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 2014  ottobre 10 Venerdì calendario

LA VERITA’ DELLA MANAUDOU

Ventotto anni, compiuti ieri, e vissuti intensamente. Tra medaglie olimpiche e amori folli, trionfi e tonfi clamorosi, sulle prime pagine di quotidiani sportivi e rotocalchi rosa. Tra scandali e sceneggiate. La vita di Laure Manaudou è un fiume in piena, raccolta in un’autobiografia uscita ieri in Francia. Delle 267 pagine di «Entre les Lignes» (Ed. Lafon), almeno un terzo è dedicato alla parentesi italiana, all’amore morboso con Luca Marin, insidiato dalle attenzioni inopportune di Federica Pellegrini, dall’affarismo di Marco Durante al «vecchio vitellone» Paolo Penso.

Alla fine, scrive la Manaudou, dell’Italia le è rimasta solo una cosa positiva: «L’aver imparato la lingua». Che Laure non parlava quando incontrò per la prima volta Marin, a Budapest, nel 2006. Fu subito passione: «Non parlavo italiano, non parlava francese così ci baciammo e facemmo l’amore». Inizio di una storia tormentata e della fine del rapporto con Philippe Lucas, che la allenava dal 2001. La rottura con il coach avvenne il 25 aprile 2007, con la minaccia di Marin: «O vieni con me in Italia o ti lascio». Laure scelse l’amore, nonostante l’Olimpiade di Pechino alle porte. Ma a Torino andò male: «Andai a vivere da Durante e la moglie, una borghese con la puzza sotto il naso che si vestiva in paillettes». Il presidente della LaPresse le organizzava la vita: «Ma faceva solo finta – scrive la Manaudou – in realtà mandava solo i paparazzi quando uscivo con Luca, guadagnandoci sopra».
Marin, appunto, descritto come un ragazzo morbosamente geloso, ma anche ambiguo nel suo rapporto con Federica Pellegrini: «Non capivo perché Luca ricevesse in continuo suoi sms, per qualsiasi cosa. Lei le scriveva per dirgli dov’era, cosa faceva, dove andava. Quando gli chiesi spiegazioni, mi diceva che erano solo amici». Solo che poi il giornale scandalistico Voici pubblicò le foto di Marin e Pellegrini abbracciati a bordo vasca. E la Manaudou si infuriò: «Avevo voglia di vomitare, piangere, urlare e strappare gli occhi a quella bionda che si prendeva gioco di me facendomi grandi sorrisi quando ci vedevamo, per poi coccolarsi il mio ragazzo appena mi voltavo». Marin negò ogni legame, ma il dubbio rimase: «Troppi dettagli strani, come quei preservativi in bella mostra nel suo bagno, quando invece prendevo la pillola contraccettiva. Da lì cominciai ad avere la sensazione che tutti si prendessero gioco di me».
Incluso Paolo Penso, l’allenatore, un «vecchio vitellone» che Laure trattava malissimo: «Non lo rispettavo perché si lasciava trattare in quel modo da me». Inevitabile la rottura con LaPresse, che la licenziò. L’amore con Luca però continuò per qualche settimana, fino al giorno dell’esame per la patente: «Avevo spento il telefono per concentrarmi sull’esame e lo superai. Quando lo riaccesi trovai 40 messaggi minacciosi, furiosi. Lo chiamai per dirgli che ormai potevo guidare fino a Verona, ma accecato dalla rabbia mi disse solo che avevo superato l’esame perché mi ero concessa all’esaminatore». Un incidente in auto senza conseguenze, qualche tempo dopo, convinse Laure a rinunciare all’amore morboso e alle traversate delle Alpi. La separazione fu sancita in Coppa del Mondo a Berlino nel 2007: «Tre settimane più tardi Luca si faceva vedere in giro con la Pellegrini, io lo rimpiazzai con Stasiulis». Poi ci fu la sceneggiata in Ungheria per l’anello con diamante, regalo che Marin rivoleva e che Laure gli tirò addosso davanti a tutti. Subito dopo spuntarono su Internet le foto della Manaudou nuda, scattate anni prima con un altro boy friend, Pierre Henri: «Tutti pensarono fosse stato Luca. Non era così, ma lasciai crederlo. Era la mia vendetta». Ennesimo colpo di scena di una vita costellata anche di drammi, come l’aborto di un secondo figlio che ha spezzato il legame con il campione francese Frederick Bousquet, papà della piccola Manon, rimasto però in buoni rapporti. E ora, a 28 anni, Laure si sente pienamente donna, pronta per scrivere le pagine di un nuovo capitolo.