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 2014  ottobre 12 Domenica calendario

Se lasciate sempre il piatto pulito rischiate di mangiare quasi il doppio del necessario Siete anche voi amanti della “scarpetta” e per questo membri onorari del “Club del piatto pulito”? Non temete, siete in ottima compagnia: una ricerca del Food and Brand Lab della Cornell University ha da poco dimostrato che in media gli adulti mangiano quasi tutto ciò che mettono nel piatto

Se lasciate sempre il piatto pulito rischiate di mangiare quasi il doppio del necessario Siete anche voi amanti della “scarpetta” e per questo membri onorari del “Club del piatto pulito”? Non temete, siete in ottima compagnia: una ricerca del Food and Brand Lab della Cornell University ha da poco dimostrato che in media gli adulti mangiano quasi tutto ciò che mettono nel piatto. Un “Club del piatto pulito”, appunto, di cui fa parte la maggioranza delle persone più o meno ovunque: Katherine Abowd Johnson, l’autrice dello studio, ha infatti perlustrato circa 1200 ristoranti di 15 diversi Paesi di tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla la Finlandia, fino alla Corea e Taiwan, valutando ciò che avanzava nei piatti dei commensali. Scoprendo che dappertutto, senza distinzioni né di cultura né di sesso, gli adulti spazzolano il 92 per cento di quello che c’è nel piatto. Una tendenza incoercibile, dimostrata anche da un esperimento condotto con una speciale scodella di zuppa “senza fondo”, riempita continuamente, ma impercettibilmente, di cibo attraverso un tubicino nascosto alla base della ciotola: gli inconsapevoli commensali a cui è toccata la stoviglia senza fondo, pur di ripulire la scodella, hanno mangiato il 73 per cento di zuppa in più rispetto agli altri. Che sia colpa delle innumerevoli esortazioni a finire quel che c’è nel piatto che molti, da piccoli, si sono sentiti fare dai genitori? Non è certo, ma di sicuro questa è una pessima abitudine, perché un altro studio del Food and Brand Lab ha dimostrato come i piccoli continuamente spronati a ripulire il piatto finiscano poi per essere più “mangioni”, tanto da consumare quasi il doppio del cibo rispetto a chi è lasciato più libero di far avanzare qualcosa quando si sente sazio. Perché in fondo tutto sta proprio nel migliorare la nostra capacità di “ascoltarci” e capire quando non abbiamo più fame. Ristorante a parte, nella maggioranza delle occasioni siamo noi stessi a servirci le pietanze che mangeremo, perciò, come spiega Johnson: «Sapendo che probabilmente finiremo tutto, dovremmo essere più attenti alle porzioni, chiedendoci quanto appetito abbiamo realmente». «Bisogna anche dire — sottolinea Johnson — che non sempre i piatti osservati nello studio in giro per il mondo erano stracolmi, soprattutto quando erano i commensali a servirsi da soli. Insomma, gli adulti spesso finiscono tutto perché già prima di mettersi a tavola sanno quanta fame hanno o che cosa vorranno mangiare. Non a caso il “club del piatto pulito” è assai meno affollato di membri sotto i 18 anni: abbiamo verificato che bambini e ragazzi mangiano in media solo il 59 per cento di ciò che c’è nel piatto, perché spesso non apprezzano tutti i cibi che scelgono al ristorante o perché, servendosi da soli, non sono perfettamente consapevoli di che cosa piacerà loro davvero». Ciò che più conta è ascoltare la propria fame, senza aver paura di lasciare qualcosa se la porzione del ristorante è eccessiva e, a casa, aiutandoci con piccoli trucchi che riducono automaticamente quel che mettiamo nel piatto: usare stoviglie piccole, ad esempio, ci porta a servirci quantità minori di cibo, mentre con quelle grandi inevitabilmente finiamo per abbondare. «Il cibo dovrebbe occupare i tre quarti del piatto: è questa la “misura “ che dobbiamo vedere per sentirci soddisfatti — spiega la ricercatrice — . Si stima inoltre che circa il 20 per cento del pasto potremmo farlo avanzare senza per questo sentirci poco sazi: usare piatti di dimensioni contenute e riempirli all’80 per cento di quanto ci verrebbe spontaneo è, perciò, molto utile per limitare le porzioni, riducendo l’eccesso di cibo quasi senza accorgersene». Un obiettivo sacrosanto, visto che, stando ai dati raccolti dal National Center for Chronic Disease Prevention and Health Promotion statunitense, negli ultimi decenni le porzioni medie sono cresciute tanto da regalare un surplus calorico che può arrivare anche alle 150 calorie per piatto. Alice Vigna