Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  ottobre 12 Domenica calendario

LE SCELTE DEI PARTITI

Pizzarotti, un alieno al Circo Massimo “Ci serve un candidato” ma è gelo con Di Maio
ANNALISA CUZZOCREA
I PROTAGONISTI DEL CIRCO MASSIMO A CINQUESTELLE
Da sinistra, il fondatore del Movimento Gianroberto Casaleggio, il sindaco di Parma e dissidente Federico Pizzarotti e il leader Beppe Grillo mentre arringa gli attivisti del Circo Massimo dall’alto di una gru. È la “sorpresa” del comico genovese a metà della kermesse romana dei grillini
ROMA .
Indossa una camicia azzurra e un sorriso, Federico Pizzarotti. Per tutto il giorno, non smette di rispondere alle domande e di stringere mani. Parla con giornalisti e militanti. Soprattutto, con chi viene a contestarlo. «Non devi dire quelle cose ai giornali!», gli urla un uomo con addosso la t-shirt del Movimento. «E dove le dico?», ribatte placido. «Sarei contento di farlo qui, ma di momenti come questo ce ne sono uno ogni tre anni. È un po’ poco».
Finge di non notare il gelo dell’organizzazione, il sindaco di Parma. «Non ho visto Grillo e Casaleggio, sono passati prima che arrivassi. Se vengono, io sono qui». Andare a cercarli no: «Che faccio? Suono il campanello? ». E sul palco che non gli è stato concesso: «Basta, non è certo quello il mio problema». Chi si è ritrovato al gazebo accanto è il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin. «Abbiamo scherzato, più tardi faremo un incontro, perché è difficile vedersi, scambiarsi il vissuto di tutti i giorni». Luigi Di Maio passa rapido, la stretta di mano a favore dei cronisti è inevitabile. «Caldo, eh», dice - in giacca blu sotto un sole estivo - il vicepresidente della Camera. «Mi sa che oggi hai più caldo tu», risponde lui. Niente di più che una battuta sul tempo, e l’imbarazzo di chi avrebbe molte più cose da dire.
La moglie Cinzia tiene a bada taccuini e telecamere, si arrabbia con chi cerca di evitare la ressa andando a cercarlo sul retro. «Nel Movimento sono entrati insieme - racconta chi li conosce da anni - lei bastona tutti, è bravissima, peccato non averla potuta candidare». Lui mette su il volto di chi non vuole polemiche, ripete un milione di volte - ridendo - «sono sereno ». Eppure, non arretra di un passo. Dice chiaro che se si andasse presto ad elezioni «non si può fare come l’altra volta, servirebbe un candidato premier per dare una credibilità al progetto ». «Non io», si schermisce subito, «io faccio il sindaco, uno dei mestieri più difficili e belli che ci sia». E però, un’organizzazione prima o poi bisognerà darsela: «Lo scheletro del Movimento c’è già, si vede, anche qui ci sono delle persone che hanno dei ruoli. Ecco, quei ruoli devono essere chiari, espliciti, bisogna capire con chi parlare ». Tutto questo non vuol dire sottostare a una gerarchia. E serve per passare dall’ideologia dell’opposizione alla concretezza del governare. «Quando si è al potere bisogna essere concreti. Non tutto quello che promettiamo è possibile farlo, bisogna avere il coraggio di dirlo, spiegarne le ragioni. Fare tetti fotovoltaici su tutte le palestre vuol dire poterselo permettere ». E quindi, «servono dei luoghi in cui si decida come andare avanti, in cui far emergere le battaglie che merita sostenere ». Quello a cui pensa lo spiega bene il suo capogruppo in comune, il ventottenne Marco Bosi: «Sono necessari dei coordinamenti a livello regionale, e poi tra i sindaci. Quando Federico ha parlato del Movimento che ha le persone, ma non le idee, si riferiva all’Emilia: lì ci sono le liste pronte per le elezioni, ma non c’è un programma. Servono dei luoghi dove scrivere insieme questi programmi».
«Vieni a Roma Pizzaro’, salvaci », gli urla una militante di passaggio. Mentre il candidato sindaco a Venaria Reale, in provincia di Torino, va a chiedergli consigli. E un vecchietto gli si avvicina per stringergli la mano: «Ho 88 anni, e sono venuto qui per te. Ti hanno fatto una bastardata, ma i voti così si perdono». Il vecchietto vota Sel. Lui non fa una piega: «Devo convincere quelli che non ci votano, non quelli che ci votano già. Non serve a niente cantarcela e suonarcela tra noi».
Nonostante l’ottimismo, l’incontro con i sindaci e gli amministratori che i suoi avevano provato ad organizzare sul palchetto dei parlamentari salta. Lo hanno tenuto segreto fino all’ultimo, temevano sabotaggi, e sarà un caso, ma i deputati vanno lunghi con gli interventi e alla fine è troppo buio per uno speaker’s corner improvvisato senza luci. Ci riprovano stamattina. Il tema è «come passare dalla minoranza alla maggioranza, cosa fare quando dall’opposizione si va al governo». L’unica certezza, è che ai capi sul palco grande non piacerà.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
FOTO:ANSA