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 2014  ottobre 01 Mercoledì calendario

SUICIDI DI MASSA IN INDIA DOPO L’ARRESTO DI “MAMMA” L’AMATA MINISTRA-LADRONA

Chennai (Tamil Nadu)
Almeno 16 persone si sono suicidate dandosi fuoco, impiccandosi o gettandosi sotto i pneumatici degli autobus in Tamil Nadu, nel sud dell’India. Decine di attacchi cardiaci, studenti che si cospargono di benzina, donne che si strappano i capelli urlando come antiche prefiche tra le strade già infuocate dalle rivolte, gli autobus carbonizzati e i continui scontri tra partiti politici, in questo stato con 60 milioni di abitanti. La reazione dei suicidi è un caso di isteria collettiva, così com’è accaduto in passato durante i Mondiali in Brasile e com’è già successo proprio in Tamil Nadu alla vigilia del Natale dell’87, quando 30 seguaci si suicidarono per la disperazione alla notizia della morte del loro leader, il Chief Minister ed ex divo del cinema noto con la sigla “Mgr”. La protesta nasce per l’arresto a sorpresa, nel weekend, della governatrice dello stato, la Chief Minister Jayalalitha (ex attrice ed ex amante di Mgr), condannata per arricchimento illecito e frode. La pena per “Amma” (Mamma, com’è chiamata dai sostenitori) è 4 anni di carcere che sta già scontando, anche se con tutta probabilità uscirà presto su cauzione ed ha già nominato un uomo di fiducia alla guida del Tamil Nadu.
La colpa di “Amma” è di aver accumulato case e terreni tramite 32 società diverse e d’aver acquisito, tramite decine di parenti-prestanome dell’amica del cuore Sasikala, immense proprietà per il valore di 10 milioni di euro in tutto il Tamil Nadu, oltre a lingotti d’oro e una sontuosa collezione di sari.  Com  ’è possibile che accada una cosa del genere nella New India presentata l’altro ieri al Madison Square Garden di New York come una potenza moderna e aperta, dal premier Narendra Modi? Il Tamil Nadu è un caso tutto speciale. Jayalalitha, già responsabile da giovane dell’ufficio propaganda del suo partito, da anni costella il ciglio delle strade con le sue ossessionanti e spesso ridicole gigantografie, che la ritraggono anche avvolta in uno scuro mantello anti-proiettile che le ha fatto guadagnare il soprannome di Batwoman. Il suo faccione tumido e serafico perseguita gli automobilisti dello Stato da anni. La sua presa sul potere e sulla psiche del popolo dravidiano del Tamil Nadu è profonda così come lo è sulle tasche dei tanti elettori che ricevono spesso qualche indispensabile regalino nel periodo elettorale. Dietro la condanna, qualche dietrologo vede la longa manus del partito di Modi, il Bjp. La parziale uscita di scena di Jayalalitha potrebbe creare opportunità anche se, come dimostrato da questi suicidi, la presa sull’elettorato è sempre forte e difficilmente espugnabile.
Carlo Pizzati, il Fatto Quotidiano 1/10/2014