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 2014  ottobre 01 Mercoledì calendario

«IL MAESTRO ZEMAN MI INTERROGA»

La quinta giornata di andata si consegna agli archivi come quella della rinascita di Zeman e del Cagliari e della consacrazione di Stramaccioni e dell’Udinese. Entrambi vittoriosi con 4 gol segnati, entrambi legati da una base solida a Roma, la città in cui vivono, entrambi amanti, a loro modo, di un gioco offensivo che esalta il talento al servizio del gruppo. Il vecchio e il giovane. Gli uomini che sussurrano ai ragazzi. Che li seguono, li adorano, imparano. In questi concetti c’è la filosofia di Zeman e Strama, diversissimi per certi versi. Pacato e amante dei silenzi e delle pause il primo, chiacchierone, aggressivo e più intraprendente il secondo. A tal punto che quando allenava gli Allievi della Roma lo fermò a Belgrado. «Gli dissi: mister, lei perché non ha mai scritto un libro? Lui mi rispose che i libri si scrivono quando si smette e non ne aveva alcuna intenzione». Andrea Stramaccioni, abbonato in curva Sud all’Olimpico, rosicò per quel secondo posto del boemo alla Lazio, ma poi lo ebbe nella sua Roma. E lo ha sempre amato: «Lui non si imita, chi prova a farlo vuol dire che non ha capito niente. Lui è Zeman, è l’utopia».
L’amore, dapprima unilaterale, si è trasformato in un rapporto telefonico prima e conviviale poi, in quel locale di Fleming che Zeman ama definire il suo ufficio. «E’ come un rapporto maestro-allievo, è come se mi interrogasse». Che cosa possono avere i due in comune? Il lavoro con i giovani e quello sul campo. «Siamo due che non hanno paura a lanciare i ragazzi e aggiungo: all’Udinese la parola progetto non è buttata per caso come da altre parti, E’ una cosa vera». Se Zeman non fosse andato a Cagliari, forse a Cagliari ci sarebbe finito Strama che, però, voleva l’Udinese, come il boemo ha voluto Cagliari.

Maestri Chiuderanno il campionato al mare quando in Sardegna si potrà fare il bagno e il lunedì dopo la fine del torneo l’ufficio lo metteranno al Poetto. Ma Zeman non è l’unico maestro dal quale è andato a imparare Stramaccioni che ha sempre seguito Luciano Spalletti come un mantra. L’aggiornamento professionale l’attuale tecnico dell’Udinese che stupisce più per le due punte e mezzo che schiera che per l’adattamento alla difesa a 4, lo ha fatto da Ancelotti al Real Madrid e da Guardiola al Bayern. «Ancelotti andai a seguirlo a Ucla a Los Angeles. Una settimana fantastica». Qui Strama ha ripensato ai tempi di Giurisprudenza quando incantò alla tesi di laurea parlando di gestione. Proprio questo voleva capire da Ancelotti e voleva guardare come si governa un gruppo di campioni dopo Mourinho: «Nella gestione di campionissimi e lui in questo è al top per l’intelligenza che ha. Perché sa adattare l’abito su misura per la squadra che allena. È passato attraverso vari moduli».

Guardiola L’altra parte di aggiornamento Strama l’ha svolta da Pep Guardiola ad Arco di Trento, dove il Bayern Monaco svolge il ritiro estivo. Fu il mitico Pep a fargli i complimenti per come aveva battuto la Juve schierando tre punte contro Conte. Un azzardo. Strama si è innamorato dell’idea di gioco di Guardiola del portare il calcio spagnolo in un altro Paese, del guardare la palla e non l’uomo sui calci piazzati («è stata un’esperienza incredibile, perché mi ha fatto stare in campo accanto a lui, e in panchina durante la partitella vicino a lui»). Ma anche della capacità di saper parlare con i calciatori in tante lingue. «In questo siamo indietro da noi. Io vedo che i calciatori stranieri parlano quasi tutti bene l’inglese e io mi raffronto con loro in inglese e sto imparando un po’ lo spagnolo». Avanti, Strama. Sempre più avanti, come la sua Udinese.