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 2014  settembre 30 Martedì calendario

Notizie tratte da: Jesse Bering, Perv. Viaggio nelle nostre perversioni, Utet 2014, pp. 368, 15 euro

Notizie tratte da: Jesse Bering, Perv. Viaggio nelle nostre perversioni, Utet 2014, pp. 368, 15 euro.

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Piacere dei sensi «Coltivare il piacere dei sensi fu sempre la mia più notevole occupazione. Non ne ebbi mai alcuna più importante» (Casanova)

Parafilia 1 Parafilia: attrazione sessuale nei confronti di persone o cose che la maggior parte di noi non considera particolarmente erotiche. Para in greco significa “altro” o “fuori da”, philia è “l’amore per”.

Parafilia 2 Le parafilie riguardano nella stragrande maggioranza dei casi i maschi (gli esperti dichiarano che il rapporto tra uomini e donne parafiliaci è di novantanove a uno).

Teratofili, autoplushofili, melissafili ecc. Qualche esempio di parafiliaci: i “teratofili”, attratti dalle deformità fisiche; gli “autoplushofili”, che amano mastur¬barsi travestiti da animali di peluche; i “melissafili”, che hanno un’attra¬zione erotica per le api; gli “acrotomofili” (dal greco akron, estremità, e tomein, tagliare), che hanno una passione per gli arti mancanti. Ecc.

Acrotomofilo 2 Del feticismo per le amputazioni abbiamo notizia già nel 1890, quando G. Frank Lydston, chirurgo di Chica¬go, descrive un paziente ossessionato da una donna priva della gamba destra. Per un po’ i due erano usciti insieme, e finito l’idillio l’uomo aveva scoper¬to che le uniche signorine a destare il suo interesse avevano quel preciso difetto. Nel proprio resoconto sull’argomento, Wilhelm Stekel descrive altri casi di forte attrazione per gli amputati e la definisce «fetic¬cio negativo» (non in termini di giudizio morale ma di pura e semplice aritmetica corporea).

Pubefilia Un anziano con il feticcio dei peli pubici (“pubefilia”) ne possedeva di così vecchi che alcuni di essi, incollati alle pagine di un quaderno, erano diventati grigi.

Formicofilo «Nei suoi slanci sessuali più intensi il formicofilo si cosparge le zone erogene (di solito genitali, ano e capezzoli) di creaturine come lumache, rane, formiche o scarafaggi e trae piacere dal contatto con le minuscole mandibole o magari con la scia di bava fredda della lumaca che si affanna a scalare le vette gemelle dei testicoli».

Zoofilia Secondo alcuni scienziati moderni la zoofilia è un orientamento sessuale riguardante l’1% della popolazione mondiale.

Progenie di Satana 1 «Nel XVII secolo in America i maniaci sessuali più temuti non erano i pedofili (l’età del consenso nelle colonie inglesi era 10 anni, tanto per capirci) ma gli uomini colpevoli di stringere un segreto patto con il Diavolo allo scopo di ingravidare gli animali da cortile. Si temeva che i malvagi figli che ne fossero nati (detti “prodigi”) si potessero infiltrare nella giovane America popolata da timorati di Dio insozzandola di male».

Progenie di Satana 2 Nel 1642 il sedicenne Thomas Granger fu denunciato per aver fatto sesso con un’intera stalla di animali, compresi «una giumenta, una mucca, due capre, cinque pecore, due vitelli e un tacchino». Stando ai verbali del processo, gli animali vennero poi «uccisi davanti ai suoi occhi, secondo la legge (Levitico 20,15); e poi lui stesso venne giustiziato».

Progenie di Satana 3 Nel 1642, a New Haven, George Spencer, un servitore noto per il suo «spirito profano, mentitore, beffardo e lascivo» fu giustiziato per aver fatto l’amore con il maiale del suo padrone. Spencer giurava di essere innocente, ma per sua sfortuna la scrofa diede alla luce un feto deforme («un prodigioso mostro») che somigliava a George un po’ troppo per non destare sospetti. Il feto di maiale aveva «un sol occhio integro, essendo l’altro quel che si dice una perla, di colore biancastro e deforme». Questa disgrazia embriologica fu la condanna a morte di George: lui stesso aveva un occhio malformato, troppo simile a quello del maiale nato morto.

Progenie di Satana 4 Un Thomas Hogg fu accusato di sodomia quando la scrofa di un suo vicino mise al mondo un feto deforme «dall’incarnato e dalla testa pallidi come lo è Thomas Hogg». Le accuse mosse a Hogg dai suoi concittadini erano così serie che il governatore e il suo vice andarono di persona a prenderlo per trascinarlo fino alla scrofa, ordinandogli di “palpeggiarla” sotto i loro occhi. Ciò doveva servire a vagliare il grado di intimità tra i due. «Immediatamente fu palese un guizzo di eccitazione nella scrofa» raccontano i verbali, «tale che essa riversò seme di fronte a loro». Quando Hogg, suo malgrado, fu messo a palpeggiare le mammelle di un’altra scrofa, quella non ricambiò le coccole. O perlomeno, non svuotò la vescica come, con ogni probabilità, aveva fatto l’altra. Considerate le scarse nozioni di biologia dei suoi accusatori, sembra proprio che la prima scrofa avesse fatto pipì nel momento sbagliato. E così Hogg, come Granger e Spencer, venne giustiziato.

