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 2014  ottobre 11 Sabato calendario

PIÙ TEMPO PER IL PERDONO DEL FISCO

ROMA
Un perdono del fisco con sanzioni scontate ad ampio raggio. Almeno fino alla scadenza dei termini di prescrizione dell’accertamento. È la vera rivoluzione cui sta lavorando il governo per cambiare una volta per tutte l’approccio nella lotta all’evasione. Lo stesso premier, Matteo Renzi, nei mesi scorsi aveva più volte annunciato un cambio radicale nell’azione di contrasto ai furbetti del fisco. E così con la legge di stabilità potrebbe trovare posto il modello di lotta all’evasione 2.0 che ruota intorno all’introduzione di un "ravvedimento operoso full time" per i contribuenti che ritardano il pagamento delle imposte.
L’obiettivo dichiarato è quello di riscrivere le regole nel rapporto fisco-contribuenti. Come ha precisato ieri a Roma il direttore dell’agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, occorre passare da una normativa sui controlli ad una su sviluppo e concorrenza che superi le norme «antievasione per principio» che «imbrigliano le società e non favoriscono i controlli» (si veda il servizio a pagina 2). C’è poi la semplificazione dell’intero sistema che non passerà solo per l’attuazione della delega. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio, ha precisato che il tema della semplificazione fiscale sarà al centro del lavoro del governo nei prossimi mesi e ha aggiunto che già nella legge di stabilità si avranno i primi risultati di questo lavoro.
In sostanza stop ai blitz e alla caccia ex post degli evasori. I contribuenti e l’amministrazione finanziaria già dal prossimo anno potranno dialogare prima che scatti l’obbligo di presentazione della dichiarazione o quello del versamento di un’imposta. O ancora prima che al cittadino o all’impresa la stessa amministrazione finanziaria gli notifichi un accertamento fiscale. Non solo. Sul fronte dell’Iva resta aperta la possibilità di ampliare, solo con il via libera di Bruxelles, la deroga oggi già esistente all’uso del reverse charge nel contrasto alle frodi. Oltre alle costruzioni si potrebbe ricorrere all’inversione contabile per altri settori come imprese di pulizia e servizi mensa e altri ancora particolarmente esposti a operazioni di frode o evasione. Altro capitolo del dossier antievasione allo studio di Palazzo Chigi è la possibilità di consentire alle pubbliche amministrazioni di versare l’Iva direttamente allo Stato e non più ai fornitori. Una sorta di reverse charge per la Pa in grado di assicurare un recupero di circa 500 milioni di sola Iva non versata. Che se sommati all’ampliamento del reverse charge ad altri settori dei servizi alle imprese porterebbero a oltre 1 miliardo la stretta sull’evasione Iva. Ma non finisce qui. Sulla carta, la nuova impostazione della lotta all’evasione allo studio del governo potrebbe assicurare all’Erario altri 900 milioni. Si tratta così di oltre due miliardi in tutto per far quadrare, ragioneria permettendo, i conti della legge di stabilità in arrivo per il prossimo 15 ottobre.
La nuova impostazione della lotta all’evasione poggerà, dunque, tutta sull’incrocio dei dati e su una sorta di preavviso di regolarità che spinga imprese e contribuenti all’adempimento spontaneo. Tra i principali incroci possibili si potrebbe partire dall’elenco clienti fornitori o dallo spesometro. Il tutto però non rincorrendo più a posteriori il potenziale evasore ma "invitandolo" preventivamente a rivedere la sua posizione in caso di anomalie, come maggiore imponibile sottratto a tassazione o vendite in nero. Il Fisco potrebbe consentire ai fornitori che non hanno dichiarato una parte delle cessioni che al contrario risultano dichiarate dal cliente come acquisti, o viceversa, di rivedere la propria posizione con un vero e proprio invito a perfezionare l’adempimento. Una sorta di avviso "amichevole" ben diverso dall’avviso di irregolarità o dall’atto formale di accertamento che impedirebbero al contribuente di accedere al ravvedimento operoso. E proprio facendo leva su un nuovo ravvedimento più ampio: dalla versione "slim", con il pagamento di un decimo del minimo delle sanzioni se si paga nei trenta giorni successivi alla violazione, alla versione "extra large", con un sesto del minimo se il ravvedimento viene effettuato oltre il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello nel corso del quale è stata commessa la violazione e dunque fino a coprire tutto il periodo di accertamento fino alla sua prescrizione.
Il Fisco, necessariamente, non offrirà però una seconda chance al contribuente. Tra le modifiche allo studio che saranno apportate agli strumenti deflattivi del contenzioso spunta anche la cancellazione della definizione agevolata, sia per gli inviti al contraddittorio sia per i processi verbali di constatazione. D’altronde la riduzione che era prevista per l’adesione a questi istituti, pari a un sesto della sanzione irrogata, risulterebbe pari all’ultima fascia di riduzione delle sanzioni previste dal nuovo ravvedimento operoso.
Marco Mobili, Il Sole 24 Ore 11/10/2014