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 2014  ottobre 01 Mercoledì calendario

EXPO, LE TRASFERTE D’ORO DELLA COLLABORATRICE NUOVE ACCUSE A MARONI


IL CASO
MILANO La mattina del 30 maggio 2014 è tutto pronto per la missione in Giappone di Roberto Maroni. Il volo è a mezzogiorno, ma su quell’aereo il presidente della Regione Lombardia non salirà mai. Motivo della defezione: Maria Grazia Paturzo, collaboratrice di Maroni quando era ministro e poi - stando alle accuse - da lui piazzata all’Expo, non faceva parte della delegazione. Perché la società che gestisce l’esposizione universale si è rifiutata di pagare i 6.500 euro di biglietti e soggiorno. Una storia di presunte pressioni che costa al governatore una nuova accusa di concussione per induzione.
UTILITÀ DEL PRESIDENTE
Quello dei viaggi d’oro della Regione, missioni che secondo gli investigatori si svolgevano «in stile prima Repubblica», è un filone del fascicolo in cui Maroni è indagato per ”induzione indebita a dare o promettere utilità". Nel mirino del pm Eugenio Fusco ci sono due contratti stipulati dalla società Expo 2015 spa e da Eupolis a favore di Maria Grazia Paturzo e Mara Carluccio, già nello staff del ministero degli Interni. Secondo il magistrato, il governatore e il suo capo di gabinetto Giacomo Ciriello avrebbero fatto ottenere indebitamente alle due professioniste incarichi a tempo determinato, mentre al leghista Andrea Gibelli, segretario generale della Regione, è stato notificato ieri un avviso di garanzia per il solo contratto della Carluccio in Eupolis. La Paturzo si era aggiudicata un posto in Expo da 5.000 euro al mese proprio per seguire eventi come il World Expo Tour. Le tappe: Barcellona, Bruxelles, Parigi e Tokyo. Per Maroni provvedono le casse del Pirellone, la Paturzo ha volo e alberghi prenotati ma nessuno che paghi. Non l’Expo, che si rifiuta di coprire le spese di una collaboratrice, e nemmeno la Camera di commercio, che in passato aveva finanziato il viaggio della consulente in Catalogna. Ma questa volta la cifra è molto più alta e a Maroni, sostiene la Procura di Milano, non resta che tornare di nuovo all’attacco. Così, «abusando del ruolo inerente la carica e anche per tramite del suo segretario», il governatore insiste affinché l’Expo trovi il modo di finanziare il viaggio della Paturzo. Di fronte all’ultimo rifiuto, il brusco cambio di programma: poche ore prima della partenza Maroni rinuncia a Tokyo e ripiega su Berna.
EXPO PARTE LESA
I biglietti della Paturzo restano all’agenzia Vagonlit di Roma e al posto di Maroni parte in tutta fretta il vicepresidente della Regione Mario Mantovani. Il gruppo è composto da quattro persone e tra questi c’è Fabio Gamba, autista e segretario di Mantovani, già finito nella bufera per una consulenza da 16 mila euro assegnatagli dal suo superiore (che è anche assessore alla Sanità) per «l’analisi dei costi delle spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera». Quanto a Maroni, raggiunto a luglio da un invito a comparire, sarà interrogato tra una decina di giorni. E se l’inchiesta approderà in aula, l’Expo potrebbe costituirsi come parte lesa contro il governatore. Un corto circuito a soli sette mesi dall’inaugurazione dell’Expo.