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 2014  settembre 30 Martedì calendario

TFR PIANO DA GENNAIO 2015 CON IL «SÌ» DI ABI E IMPRESE


ROMA La conferma del bonus Irpef di 80 euro, ma anche una nuova riduzione del costo del lavoro per le imprese, per circa 2 miliardi, probabilmente con un taglio dei contributi, il finanziamento dei nuovi ammortizzatori sociali per un miliardo e mezzo. Oltre ai fondi aggiuntivi per l’istruzione, un altro miliardo, e a un po’ di respiro per i Comuni, con un leggero allentamento del Patto di Stabilità soprattutto per il finanziamento delle opere pubbliche. E allo spostamento, dal prossimo gennaio, di una parte del Tfr nella busta paga, purché si trovino compensazioni adeguate per le imprese.
Oggi in Consiglio dei ministri arriva la Nota di aggiornamento delle previsioni economiche e, dunque, del nuovo quadro della finanza pubblica, che potrebbe vedere il debito in calo quest’anno, ma la manovra di bilancio per il 2015, che arriverà nel giro di un paio di settimane, è già delineata. Sarà una manovra lorda di circa 20 miliardi di euro, che saranno recuperati attraverso i tagli della spesa, solo una minima parte dei quali verrebbe destinata alla riduzione del deficit. Il “menù” è quello delineato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ieri alla direzione del Pd, dalla conferma del bonus «per undici milioni di contribuenti» alle novità in materia di Trattamento di fine rapporto.
Per finanziare la manovra il governo non infrangerà il tetto del deficit del 3%, «che affonda le sue radici in un mondo diverso rispetto ad oggi, ma sappiamo che il danno reputazionale che l’Italia avrebbe nel non rispettare quel vincolo sarebbe più grave dei vantaggi che potremmo avere a superarlo» ha detto Renzi. L’Italia dovrebbe puntare ad un allungamento dei tempi del pareggio di bilancio, come ha lasciato intendere anche ieri il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, critico per giunta sui meccanismi europei di sorveglianza sui conti pubblici, che presentano anche «difficoltà statistiche».
Secondo le nuove previsioni, il pil del 2014 si ridurrebbe dello 0,3-0,4%, mentre per il 2015 si tornerebbe ad una crescita, comunque modesta. Il deficit pubblico sarebbe al 2,8-2,9% quest’anno, ed appena al di sotto nel 2015, mentre il «close to balance» si raggiungerebbe nel 2016 ed il pareggio l’anno successivo. Dai nuovi dati, però, potrebbe emergere una novità importante. Anche per effetto della rivalutazione del pil, il rapporto con il debito pubblico potrebbe scendere già nel 2014, per la prima volta dopo tantissimi anni.