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 2014  ottobre 01 Mercoledì calendario

SMANTELLARE, ATTIVITÀ FRUTTUOSA

Quello dello smantellamento industriale è un settore fiorente. Treni, navi (per esempio, in Francia, il cargo frigorifero Matterhorn), centrali nucleari, piattaforme petrolifere: prima o poi tutto dev’essere demolito o smontato. Tanto più che a fine corsa gli impianti e le infrastrutture complesse diventano elementi di forte inquinamento.
Sempre più operatori si buttano in questo affare, che consiste nello smontare, ripulire e quindi riciclare.
Un’attività che, stando alle stime, varrà 5 miliardi di euro di fatturato annuo nel 2020 e ancor di più negli anni successivi, quando un numero consistente di infrastrutture imboccherà il binario morto. Il gruppo francese Veolia è presente da un anno e mezzo in questo comparto, con un giro d’affari pari a 200 milioni. Il suo obiettivo è coprire il 15% di quota di mercato complessiva a medio termine. L’azienda ha fatto dello smantellamento di installazioni pesanti e del trattamento di inquinanti pericolosi due dei fattori chiave di crescita.
Vi sono barriere all’ingresso in queste attività che necessitano di parecchie competenze, come ha spiegato l’amministratore delegato di Veolia Environnement, Antoine Frérot. Si tratta di elementi difficili da trattare: contengono amianto, idrocarburi, grassi e sono difficili da raccogliere e modificare. Un punto di forza di Veolia è l’attività di riciclaggio. Contrariamente ai rifiuti domestici, quelli complessi vengono recuperati quasi completamente. Per esempio, viene riutilizzato il 95% dei treni.
In ambito nucleare 300 reattori si fermeranno a livello mondiale nei prossimi vent’anni, a cominciare dalle centrali tedesche e da quella francese di Fessenheim. Ormai la concorrenza è agguerrita: dalle transalpine Vinci, Bouygues, Areva, Gdf Suez, Onet Technologies, alla spagnola Iberdrola fino all’inglese Amec. Onet si è vista assegnare la prima porzione di smantellamento nucleare nel paese, a Chooz, nella regione delle Ardenne, ed è la prima realtà nazionale con un fatturato di 97 milioni di euro nel comparto. L’operazione, lanciata nel 2009, è arrivata adesso alle battute finali. I lavori hanno interessato il circuito primario, i generatori di vapore e il pressurizzatore. È stato necessario scomporre 2 mila tonnellate di attrezzature metalliche. Invece il trattamento dell’enorme vasca del reattore e degli elementi interni è stato affidato all’azienda americana Westinghouse. La Corte dei conti transalpina ha calcolato che lo smantellamento dell’intero parco atomico francese costerebbe 20 miliardi di euro.
Un altro settore promettente è quello degli aerei. Sita, filiale di Suez Environnement, ha smontato e riciclato negli ultimi cinque anni oltre cento apparecchi di linea sulla sua piattaforma di Tarbes, negli Alti Pirenei. In Europa i velivoli devono essere recuperati, al contrario di quanto avviene negli Stati Uniti, dove essi finiscono interi nei cimiteri che si trovano nei deserti dell’Arizona o della California.
Una delle operazioni più impegnative riguarda il trattamento di una piattaforma petrolifera del Mare del Nord che pesa 14 mila tonnellate, è lunga 72 metri e alta 87. Essa sarà trasportata al sito di Lutelandet, in Norvegia, nell’ambito di un contratto di smantellamento ottenuto da Veolia. La società Allseas organizzerà il trasporto grazie a un’imbarcazione grande quanto quattro campi di calcio. Al termine dell’intervento il 99,7% dei componenti sarà stato riciclato. In questo settore i contratti valgono da qualche decina a diverse centinaia di milioni di euro.
Un altro ambito che coinvolge Veolia è quello delle armi chimiche siriane. Damasco si era impegnata un anno fa a rinunciarvi: un arsenale di 1.290 tonnellate, di cui 300 di gas mostarda e sarin. Veolia è stata scelta dai governi americano e britannico per la distruzione dell’arsenale sul proprio territorio. Oltremanica è stato siglato un primo contratto, e un altro è alle battute finali: essi riguardano l’eliminazione, nell’inceneritore di Ellesmere Port, di 150 tonnellate di prodotti chimici chiamati Precursori B, che possono cioè essere trasformati in armi neurotossiche dopo essere stati mischiati con altre sostanze.
Ettore Bianchi, ItaliaOggi 1/10/2014