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 2014  settembre 30 Martedì calendario

CI SONO I SOLDI SOLO PER 10 RISARCIMENTI


La nuova responsabilità civile dei magistrati riguarderà al massimo ogni anno il risarcimento di 10 cittadini ingiustamente perseguitati dai tribunali della Repubblica italiana, e per dare loro soddisfazione dal 2015 in poi il governo di Matteo Renzi ha stanziato un massimo di 540 mila euro. La notizia è contenuta nella relazione tecnica del disegno di legge sulla «Riforma della disciplina della responsabilità civile dei magistrati» firmato dal ministro della Giustizia Andrea Orlando e dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan trasmesso in Senato che lo ha appena stampato. Dopo le grandi proteste della magistratura italiana (che sono proseguite ieri, con una dura nota dell’Anm che dà del bugiardo al premier Matteo Renzi per avere detto da Fabio Fazio che la magistratura considerava un «attentato all’autonomia» l’introduzione del tetto ai loro stipendi e la riduzione delle ferie), sembra proprio che la montagna abbia partorito il classico topolino. Se davvero le stime del governo fossero esatte, e i casi di malagiustizia fossero solo 10 all’anno, anni di battaglie, di referendum e di polemiche politiche sarebbero state del tutto sproporzionate all’entità del fenomeno. In realtà la stesa relazione tecnica spiega come la proposta del governo di allargare la responsabilità civile dei magistrati con costo imputato allo Stato ed eventuale possibilità di rivalsa sia così fumosa da poterne calcolare difficilmente gli effetti. «La mancanza di elementi oggettivi», scrive la Ragioneria generale dello Stato, «a disposizione di questa Amministrazione, non consente di procedere ad una quantificazione certa dei possibili riflessi finanziari a carico del bilancio dello Stato, anche in considerazione del carattere di eventualità della spesa, che potrebbe scaturire all’esito delle procedure di accertamento della responsabilità del magistrato». Per fare i calcoli così si prende a riferimento quel che è avvenuto in questi anni, dopo il varo della legge a firma Giuliano Vassalli che dovrebbe avere tradotto in norme quel che a maggioranza schiacciante avevano deciso i cittadini italiani con un referendum: che i magistrati che compiono errori gravi, debbono pagarne anche economicamente le conseguenze, e le loro vittime di conseguenza essere risarcite. In realtà con quella legge il peso economico è caduto interamente sulle spalle dello Stato, e per i magistrati che sbagliavano ci sono state eventualmente solo conseguenze disciplinari. Nella relazione tecnica si dà anche una notizia che non era nota: la vecchia legge non è servita praticamente a nulla, tanto è che il ministero della Giustizia ha evidenziato «un totale di 9 casi nel decennio che va. dal 2005 al 2014 e che hanno comportato una liquidazione media degli importi pari a circa 54.000 euro». Nove casi in nove anni, e cioè uno all’anno. Il riferimento economico per altro con un campione così basso non è particolarmente utile. Siccome le nuove norme del governo «estendono la responsabilità civile anche ai magistrati onorari ed eliminano la limitazione del danno risarcibile ai danni non patrimoniali, che abbiano determinato la privazione della libertà personale. E in più viene individuata, inoltre, quale ipotesi di colpa. grave, la violazione manifesta della legge e del diritto dell’Unione Europea», quel caso all’anno secondo i tecnici dell’esecutivo dovrebbe moltiplicarsi per dieci. E la ragioneria ipotizza dunque "una proiezione di n. 10 casi all’anno, che consente di quantificare in 135.000 euro per l’anno 2014 (3/12 di 540.000) e in 540.000 euro (54.000 euro X 10 casi) a decorrere dall’anno 2015, i relativi oneri finanziari".