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 2014  ottobre 01 Mercoledì calendario

LA SERIE A SI RIBELLA: “AL FISCO DIAMO GIÀ UN MILIARDO”

«Allora dateci gli stadi, fateci trattenere i soldi delle scommesse sportive e...». Il calcio dei presidenti si compatta in un amen: la nuove tassa (perché così l’ha recepita il mondo del pallone) per contribuire a pagare gli straordinari degli agenti in servizio allo stadio ha l’effetto di uno choc e i club di A, ma non solo, preparano la controffensiva. I numeri uno delle società professionistiche presentano il conto. «Ogni anno - racconta Claudio Lotito, patron della Lazio - versiamo nella casse dello stato più di un miliardo di euro di contributi fiscali. A chi ha presentato l’emendamento per il prelievo dell’1 o del 3 per cento sul prezzo dei biglietti propongo una riflessione: cosa direbbe se fosse il proprietario di un negozio e gli imponessero di versare una percentuale dell’incasso mensile perché oltre all’occupazione del suolo pubblico, c’è da pagare improvvisamente l’illuminazione della strada, il servizio autobus che passa dalla sua attività o altro?».
Il prelievo sui tagliandi di ingresso allo stadio ha incassato l’unanimità in Commissione Affari Costituzionali della Camera e, oggi, arriverà in Aula. I club si allineano e, nelle prossime ore, convocheranno un’Assemblea straordinaria per adottare una linea comune. «In tutti noi c’è piena coscienza del grande lavoro che ogni domenica svolgono le forze dell’ordine, ma se fosse confermato l’orientamento della commissione parlamentare, ciò costituirebbe un problema per i bilanci delle società...», è, in sintesi, il ragionamento che arriva da casa Milan. Il presidente della Confindustria del nostro pallone Maurizio Beretta non si nasconde e parla di «un provvedimento molto preoccupante perché - spiega - si sta cercando di addossare un ulteriore peso su alcune realtà che già ne sopportano una parte significativa: ricordo - sottolinea Beretta - che tutta la sicurezza all’interno degli stadi, che sono pubblici, è pagata dalle società direttamente con gli steward...».
Così se il numero uno dei nostri club di A ricorda anche come «in gioco c’è la competitività con le squadre estere», a far più paura del prelievo legato ai biglietti è quello previsto sui ricavi dalla vendita dei diritti tv: in questo caso, infatti, la «tassa» dell’1 o del 3 per cento potrebbe, nella sua applicazione massima, privare la A di circa 20 milioni di euro dall’intera torta da un miliardo per stagione. «In questo caso stiamo parlando di soldi privati perché - ancora Lotito - di pubblico dalla cessione dei diritti televisivi non c’è niente. Non credo sia giusto far ricadere sul nostro mondo tutti i problemi e la loro soluzione: sarà l’Assemblea a decidere quale linea seguire per dare la nostra risposta...». La A sale sulle barricate e lo fa tutta insieme, come non si vedeva da tempo. Sono molti i presidenti che lamentano il fatto di non essere stati consultati o ascoltati nella fase precedente la discussione in Aula. Il pallone italiano dipende in gran parte proprio dalle tv: dall’ultimo ReportCalcio della Figc si nota come i ricavi medi per club dai media siano del 57 per cento (29 per cento in Germania, ad esempio), mentre del solo 11 per cento è quello dalla biglietteria (in Germania la percentuale sale al 23 per cento).
La Lega Calcio è stata presa in velocità dalla politica. Adesso cominceranno le grandi manovre del pallone per provare ad annacquare gli effetti del provvedimento in votazione alla Camera. «I biglietti sono già tassati...», le voci della rivolta.
Guglielmo Buccheri, La Stampa 1/10/2014