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 2014  settembre 30 Martedì calendario

IL GIALLO DEL SUPERDRONE USA PER 600 GIORNI IN ORBITA SENZA SAPERE CHE COSA FA

Si chiama X-37B Orbital Test Vehicle, e in realtà è quasi tutto quello che si sa del drone spaziale che per circa due anni ha orbitato senza sosta intorno alla Terra. Solo un nome, e il fatto che questa navicella guidata a distanza è molto simile allo Space Shuttle della Nasa, l’agenzia spaziale americana. A differenza dello storico vettore orbitante però, l’X37B risponde ai comandi del Pentagono, secondo cui l’unico impiego che dice di averne fatto è quello di affidargli la sperimentazione di nuove tecnologie.
In realtà voci e teorie su questa creatura della Difesa americana si sono succedute nel tempo, dall’ipotesi di essere un cacciabombardiere orbitante, a quella di rappresentare un’arma anti-satellitare. Tanto da far scoppiare il «giallo del drone spaziale». Una spiegazione, forse la più aderente alla realtà, è stata fornita da alcuni esperti dell’intelligence, che hanno studiato attentamente l’orbita percorsa da X-37B. Il vettore - dicono - sarebbe stato impiegato per portare in orbita satelliti classificati e sensori coperti da segreto di Stato, un ruolo di cui si conosce assai poco e che prima era svolto proprio dagli Space Shuttle della Nasa, ormai andati in pensione.
Tra gli anni Ottanta e Novanta, infatti, le creature dell’agenzia spaziale statunitense venivano arruolate dal Pentagono per svolgere missioni, in particolare traghettare in orbita materiali militari, compresi carichi a rischio. L’alleanza tra Nasa e Pentagono però si è andata allentando nel tempo, specie per i ritardi registrati dai programmi spaziali dell’agenzia Usa. Ecco allora che la Difesa americana si è affidata a X-37B, navetta spaziale svincolata dalla Nasa e con l’altro vantaggio di essere comandata a distanza, quindi con rischi di perdite umane nulli. Come lo Shuttle, il drone spaziale è portato in orbita da un razzo esterno, e atterra come un normale aeroplano. La differenza è nelle dimensioni, visto che è lungo meno di dieci metri e alto poco più di tre, ma una volta in orbita riesce a immagazzinare una importante quantità di luce solare che è in grado di fornire energia ai sensori di bordo.
Ciò che alimenta il giallo tuttavia è che per i primi anni, intorno alla metà dello scorso decennio, X-37B è stato utilizzato in chiaro, come veicolo per test pilota. Ma nel 2009, l’Aeronautica militare lo ha classificato come veicolo segreto, e nel dicembre 2012 è stato lanciato in orbita per la terza volta, rimanendo in missione per oltre 600 giorni. Il problema che non è mai stato rivelato che cosa questi vettori trasportano al loro interno e quale utilizzo ne fanno. Un interrogativo al quale solo il Pentagono può dare una risposta, dando così una soluzione al «giallo del drone spaziale».
Francesco Semprini, La Stampa 30/9/2014