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 2014  ottobre 01 Mercoledì calendario

DECAPITATE ANCHE TRE CURDE. ISIS: “OBAMA SAPEVA”

New York
L’orrore dell’Isis non si ferma e dopo il video del giornalista inglese John Cantile, in mano ai terroristi da quasi due anni, diffuso Ieri, in cui si sente l’uomo, come sempre vestito di arancione, attaccare la strategia americana in Iraq e Siria, arriva anche la notizia di altre quattro decapitazioni. Si tratta, questa volta, di miliziani curdi, fra cui tre donne, fatti prigionieri durante i combattimenti vicino alla città siriana di Kobane. La notizia è stata diffusa dalla ong Osservatorio nazionale per i diritti umani che ha anche riferito che le teste delle vittime sono state esposte in luogo pubblico nella città di Jarablus.
Una situazione sempre più critica che il ministro dell’interno britannico, Theresa May, non prova affatto a “ridimensionare” , ma anzi analizza in tutta la sua preoccupante portata. “L’Isis - ha detto il ministro parlando dal palco del congresso dei conservatori a Birmingham - potrebbe presto entrare in possesso di armi chimiche, biologiche o persino nucleari. Questo è di fatto il primo vero e proprio stato terrorista al mondo”. La May ha anche aggiunto che “questa battaglia dovrà essere combattuta per molti anni in futuro. La lezione della storia ci dice che quando i nostri nemici dicono di volerci attaccare, lo vogliono fare veramente”.
Per Barack Obama, poi, l’Isis sta diventando una grana enorme anche a livello interno. Hanno innestato un fronte polemico senza fine, infatti, le sue parole durante l’intervista rilasciata domenica alla trasmissione “60 minuti”, secondo cui, la responsabilità di aver sottostimato la minaccia dello Stato Islamico e di aver sovrastimato le potenzialità dell’esercito iracheno sia da attribuire ai servizi segreti.
I quali, però, non ci stanno a prendersi colpe che, secondo dichiarazioni rilasciate in forma anonima al New York Times, non avrebbero affatto. Secondo quanto riferito al quotidiano, la Casa Bianca avrebbe ricevuto dettagliati rapporti sulla situazione già a partire dalla fine dello scorso anno e che non è possibile che questi siano stati tenuti “riservati”. I rapporti inviati con regolare frequenza, secondo alcuni addetti ai servizi segreti, avrebbero ricevuto scarso rilievo dalla Casa Bianca che non “gli avrebbe prestato attenzione perché erano occupati con altre crisi e questa, semplicemente, non era una priorità”.
L’armonia, se possiamo definirla così, fra l’amministrazione e i servizi segreti, peraltro, in questi giorni sembra del tutto persa. Proprio ieri, Julia Pierson, capo dei servizi, ha dovuto testimoniare di fronte alla commissione della Camera per chiarire le dinamiche delle due intrusione che hanno interessato la Casa Bianca, fra cui quella di Omar J. Gonzalez che, armato di coltello, il 19 settembre, è riuscito ad arrivare fin nei pressi della residenza del presidente, superando, senza problemi, una serie di stanze.
Angela Vitaliano, il Fatto Quotidiano 1/10/2014