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 2014  ottobre 01 Mercoledì calendario

L’ARTE DI ACCOSTARE LE TESSERE: L’ANIMA MODERNA DEL MOSAICO


Ravenna custodisce un’eredità a cui deve larga parte della sua fama: è il centro mondiale del mosaico, linguaggio che affonda le radici nello straordinario patrimonio artistico ravennate. Ma oggi come vive il mosaico? È passato, presente, o addirittura futuro? Le risposte nella mostra Eccentrico musivo , al Mar, Museo d’Arte della città di Ravenna, a cura di Linda Kniffitz e Daniele Torcellini, fino al 9-11 (www.mar.ra.it).
La rassegna è nata all’interno di «Ravenna Mosaico», primo festival internazionale di mosaico contemporaneo, in relazione con il Premio GAeM (Giovani Artisti e Mosaico), istituito nel 2010 dal Centro di documentazione del Mar. Obiettivo, incentivare le ricerche delle nuove generazioni intorno al linguaggio musivo, con risultati sorprendenti di cui l’esposizione dà conto: 26 le opere selezionate, tutte realizzate tra 2012 e 2014 da artisti under 40. «Sondando il territorio della contemporaneità abbiamo accostato pezzi molto diversi tra loro, collegati da un filo rosso: il processo di realizzazione attraverso la giustapposizione di frammenti, la composizione di singole parti in un tutto, elemento fondamentale della logica musiva – spiega Daniele Torcellini – Tagliare, selezionare, accostare: il mosaico ha uno sviluppo creativo e una pratica fissi. Che tuttavia oggi si possono applicare a materiali differenti, potenziando l’orizzonte musivo». Lo documentano i lavori esposti, che «testimoniano il superamento dei problemi del mosaico, la liberazione dal suo ruolo ancillare nei confronti della pittura». Lavori caratterizzati da una libertà di ricerca che va oltre i limiti della tradizione. A cominciare appunto dai materiali: accanto ai più classici pietre, marmi e vetri si trovano plastiche, carta, prodotti industriali. Addirittura capsule farmaceutiche, assemblate nella composizione I wish I was dal duo Blue and Joy che proviene dal linguaggio pubblicitario e fumettistico. Mentre nell’opera Withe straws di Francesca Pasquali la composizione si crea grazie a centinaia di cannucce per bibita: l’impressione è di osservare un alveare o un’onda di schiuma. «Il mio lavoro si ispira alla natura e ai suoi precisi schemi, evocati però dal materiale del nostro tempo che è la plastica – racconta l’artista bolognese, classe 1980 – Ma mi ritrovo perfettamente nell’idea musiva: la tecnica è la stessa, accostare tasselli fino ad ottenere una texture complessiva».
Omar Hassan assembla valvole di bombolette spray, Matija Cop moduli di etilene-vinil-acetato, Giorgio Tentolini tessere di cartone da imballaggio, Andrej Koruza zucchero e polvere da sparo. «A Ravenna è normale guardare la realtà con un registro musivo – conclude Torcellini – Che, secondo le teorie della percezione visiva, la trasfigura: le proprietà di un insieme sono sempre maggiori rispetto alla somma delle singole parti».