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 2014  ottobre 01 Mercoledì calendario

I 50 ANNI DELLA DIVA SENZA BOTOX


Il compleanno di Monica Bellucci è stato la ciliegina sulla torta di un fine settembre affollatissimo di anniversari vip, dal monumento Sofia Loren alla sempre battagliera Brigitte Bardot (80 a testa), dall’irriducibile Catherine Deneuve ai nostrani B&B, cioè Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani, nati entrambi il 29. Monica è nata il giorno 30, e fa 50, un traguardo tondo, ma che non puoi più definire dantescamente «nel mezzo del cammin di nostra vita»», perchè le donne di quell’età oggi sono ragazze e ci tengono a sottolinearlo. Anche Monica, che odia le commemorazioni e i social network, ma per l’occasione qualcosina l’ha detta. Prima di tutto: «Non sono spaventata dall’età, perchè dovrei? Ho due figlie meravigliose, un lavoro che mi appaga. E soprattutto sono viva». Per quanto riguarda la bellezza, non smentisce e non conferma l’eventualità che possa esserci stato qualche ritocchino (sì, un’ombra di rughe c’è, ma così lieve da diventare un vezzo). Ma in un mondo dominato da dive botulinizzate, lei è la più naturale. Se le chiedi che cosa prova, ogni mattina davanti allo specchio, lei tira in ballo la nonna. È una sua caratteristica, accampare la semplicità di famiglia, non arriva agli estremismi della Loren lacrimante, ma anche lei non scherza citando antichi valori. E dice appunto di non aver mai dimenticato ciò che l’ava sosteneva: «Per esser belle fuori bisogna esser belle dentro». Ahimè, questa massima la si conosceva come apice della presa per i fondelli delle fanciulle non gratificate dalla natura, un tempo dette racchie, alle quali, per consolazione, si applicava il concetto «Non è una gran gnocca, ma è bella dentro». E invece Monica è prima di tutto bella fuori, e ha un bel dire che sì, la piacevolezza fisica aiuta, ma non del tutto, perchè diventa difficile far vedere quello che c’è davvero dentro. Siamo serie: allora non avrebbe dovuto fare la modella e poi l’attrice, ma continuare gli studi di giurisprudenza all’Università di Perugia, in terra d’Umbria (è nata a Città di Castello), dove da qualsiasi parte ti giri vedi preziosi angeli e arcangeli e Madonne cesellate da Raffaello e dal Perugino che le somigliano. La bocca carnosa ma non volgare, gli zigomi alti, ma lievi, l’ovale perfetto. Gli occhi scuri inondati di luce. Dicono che Monica è una bellezza mediterranea, ma non lasciatevi ingannare dai divertenti spot siciliani degli amici Dolce e Gabbana, lei non è soltanto quello, è una figura rinascimentale, appartiene al nostro patrimonio artistico. Tutto questo, anche se non si vedeva ancora quanto sia bella dentro, le ho permesso di lasciare l’Umbria, approdare a Milano, diventare modella quotata e sfilare sulle passerelle della moda, sposare un fotografo e lasciare pure lui, essere fotografata (tra gli altri), da Richard Avedon, interpretare il calendario Pirelli, avere la cover di Vogue ed Elle, diventare testimonial di griffe ad alto livello, da Cartier a Dior. Il film che l’ha lanciata era La riffa di Francesco Laudadio, un corpo in palio per una sfida a carte, e poi Màlena di Giuseppe Tornatore l’ha siglata come seduzione irresistibile nell’immaginario universale di tutti i maschi, ma era già stata concubina del vampiro in Dracula di Brian Stoker, di Francis Ford Coppola. Poi i set di Matrix, e sarebbe diventata incantevole strega dei fratelli Grimm, assai prima di Angeline Jolie. Ma anche Maria Maddalena per La passione di Cristo di Mel Gibson. Nel percorso del suo successo, l’incontro fondamentale, con Vincent Cassel, diventato suo marito e padre delle sue figlie, Deva e Léonie, un tipo che gronda fascino aspro. L’opposto totale e perfetto della morbidezza. Lui biondo, lei bruna, una coppia molto seducente che emanava erotismo. Lo percepivi, anche nei tanti film che hanno girato insieme, come Irréversible, film discusso per le scene di stupro, in concorso a Cannes 2002. E la Croisette divenne un «posto di casa» per Monica quasi francese grazie all’amore di Vincent. E poi la fine di quell’unione, nel 2013, annunciata in modo discreto, che non ha fatto luce sulle reali motivazioni. Ecco, il mistero è un’altra carta del fascino di Monica: forse per caso, o per calcolata abilità, o «saggezza di Bilancia», lascia sempre qualcosa in sospeso.