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 2014  settembre 30 Martedì calendario

FAIDA CONI-FEDERNUOTO, MALAGO’ SQUALIFICATO 16 MESI

Giovanni Malagò è il primo presidente del Coni squalificato durante il suo mandato. La spiacevole vicenda – da qualunque lato la si guardi – rappresenta un’altra stazione dolorosa della faida tra Giovanni Malagò e Paolo Barelli, nemici dai tempi di Roma 2009. Le faide hanno sempre un fatto personale alla base. Ieri un punto, anzi 16 come i mesi di squalifica inflitti al rivale, per il presidente della Federnuoto. Malagò è stato infatti punito dalla Disciplinare come presidente del club Aniene in base all’art. 12 del Regolamento di Giustizia, all’art. 6 Diritti e Obblighi del Soggetti Federali, n. 4, lett. a) dello Statuto FIN articolo 6 degli art. 2 e 7 del Codice di comportamento sportivo del Coni. Sono norme che tutelano lealtà sportiva e i diritti di persone o organismi in caso di giudizi lesivi. Malagò era stato deferito perché, nella Giunta Coni del 4 marzo, sosteneva che la Fin aveva presentato le stesse fatture per i lavori delle piscine del Foro Italico sia al ministero sia a Coni Servizi.
Il Coni aveva presentato la denuncia a inizio febbraio. In effetti chiamarla doppia fatturazione è almeno inesatto perché le fatture sono state presentate a Coni Servizi, mentre il ministero ha versato un contributo senza chiedere documentazione. Dura la reazione di Malagò: «È il trionfo dell’illogicità. Mi è stato attribuito un fatto inesistente e per questo sono stato condannato. La decisione conferma ancora una volta che è stato necessario riformare il codice della giustizia sportiva (...). E non a caso su 75 componenti, l’unico voto contrario è stato del presidente della Federnuoto».
Un presidente federale che di faide se ne intende ha commentato: ne resterà soltanto uno. Parallelamente allo scontro in ambito sportivo va avanti quello penale. Il pm aveva chiesto l’archiviazione, respinta dal gip che ha chiesto un supplemento d’indagine anche basandosi sul ricorso di Coni Servizi. E meno male che all’inizio si diceva che era «un atto dovuto». Tutto potrebbe finire o continuare entro il 20 dicembre.
E ora? Malagò non può fare il presidente dell’Aniene nuoto per 16 mesi: non può premiare Federica Pellegrini al Sette Colli o firmare documenti. Farà ricorso alla Commissione d’appello federale e, eventualmente, al Collegio di garanzia del Coni, a una sezione diversa da quella (numero 5, consultiva) che ha già espresso il parere su cui si basava la difesa: quello che il presidente Coni dice in Giunta nell’esercizio delle sue funzioni non può essere perseguito. Se ci si arriverà sarà la sezione 2 a occuparsi del caso, ma è curioso che una parte della Cassazione abbia assolto Malagò in anticipo sul giudizio di primo grado. Infine, volendo e potendo (ci vogliono 15 mila franchi svizzeri) c’è anche il Tas. Al di là delle stranezze e delle ragioni dell’uno o dell’altro, non ci stanchiamo di dire che forse, tutto questo, si poteva evitare.
Roberto Perrone