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 2014  ottobre 08 Mercoledì calendario

I GHIACCI SULLA TERRA AVANZANO E ARRETRANO, SECONDO CICLI MILLENARI

La Terra ha vissuto periodi caratterizzati da climi differenti, dal caldo torrido al freddo polare. In confronto a queste variazioni estreme da 11 mila anni viviamo in condizioni relativamente stabili, con temperature simili all’attuale. Questo periodo è parte di una serie di oscillazioni caratterizzate alternativamente dall’avanzamento dei ghiacciai (periodi glaciali) e dal ritiro dei ghiacciai stessi (periodi interglaciali) che hanno segnato almeno gli ultimi 2,7 milioni di anni. In media, si ha un ciclo interglaciale ogni 100 mila anni. Date le sue caratteristiche, il periodo in cui viviamo è interglaciale, l’Olocene.
Per l’uomo - ho spiegato a BergamoScienza lo scorso 5 ottobre - è fondamentale capire come evolverà il clima e cosa ci attende. Se, da un lato, possiamo affidarci a modelli matematici per predire il futuro, possiamo ottenere altre informazioni guardando indietro nel tempo, a periodi interglaciali prima del nostro. Ma dove otteniamo queste indicazioni? Possiamo estrarle da archivi naturali che hanno registrato, anno dopo anno, millennio dopo millennio, le condizioni del periodo: dai coralli, dalle stalagmiti, dagli anelli degli alberi e da sedimenti come le «varve». Ma di solito questi archivi sono limitati. D’altra parte, sul fondo degli oceani e nelle calotte polari e nei ghiacciai sono conservate informazioni che ci permettono di andare indietro per centinaia di migliaia di anni fino a milioni, anche se non a livello annuale.
Per campionare strati di sedimenti dal fondo degli oceani e strati di ghiaccio si effettuano dei carotaggi grazie ai quali cilindri di sedimenti vengono estratti e portati in laboratorio. Dagli oceani, per esempio, si estraggono i gusci dei foraminiferi. Lì sono conservate le informazioni sulla salinità e sulla temperatura dell’acqua al momento della formazione del guscio stesso. Dalle carote di ghiaccio, invece, si hanno informazioni sulle variazioni di temperatura e, unico archivio a permetterlo, si ricostruisce la composizione atmosferica.
Il carotaggio effettuato a «Dome Concordia», in Antartide, dal progetto «Epica» consente di spingerci fino a 800 mila anni fa. Di conseguenza vediamo come le attuali concentrazioni di anidride carbonica non siano mai state a livelli così alti e come l’impatto umano sulla natura stia spingendo a nuovi valori il quadro di variabilità. Emerge un quadro in cui ogni periodo interglaciale ha caratteristiche e durata unici, anche fino a 3°C più caldi, da 7 a 25 mila anni. Ciò significa che alcuni sono stati più corti della fase dell’Olocene trascorsa finora, mentre altri sono durati più del doppio.
Clara Mangili, La Stampa 8/10/2014