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 2014  ottobre 11 Sabato calendario

VACCHI, L’IMPRENDITORE CHE PARLA DA FIOM

Da una patrimoniale non si può scappare. Abbiamo una condizione del bilancio statale che non può non contemplare una patrimoniale. Il grande dramma economico è la delocalizzazione delle imprese. È necessario redistribuire la ricchezza ed è indiscutibilmente necessario migliorare la qualità di vita di chi lavora”. Questa frase pronunciata con toni autorevoli e perentori nell’ultima puntata di Servizio Pubblico, su La7, non è di Maurizio Landini, né di un esponente della sinistra. Si tratta di Gianluca Vacchi, 47 anni, imprenditore e consigliere di amministrazione della Ima Spa, azienda leader mondiale nella produzione di macchine automatiche per il processo e il confezionamento di cosmetici, di tè, caffè e alimentari. In realtà, la società è amministrata dal cugino Alberto Vacchi, presidente di Unindustria Bologna.
“Io sono fortunato, perché in famiglia c’è qualcuno molto più bravo di me a gestire l’azienda – ha confessato l’imprenditore durante la trasmissione di Nicola Porro Virus, su Rai Due – io sono andato fuori a sfogare un po’ la mia vena creativa”. E infatti si è avventurato in scommesse imprenditoriali di vario genere: ha investito milioni di euro nella produzione di camper, ma anche di orologi di plastica e di oblò di lavatrici.
In realtà, Gianluca Vacchi gode di indiscussa fama nella giungla di Instagram (la piattaforma di condivisione di foto e video), dove il suo profilo vanta quasi 145 mila fans che lo seguono. È qui che questo bizzarro dandy, un po’ lillipuziano e adornato di muscoli tatuati, delizia i suoi fan con un caleidoscopio agiografico di foto assortite e di video bizzarri, in cui viene immortalato mentre danza il tip tap o si tuffa in piscina mentre guida una bicicletta in corsa. Lui però non vuole essere definito “eccentrico”: “L’etimologia di questa parola è “ex centro”, ovvero fuori dal centro. Chi ha stabilito qual è il centro? Il problema è il centro, non è il fuori”. Schietto, simpatico, autoironico, piacione (nel suo curriculum amoroso spiccano nomi come Aida Yespica, Michelle Rodriguez, Ilaria Spada e l’ex olgettina Marysthelle Polanco), questo emblema assoluto dell’eccesso pop non nasconde di avere un precettore di storia e filosofia, “perché ogni tanto bisogna parlare seriamente”. Tanto che con fervido orgoglio giustifica i suoi stravaganti tatuaggi: “Nella vita, a un certo punto, uno viene posto davanti alla scelta: mi sporco dentro o mi sporco fuori? Io ho scelto di sporcarmi fuori”. E, tra una citazione di John Stuart Mill, una gemma di sapienza filosofica e una disamina economica del concetto di “ricchezza etica”, Vacchi non disdegna di gigioneggiare in discoteca con Briatore o di sollazzarsi al mare con il grande amico Zac Efron. O di farsi ritrarre in patinate immagini assieme a Lapo Elkann. L’impressione è che quella cattedrale sotto vetro di immagini mondane, di maschere grottesche, di danze sfarfallanti e di filmati quasi caricaturali sia un gioco divertente ideato dall’imprenditore per caricare di parodia fino all’inverosimile gli stereotipi fashion e posticci più diffusi del jet set.
D’altra parte, il suo modello di riferimento è il patron del colosso Virgin, Richard Branson. “È molto simpatico Ric, soprattutto perché non si prende sul serio. E neppure io. Ma le cose le faccio seriamente”
Gisella Ruccia, il Fatto Quotidiano 11/10/2014