, non ha fiatato. Morale: l’alito non fa il monaco. Riflessione: e poi stiamo a discutere sulle decisioni di Rocchi, sulla moviola, sul 4-2-3-1, sui blocchi in area, sui brocchi in campo. Colonna sonora (sulle note di “Luglio”, Riccardo Del Turco, 1968): “L’aglio/funziona come un maglio/che gli altri butta giù/L’aglio/ti salva dallo sbaglio/ non ne commetti più/ (u-uu ad libitum). L’aglio/non c’è niente di meglio/se vuoi vincere un match/ L’aglio/è un magico miscuglio/ma può portare al catch”. Porterà la moviola a bordocampo Juve- Roma con quel che è seguito? A me pare un ottimo spot per non portarcela. Due chiamate a testa le due squadre se le sarebbero giocate già nel primo tempo, e senza definitive certezze. L’unica è che il rigore di Maicon non era rigore, e si poteva stabilirlo a occhio nudo. Ma tutto va avanti: agli europei di pingpong a Lisbona la pallina in plastica ha mandato in soffitta la pallina in cellulosa. A quella di plastica si può imprimere una minore rotazione e (da SportWeek) “meno spin implica maggiore facilità di risposta e quindi scambi più lunghi. Saranno favoriti i giocatori più atletici”. Tanto per cambiare. Uno che non cambia idea è Tavecchio. Intervistato in tribuna a Palermo, ha detto che la sanzione inflittagli dall’Uefa non danneggia l’immagine del calcio italiano. Certamente: segnala la sua peculiarità. Quanti possono vantarsi di avere un presidente federale sospeso sei mesi dall’Europa per frasi razziste? Noi, modestamente, ce l’abbiamo. E siamo colpiti dall’assenza di ogni senso di responsabilità, assenza molto diffusa. A Napoli l’episodio del ragazzo seviziato perché grasso è atroce ma forse sono più atroci le reazioni delle famiglie dei tre seviziatori, tutti bravi ragazzi, volevano solo fare uno scherzo, che ne sapevano loro? Ora, è vero che in certi quartieri di certe città lo Stato non c’è, non c’è lavoro, ma nemmeno c’è più quel minimo di pietas che teneva unita la povera gente, quel rispetto che la rendeva solidale nel bene e nel male. C’è solo la legge del branco e qualcuno più debole da colpire e riprendere, naturalmente, col telefonino. Ogni giorno guardiamo lo smartphone (chi ce l’ha) 214 volte, per complessive 3 ore e 16 minuti, inchiesta pubblicata dal Daily Mail e ripresa dal Corsera. Chissà come fa Lotito, che ne ha 5 o 6. Ma stavolta lo voglio ringraziare, Lotito. Entrando in Lega ha detto ai giornalisti: «Siete una categoria non apprezzabile». Non è scivolato su frasi più pesanti, dallo scontato “siete una categoria di merda” (applausi dal fondo e tessera ad honorem spedita da Grillo) al più trasteverino “m’avete rotto er cazzo”. Categoria non apprezzabile, di questi tempi, è quasi un buffetto, un mazzo di fiori. Alla categoria, data d’iscrizione 26 luglio 2004 precisa il Messaggero, albo dei pubblicisti, risulta appartenere anche Lotito. Qualcuno gli ha chiesto di restituire la tessera, per coerenza. A me piacerebbe di più sapere come l’ha avuta. © RIPRODUZIONE RISERVATA