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 2014  settembre 30 Martedì calendario

COME FUNZIONA BENE L’UFFICO STAMPA DEL CALIFFO AL BAGHDADI


In Francia durante lo scorso fine settimana hanno avuto luogo numerose manifestazioni contro il terrorismo. Il Paese, sotto choc dopo l’assassinio dell’escursionista Hervé Gourdel, ha cercato di reagire all’orrore scendendo in piazza. Per la comunità musulmana è stata anche l’occasione per dissociarsi da quella che viene considerata una visione pericolosamente distorta dell’islam. «Siamo tutti sporchi francesi e ne siamo fieri» ha affermato il Presidente della Conferenza degli Imam di Francia. Alla manifestazione di Place de la République, a Parigi, erano presenti non soltanto i musulmani ma anche cristiani, ebrei, membri di associazioni antirazziste e rappresentanti istituzionali.
La morte di Hervé Gourdel riveste significati potenti e costituisce un passaggio importante per il califfato islamico. È trascorsa poco più di una settimana da quando l’Isis ha sfidato l’Occidente, chiedendo a tutti i propri sostenitori di attaccare i civili. A questo appello hanno risposto i jihadisti algerini. Il rapimento di Gourdel è avvenuto a opera del gruppo Jund al-Khilafa, attivo nella regione della Kabilia e precedentemente affiliato ad al Qaeda. Il cambiamento di campo di questa armata salafita, presente in Algeria da diversi anni, non è da sottovalutare.
Il fronte islamista è diviso, ma oggi la capacità di attrazione del califfato islamico è indubbia. A differenza di al Qaeda, infatti, il gruppo di al Baghdadi può vantare di aver già conquistato un grande territorio e punta esplicitamente alla «liberazione» militare di tutte le terre arabe. Inoltre, ha sviluppato una strategia di comunicazione moderna ed efficace. Video come «I prescelti», dove un giovane canadese ben integrato racconta del suo avvicinamento all’islam radicale, stanno facendo il giro del mondo. Diffusi tramite web e sottotitolati in tutte le lingue, contribuiscono all’opera di reclutamento dello Stato Islamico e alla sua capacità di influenzare anche gruppi combattenti che fino a poco fa non si riconoscevano nella scommessa di al Baghdadi.
La sfida del califfato non riguarda soltanto le popolazioni del Medio Oriente che rischiano di essere conquistate e sottoposte a un dominio oppressivo e totalitario. Concerne anche l’Occidente e la sua capacità di fare fronte comune contro una visione del mondo che non si può conciliare con la democrazia e il rispetto dei diritti umani. «I jihadisti hanno colpito la Francia perché conoscono le divisioni che ci sono nella nostra società e ne approfittano per cercare di far esplodere l’odio. Per questo dobbiamo tornare a una logica di fraternità», ha affermato il Presidente di SOS Racisme durante le manifestazioni a Parigi. Sono parole che devono far riflettere tutti i Paesi occidentali che hanno mostrato un’incapacità a comprendere le tantissime differenze che esistono nel mondo arabo, lasciando in tal modo spazio a discorsi xenofobi e razzisti, che soltanto oggi mostrano fino in fondo la propria pericolosità.

* Eurodeputato Pd