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 2014  ottobre 01 Mercoledì calendario

PERISCOPIO

La Cei attacca Renzi e la sua agenda politica, invocando la sura 18 del libro sacro della sinistra. Giuliano Galassi. Il Foglio.

Berlusconi: «Cento under 35 per rifare Forza Italia». «Non capisco se si riferisce all’età o al quoziente di intelligenza». Tauro. Il Fatto.

Compagni avanti verso il Medioevo, avanti verso nuove, cocenti sconfitte! Cartello di un militante filo-Renzi davanti al Nazareno. Agenzie.

(mfimage) Non scenderò a patti con quella parte di establishment che si sente spodestata e rivuole il potere per condizionare la politica. Sia chiaro: o noi o loro. Matteo Renzi. Direzione del Pd.

Noi veneti siamo di origini contadine, cattolici, in passato legati alla Dc. Abbiamo sposato la proposta liberale berlusconiana e quella federalista di Bossi. Ci hanno delusi entrambi. Ora Renzi è una speranza. È veloce. Ci fidiamo più di lui che del suo partito, il Pd. La sua matrice culturale poi è quella democristiana. Roberto Zuccato, presidente della Confindustria veneta. Sette.

Tra i salotti buoni, quello della Fiat, dopo aver munto aiuti da tutti i governi della repubblica, ha ringraziato scappando dall’Italia e cambiando sede fiscale per pagare meno tasse. Non proprio dei volontari della Caritas. Antonio Padellaro. Il Fatto.

Giovanni Agnelli arrivò a casa mia sull’Appia Antica, si affacciò alla porta della mia camera da letto e, trovandomi a letto con Eliseo Mattiacci e Gino De Domenicis, disse: «Siamo già in troppi», e se ne andò via. Una volta, sempre Gianni Agnelli, in un ristorante di Parigi, mi venne incontro dicendo di aver visto in televisione il film La più bella del reame da me interpretato. Mi disse che Marella, sua moglie, lo invitò a non guardare più quelle stupidaggini. Effettivamente, va detto, non era un film d’autore. Marina Ripa di Meana. IlGiornaleOff.it.

È proprio il caso di ripetere (con Garboli): «Se c’è un luogo in cui non vorrei entrare per tutto l’oro del mondo, quello è la mente dei politici». Ma ci risiamo, si chiude il giorno, e riecco Alfano, riecco Renzi, riecco Grillo sempre più arzillo e Berlusconi, Berlusconi, Berlusconi, seguono interviste forzose, inseguimenti col microfono puntato come un’arma sul politico reticente, disperanti reportage di corruzioni, tumulti, rivoluzioni, rivelazioni, dimostrazioni, tutti contro tutti e buona notte. Raffaele La Capria. Corsera.

Io sono per l’abolizione dell’art.18. Allungare il periodo di prova aumenta la precarietà. Io vedo una differenza di approccio tra il Pd del 40% e il Pd del 25, il livello a cui arrivò Bersani. Non a caso sulle riforme la minoranza del Pd è sempre contro. Angelo Rughetti, deputato Pd. Corsera.

Il petrolio ha fatto ricca l’America nell’800 e nel ’900. La sta rifacendo ricca oggi. Il costo di un metro cubo di metano è, negli Usa, un terzo rispetto all’Europa e l’industria manifatturiera (quella che l’Europa e l’Italia stanno perdendo) ritorna in grande stile, felice di abbandonare la mancanza di certezza giuridiche della Cina. Le previsioni sono di tre milioni di nuovi posti di lavoro solo nella petrolchimica, madre di tutte le industrie moderne. Chicco Testa. Il Foglio.

Una banca può fare nuovi prestiti se ha sufficiente capitale. Se lo ha perso, come è accaduto durante la crisi finanziaria e la lunga recessione che l’ha seguita, e non lo ricostituisce, non solo non farà nuovi prestiti, ma ridurrà anche le linee di credito concesse in passato. Il governo federale degli Stati Uniti ha, prima obbligato gli istituti di credito a ricostituire il capitale perduto durante la crisi, solo dopo si è occupato della finanza pubblica. Alberto Alesina e Francesco Giavazzi. Corsera.

Ferrari è un fenomeno internazionale, con una svolta storica che risale al 1940. Fiat intervenne finanziariamente alla fine degli anni 60, in un momento di difficoltà economiche: fu più la volontà di salvare il mito che la prospettiva di ritorni economici che, comunque, non sono mancati. Fiat è nota per una produzione di massa, vetture popolari di buona qualità. Chrysler ha sempre prodotto ordinarie vetture americane che, per gli appassionati europei e non solo, sono state del tutto insignificanti sotto il profilo tecnologico e sportivo. Qualsiasi accostamento tra Ferrari e queste due anonime società è, per le persone che amano e acquistano il Cavallino, irragionevole, e persino volgare. Bruno Tinti. Il Fatto.

Tra il 1944 siamo diventati un Paese benestante. Dal 1974 a oggi siamo diventati un Paese moderno. Ora dovremmo diventare un Paese civile. Beppe Severgnini. Sette.

Molte coppie che sono ricorse alla fecondazione eterologa ammettono che se potessero tornare indietro non lo rifarebbero. Inoltre i figli soffrono: come Abigail che dopo la separazione dei genitori era diventata sempre più aggressiva perché il padre «sociale» si rifiutava di confrontarsi con lei. O come Heidi, nata da donatore che ha gravi problemi psichici; o come Peter, che racconta di aver finalmente capito perché il padre lo aveva sempre rifiutato solo dopo essere venuto a conoscenza del fatto che non era suo padre genetico: o come Robert che, venuto a sapere, per caso, di essere nato da donatore, affermava: «È come essere stato investito da un treno...». Chiara Valentini, La fecondazione proibita.

«Me serve benzina, cribbio!». «Vèstiti da infermiera con il càmice e sotto niente, solo autoreggenti bianche... còmprati la macchinetta per misurare la pressione e fagli una visita, a lui gli piace recitare la parte del finto malato». Walter Siti, Exit strategy. Rizzoli.

Gran parte della mia gioventù l’ho passata a organizzare le lotte, nei picchetti degli scioperi, nelle assemblee dei difficili anni 50. Allora consumavo i miei pasti nelle mense operaie e anzi avevo imparato a sapere quali erano le mense dove si mangiava meglio e quelle dove si mangiava peggio e qualche volta anche a scegliere in modo interessato il posto dove andare. Elio Quercioli, responsabile del Pci per i problemi della stampa, in Gigi Moncalvo, Milano no. Edizioni Elle.1977.

«Non posso firmare. Sono analfabeta». «Allora fate una croce». «Non posso, sono musulmano». «Allora sputate sulla ricevuta. Se ci fosse una contestazione, faremo analizzare la saliva». Francis Blanche, Pensèes, rèpliques et anecdotes. J’ai lu, 1996.

Il patofobo è chi teme di avere quello che, prima o poi, avrà. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 1/10/2014