Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  settembre 30 Martedì calendario

RENATO MANNHEIMER “ORMAI PUNTA AL CENTRO, RISCHIO SCISSIONE”

[Intervista] –
Mi chiedo come potranno rimanere assieme dopo una direzione del genere...”. Renato Mannheimer guida l’istituto di sondaggi Ispo.
La riunione dei democratici l’ha impressionata?
Dopo una direzione così difficile la parola scissione non mi pare così campata in aria.
Lo scontro frontale chi avvantaggia a livello di consenso, Renzi o la minoranza?
Entrambe le parti, perché rafforza le reciproche identità e la partecipazione dei rispettivi elettorati. Ormai Renzi punta agli elettori di centro, e a un pezzo di quelli del centrodestra, che in assenza di alternative lo guardano con simpatia. Conta sul fatto che la parte più a sinistra, quella per così dire ri-mobilitata dal discorso di D’Alema, sia numericamente poco consistente.
Proprio D’Alema ha attaccato il premier ironizzando di fatto sulla sua scarsa preparazione.
All’elettore questo fattore non interessa, quelli preparati spesso non piacciono. Funzionano altre qualità.
Ma la battaglia sull’articolo 18...
Questo sì che interessa, mobilita la gente. In un recente sondaggio abbiamo riscontrato che i cittadini sono spaccati sull’argomento. C’è una lieve prevalenza di chi vorrebbe abolirlo, per essere precisi. Ma c’è grande dibattito.
Perché Renzi insiste su questo punto? Pensa di guadagnare consensi o vuole distogliere l’attenzione da altri temi?
Ho la sensazione che ci creda davvero. Ma di certo influisce la percezione collettiva che non stesse occupandosi di temi centrali, forte anche tra chi lo sostiene.
Civati lo ha attaccato sul piano ideologico: “Domenica sera in tv diceva cose di destra”.
Questo può danneggiare il premier. Non deve assimilarsi al centrodestra, perderebbe voti. E chi lo attacca su questo piano lo sa bene.
Ma Renzi è ancora popolare?
L’entusiasmo è in flessione, secondo tutti gli istituti di sondaggi. I nostri ultimi dati dicono che si fida di lui poco più del 50 per cento degli italiani, che è comunque un dato molto alto. Ma qualche settimana fa eravamo al 70 per cento.
Perché è calato?
Si è diffusa l’impressione che faccia molti annunci ma pochi fatti: però è ancora molto popolare, glielo ripeto.
Twitter @lucadecarolis
Luca De Carolis, il Fatto Quotidiano 30/9/2014