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 2014  settembre 30 Martedì calendario

ALITALIA, DAI DEBITI LE NUOVE AZIONI

Conversione del debito Alitalia attraverso emissione di nuove azioni: per sottoscriverle, le banche potranno «utilizzare il credito pecuniario liquido derivante dai finanziamenti a lungo termine». Sulla carta è un altro aumento di capitale aperto a tutti i soci, e tale viene definito nel verbale dell’ultima assemblea straordinaria dell’Alitalia, dove lo si quantifica in un massimo di 695,32 milioni di euro. Ma non è prevista emissione di nuova liquidità, proprio perché a intervenire alla fine saranno le banche. Dopo mesi di trattative, la technicality adottata per venire incontro ai diktat di Etihad sul nodo del debito risulta piuttosto complessa, tanto che persino le azioni che verranno emesse al servizio di questa operazione non sono tutte uguali, bensì di tre differenti categorie. Quelle di tipo 1 rappresentano la prima tranche, per un massimo di 341,3 milioni di euro. Le azioni di tipo 3, invece, ammonteranno a un controvalore di 217,2 milioni di euro, mentre quelle di tipo 4 copriranno gli altri 136,7 milioni di euro. Le banche che hanno partecipato all’azione di restructuring nell’ambito dell’accordo con Etihad hanno anche chiesto e ottenuto che in particolare le azioni 1 «beneficino, nella cosiddetta cascata dei pagamenti, di un privilegio del 95% nelle distribuzioni, fino all’ammontare non dell’apporto, bensì dello stesso apporto maggiorato di un rendimento semplice del 4%». Ma prima di addentrarsi nei meccanismi che regolano questo particolare aumento di capitale, occorre fare un po’ di chiarezza su come è articolato il debito finanziario della compagnia. Quello che resterà fuori dall’ambito della newco al 51% di Cai e al 49% di Alitalia, ammonta in realtà a 598 milioni di euro. Di questi, 225,2 milioni sono relativi, come si legge nei documenti che Alitalia ha condiviso con azionisti e creditori, a «operazioni di anticipi di corrispettivi derivanti da biglietti venduti e anticipi di corrispettivi di future vendite effettuate con Mps Leasing & Factoring-Banca per i servizi finanziari alle imprese, Unicredit factoring, Factorit e Banca Monte dei Paschi di Siena». Già dirottati su conti correnti intestati agli istituti interessati, al closing con Etihad andranno invece «decanalizzati», ovvero dovranno tornare nella disponibilità di Alitalia. Gli altri 372,8 milioni, invece, sono relativi a linee di credito di vario tipo, concesse da Intesa Sanpaolo, (anche in pool con banca della Campania e Popolare dell’Emilia Romagna), Mps, Popolare di Sondrio e Unicredit. I finanziamenti a lungo termine sono l’architrave dell’aumento di capitale. A questi crediti pecuniari liquidi, infatti, le banche potranno attingere «per il pagamento del prezzo di sottoscrizione delle azioni 1, 3 e 4, mediante compensazione volontaria».
L’ad uscente Gabriele del Torchio e il presidente Roberto Colaninno ci hanno impiegato mesi, ma alla fine hanno ottenuto la disponibilità di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Monte dei Paschi e Popolare di Sondrio a stipulare un accordo per la ristrutturazione dell’indebitamento finanziario e a sottoscrivere le azioni di tipo 1, 3 e 4 entro dieci giorni dal termine per l’esercizio del periodo di opzione da parte dei soci ordinari di ciascuna delle tre tranche, attingendo al finanziamento a lungo termine. La scadenza temporale per il collocamento è più ravvicinata per le azioni 3 e 4. L’assemblea, codice civile alla mano, l’ha fissata entro il 31 maggio 2015. Per allora Etihad avrà già acquisito il 49% della Nuova Alitalia.
Angela Zoppo, MilanoFinanza 30/9/2014