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 2014  ottobre 11 Sabato calendario

A Francoforte la Francia ci sfratta Gli editori italiani: «Un’offesa» FRANCOFORTE La Fiera del 2015 sarà molto diversa

A Francoforte la Francia ci sfratta Gli editori italiani: «Un’offesa» FRANCOFORTE La Fiera del 2015 sarà molto diversa. Per una contrazione degli spazi (chiude la Halle 8, quella degli stand inglesi e americani) e per una ridistribuzione dei posti assegnati. In sintesi: l’Italia, che dal 2001 occupava il piano nobile della Halle 5, scenderà al piano terreno. Al suo posto arriveranno i francesi, mentre rimangono gli spagnoli, il Portogallo, e Turchia e Grecia. Al pianterreno, l’Italia sarà in compagnia dei Paesi del Nord Europa (gli scandinavi), dell’Olanda, di Slovenia, Romania e gli altri Paesi dell’Est. Agli anglosassoni, invece, viene data tutta la Halle 6, distribuita su tre piani; al quarto, ci sarà il Right Center. Queste le decisioni prese dal direttore della Buchmesse, Juergen Boos, che ieri mattina ha avuto un incontro (abbastanza agitato) con il direttore dell’Associazione Italiana Editori (Aie), Alfieri Lorenzon. Una decisione che ha un valore simbolico fortemente negativo; a qualcuno ha fatto lo stesso effetto delle agenzie di rating, tipo quando Standard & Poor’s declassa l’economia dei Paesi più deboli. «Non era il primo incontro con il direttore Boos, ma nonostante le nostre proteste — dice Lorenzon — la decisione di riunificare le diverse nazioni non verrà modificata. E quindi l’Italia scenderà di un piano. In cambio, per ora, abbiamo promesse, per esempio di rivitalizzare lo spazio esterno, facendolo diventare una sorta di Culture Square . Boos assicura anche che ci saranno iniziative per segnalare adeguatamente e promuovere il nuovo spazio dell’Italia, ma intanto noi abbiamo la sensazione netta che chi è più ricco comanda. Come editori ci sentiamo offesi. Dovrebbero tornare, secondo i piani di Boos, con gli altri editori italiani anche De Agostini, Atlantica e Giunti, attualmente in altri padiglioni, ma non è detto che accetteranno». Queste decisioni stanno anche a significare un ridimensionamento della Fiera: sta diminuendo il numero di editori? Quindici anni fa arrivava fino alla Halle 9, la Galleria. Si può parlare di crisi del sistema-Fiera? «A questa domanda Boos non risponde. Parla di riunificazione delle diverse realtà nazionali. Più che numero degli espositori, devo dire, quello che diminuisce vistosamente è la dimensione degli stand. A causa dei prezzi. Per esempio, nella Halle 8 c’erano molti buchi, alcuni camuffati da spazio di lettura, c’erano anche quelli che fanno i massaggi. Alla Halle 4, dove c’è l’editoria d’arte, gli spazi vuoti davano un’impressione di desolazione». Come sono i prezzi per metro quadrato alla Buchmesse? «La tariffa per stand superiori a 8 metri quadrati, nel 2014, era di 431 euro al mq; per il 2015, è salita a 440, circa il 2 per cento in più. Per il tasso di inflazione, dice Boos, ma non è del tutto vero: facendo la media dell’inflazione in Germania fra 2013 e i mesi da gennaio settembre 2014, arriviamo all’1,5». E cosa faranno gli editori italiani? «Purtroppo dobbiamo accettare la decisione. Non ci sembra la più adeguata, però faremo di tutto perché, alla fine, il risultato sia il più soddisfacente possibile. Forse, è inutile soffermarsi a fare confronti tra Paesi: ma siamo davvero così inferiori a Spagna e Portogallo, che restano al primo piano? Noi ora chiediamo una serie di interventi tecnici irrinunciabili; e ovviamente anche condizioni economiche migliori». Uno sconto, insomma? «Anche. Perché dobbiamo essere noi a pagare principalmente il programma di riorganizzazione della Buchmesse? Del resto, ricostruire gli stand in spazi mutati, costa. E, per come è sistemato ora, il pianterreno non consentirebbe la stessa visibilità del primo piano. Fra gli interventi da chiedere, poi, c’è la creazione di una Via Italia, un percorso che consenta una buona esposizione. E, appunto, la visibilità anche da fuori. E poi c’è il problema del soffitto, molto più alto e scuro. A queste richieste debbono dare risposte. E mi auguro che siano soddisfacenti». Quanto al Salone del Libro di Torino 2015, invece, sarà la Germania il Paese ospite. I tedeschi hanno già fatto sapere che almeno una ventina di autori importanti saranno presenti. I nomi, però, tocca a Torino comunicarli. In questi giorni alla Fiera, Ernesto Ferrero, direttore del Salone, si è incontrato con i responsabili degli eventi internazionali della Buchmesse che si sono dimostrati «molto collaborativi e vogliosi di una significativa partecipazione». Questi i primi nomi di scrittori tedeschi che verranno a Torino: Ingo Schulze, Daniel Kehlmann, Michael Krüger e Katja Petrowskaja. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina Corrente Pag. 51 Immagini della pagina Visualizza : Data Contenuti Pubblicazioni Opzioni Zoom