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 2014  ottobre 11 Sabato calendario

Regione, il debito supera gli 8 miliardi La Corte dei Conti rivede il bilancio. Chiamparino: “Tagli anche agli stipendi di assessori e consiglieri” Alessandro Mondo Alle 12,50 di ieri la Regione, rappresentata da Sergio Chiamparino e dall’assessore al Bilancio Aldo Reschigna, ha appreso che il disavanzo iscritto nel rendiconto 2013 non è di 364,9 milioni ma di 2,6 miliardi: la differenza sta nei 2 miliardi e 290 milioni certificati dalla Corte dei Conti, che ha approvato il bilancio ma ha ordinato di correggerlo

Regione, il debito supera gli 8 miliardi La Corte dei Conti rivede il bilancio. Chiamparino: “Tagli anche agli stipendi di assessori e consiglieri” Alessandro Mondo Alle 12,50 di ieri la Regione, rappresentata da Sergio Chiamparino e dall’assessore al Bilancio Aldo Reschigna, ha appreso che il disavanzo iscritto nel rendiconto 2013 non è di 364,9 milioni ma di 2,6 miliardi: la differenza sta nei 2 miliardi e 290 milioni certificati dalla Corte dei Conti, che ha approvato il bilancio ma ha ordinato di correggerlo. La sentenza Una sentenza pesante, quella letta dai componenti della Sezione di controllo e della Procura della magistratura contabile, che porta l’indebitamento complessivo a 8,5 miliardi e imporrà tagli al di là delle peggiori aspettative. Dove e come colpiranno lo sapremo martedì, quando la giunta illustrerà in Consiglio i primi interventi. I tagli «Giudizio severo ma giusto - ha commentato Chiamparino -. Sappiamo di avere la fiducia dei piemontesi, presenteremo un piano di radicale riorganizzazione della spesa, di tagli, di riordino della finanza regionale». Il primo fronte saranno le partecipate. Ma nessuno si fa illusioni. Stipendi nel mirino Nel mirino finiranno anche gli stipendi di assessori e consiglieri: «Non si tratterà di un risparmio risolutivo, ci mancherebbe, ma bisogna dare segnali precisi ai cittadini, anche dando l’esempio».- I conti A fare la differenza, varie voci: debiti verso le Asl, mandati in perenzione ma da rifinanziare; disallineamento patrimoniale delle Asl; passività pregresse del trasporto pubblico locale... Centinaia di milioni, certificati nonostante le controdeduzioni della Regione. Insorge il M5S (Bono, Bertola). Per Forza Italia (Pichetto, Vignale) la situazione rispecchia le difficoltà incontrate da Cota. Ricorso alla Consulta Una sorpresa nella sorpresa sono le differenze interpretative, emerse all’interno della stessa Corte, sulla contabilizzazione di 2,5 miliardi che la Regione si è fatta anticipare dallo Stato (dovrà restituirli in 30 anni, a tasso agevolato)per sbloccare i pagamenti: l’ente li ha registrati come mutui. Criterio condiviso dalla Procura ma che secondo la Sezione di controllo falsa i conti e viola l’articolo 81 della Costituzione. Da qui il rimando alla Consulta - caso inedito in Italia, su un tema che riguarda tutte le regioni - che complica ulteriormente la partita. Appello al governo Chiamparino e Reschigna, forti delle loro ragioni («nel 2013 sono state rispettate le clausole dei contratti con il Ministero delle Finanze»), sollecitando al governo un intervento legislativo chiarificatore. «Non possiamo aspettare un anno, il tempo che la Consulta si pronunci, e costruire un piano finanziario a seconda dei casi sovrastimato o sottodimensionato», avverte Reschigna. Nodi irrisolti Dal disallineamento tra i conti delle Asl e quelli della Regione ai residui passivi, fino al ginepraio delle partecipate, i magistrati hanno messo il dito in tutte le piaghe della Regione. Rimettere insieme i cocci non sarà semplice. (REPORTERS) - Fuori controllo Sui conti della Regione pesa un lungo elenco di passività accumulate nei decenni: il settore più delicato resta sempre quello della Sanità piemontese. Nella foto, Sergio Chiamparino e Piero Floreani, a capo della Procura della Corte Conti. pag. 1 di 2