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 2014  settembre 30 Martedì calendario

HONG KONG SI RIBELLA ALLA CINA

PECHINO.
Su WeChat, il più diffuso social network cinese, nonostante tutto circolano le immagini di un fiume di fiaccole che, in piena mezzanotte, attraversa le strade di Hong Kong.
Queste migliaia di persone non stanno facendo le prove generali per i festeggiamenti dei 65 anni della fondazione della Repubblica popolare cinese che si celebra domani, 1° ottobre. La Festa e i fuochi di artificio non ci saranno, Occupy central e il movimento degli studenti insistono: dopo un week end di proteste culminate in arresti e scontri nella notte di domenica, ieri hanno continuato a invadere le strade dell’ex colonia britannica in un clima di tensione che ha fatto temere il blocco dell’attività finanziaria di Hong Kong.
Più tardi, in serata, l’esecutivo ha annunciato il ritiro degli agenti anti-sommossa dalle strade, è stato lo stesso governatore della Regione amministrativa speciale Chung Yun Leung a chiedere ai manifestanti di lasciare la piazza, anche se sembra accertato che Chung abbia in qualche modo tentato di negoziare con i movimenti che contestano le decisioni di Pechino sul futuro politico di Hong Kong. L’esecutivo ha invece smentito con forza le voci circolanti sui social media in base alle quali penserebbe di chiedere aiuto all’Esercito di liberazione del popolo (Pla). Poi Chung è letteralmente sparito, Hong Kong rischia davvero in queste ore di cadere nel caos totale.
Sfidando il rischio di raffiche di gas lacrimogeni e i manganelli, migliaia di manifestanti continuano dunque le loro protesta nella notte, mantenendo il controllo di tre grandi arterie della città, il che rende difficile il movimento ai pendolari che vanno a lavoro, anche se molte scuole e aziende ieri sono rimaste chiuse.
La campagna di disobbedienza civile cova da settimane, ma nel week end ha registrato un’escalation, con l’occupazione del palazzo di governo, poi evacuato con la forza dalla polizia. Numerosi gli arresti tra gli studenti così come i feriti tra manifestanti e polizia.
La Cina, alla quale il Regno Unito ha restituito Hong Kong nel 1997, ha annunciato che il futuro capo dell’esecutivo locale sarà eletto nel 2017 in una rosa di due o tre candidati, selezionati da un comitato di 1.200 persone. Una interpretazione restrittiva del suffragio universale che ha innescato una campagna di disobbedienza civile, 13mila studenti si sarebbero riuniti in un campus di Hong Kong, a luglio mezzo milione di persone erano scese in strada per protestare contro l’influenza di Pechino su Hong Kong.
Il simbolo della protesta è diventato l’ombrello, buono per proteggersi dal sole e dai lacrimogeni.
Le reazioni del Governo cinese sono state dure. Per Pechino le manifestazioni di piazza a Hong Kong sono frutto di «estremisti politici» che però sono «destinati al fallimento» perché «sanno bene che è impossibile modificare la decisione» sulle modalità delle elezioni del 2017 per il governatore. Dure anche le reazioni nei confronti di eventuali ingerenze straniere. La Cina intima agli Stati Uniti e alle altre nazioni straniere, inclusa l’ex potenza coloniale britannica, di non interferire negli affari interni di Hong Kong, perché si tratta di una questione cinese. «Hong Kong è cinese: È una regione cinese ad amministrazione speciale e gli affari di Hong Kong sono esclusivamente affari interni cinesi» ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri.
I commenti della stampa ufficiale cinese all’indomani degli scontri tra la polizia e migliaia di manifestanti sono da manuale, «i militanti radicali sono destinati a fallire», secondo il quotidiano ufficiale Global Times, le dimostrazioni «rovinano l’immagine di Hong Kong», ma «la stabilità fondamentale di Hong Kong non sarà distrutta», aggiunge il giornale secondo cui ogni raffronto con Tiananmen nel 1989 è «senza fondamento»: «La Cina non è più lo stesso Paese di 25 anni fa. Adesso ha diversi approcci possibili per affrontare le varie forme di agitazione». Il Quotidiano del Popolo, organo del Partito comunista, è invece rimasto in silenzio.
R.Fa., Il Sole 24 Ore 30/9/2014