Bestialità Oggi la bestialità è ufficialmente illegale in molti paesi del mondo e, anche là dove non è un crimine codificato, chi fa sesso con gli animali viene talvolta tuttavia processato in base alla legislazione sul maltrattamento animale.

Podofilia 1 «La podofilia o “feticismo del piede” è la manifestazione più diffusa di ciò che i sessuologi definiscono “parzialismo sessuale”, ossia l’attaccamento erotico a una parte del corpo che non ha funzioni riproduttive. Piedi, ombelico, denti, naso, bulbi oculari, lobi delle orecchie, dito mignolo, talloni, capezzoli: ci sono parzialisti di ogni tipo, affezionati a ogni tipo di mercanzia possiate immaginare, e il desiderio che nutrono per quella parte del corpo è più forte dell’interesse per gli organi genitali; a volte, persino, lo oscura».

Podofilia 2 «Una piccola ma non insi¬gnificante minoranza di persone» scriveva nel 1927 il sessulogo Havelock Ellis, «considera il piede o la calzatura la parte più attraente della donna, e in alcuni casi morbosi la donna stessa diventa un’appendice pressoché insignificante del piede stesso».

Odore di vagina 1 La vagina umana da sola può ospitare più di quattrocento diverse specie di organismi e quando è sana contiene acidi che oltre a combattere la fermentazione e gli agenti patogeni le danno quell’odore così marcato.

Odore di vagina 2 I criceti maschi zompano addosso a qualunque cosa sia intriso delle secrezioni vaginali di una femmina in calore. Al contrario, un maschio umano che annusa l’odore vaginale di una donna senza sapere cosa sia lo trova quasi sempre repellente. Secondo lo psicologo Roy Levin la maggior parte dei maschi eterosessuali esprime nei confronti di quell’odore un “affezionato disgusto” (cioè lo tollerano senza davvero gradirlo).

Bonaparte Terminata una campagna militare, Napoleone Bonaparte, che disprezzava la fragranza dolciastra dei profumi, spedì alla moglie Giuseppina un promemoria con scritto soltanto: «Torno presto; smetti di lavarti».

Secrezioni corporee In uno studio condotto in Danimarca su un campione di studenti universitari etero, i maschi in maggioranza dichiaravano di essere disposti ad assaggiare il latte materno di una donna se eccitati, ma non in condizioni normali. Allo stesso modo, la maggior parte delle donne immaginava di poter ingerire seme nel pieno dell’eccitazione, ma il pensiero di deglutire fluido seminale appena prodotto in un altro frangente era roba da mettere i brividi. L’idea di assaggiare il sudore, le lacrime e la saliva di qualcun altro, invece, non risultava così nauseante. Al contrario, pochissimi maschi o femmine – a prescindere dall’intensità della libidine – desideravano assaggiare il sangue mestruale. Infine, la maggior parte delle studentesse si dichiarava disposta, nelle giuste condizioni, ad assaggiare lo smegma maschile, ma soltanto il 3% dei maschi interpellati concordava con loro.

Secrezioni ascellari Esistono casi documentati di donne che annusano le secrezioni ascellari del loro partner. E qualcuna di loro di¬chiara di trarne una notevole soddisfazione olfattiva. Succede soprattutto quando nell’uomo gli alleli (i geni che codificano le proteine coinvolte nel riconoscimento della parentela biologica) del “complesso maggiore di istocompatibilità” (mhc) sono differenti da quelli della donna. Quando questo tipo di alleli è diverso, l’odore del maschio risulta più piacevole (o meno disturbante) per la femmina. Secondo i biologi evoluzionisti si tratta di un adattamento – inconsapevole – il cui scopo è dissuadere le donne dall’incesto.

Ovociti La donna nasce con un numero finito di ovociti: in media da uno a due milioni.

Spermatozoi Il corpo maschile produce circa ottantacinque milioni di spermatozoi al giorno, per testicolo. In una vita di durata media fanno più di un milione di miliardi di gameti.

Lavarsi 1 Il 70% delle donne vittime di violenze sessuali riporta un forte impulso a lavarsi, dopo, e un quarto di esse continua a farlo più del dovuto anche dopo tre mesi.

Lavarsi 2 Uno studio chiedeva a due gruppi di donne di chiudere gli occhi e immaginare che qualcuno le baciasse. Il primo gruppo doveva immaginare un bacio controvoglia, forzato, strappato da un maschio indesiderabile. Il secondo, al contrario, nel contesto di un abbraccio affettuoso con un uomo attraente. Soltanto le donne del primo gruppo decidevano di lavarsi, subito dopo l’esperimento.

Rituale del seme 1 Rituale d’ingerimento del seme praticato dai Sambia della Papua Nuova Guinea: attorno all’ottavo o nono compleanno tutti i bambini della comunità vengono isolati all’interno di una cosiddetta “capanna degli scapoli” occupata da maschi più grandi ai quali per diversi anni, ogni giorno, praticano una fellatio. I Sambia sono convinti che il seme sia una sostanza magica che trasforma i ragazzi in potenti soldati e che, perciò, più fluido seminale ingoiano, più forti diventeranno. L’antropologo Gilbert Herdt: «Tra gli 11 e i 12 anni i ragazzini diventano fellatori aggressivi, alla costante ricerca di seme che li faccia diventare ancora più maschi».

Rituale del seme 2 «Nella nostra società un rituale di questo genere non sarebbe neanche pronunciabile, causerebbe danni irreparabili e condannerebbe i bambini a una vita di problemi nell’ambito della propria sessualità. Invece gli adulti e gli adolescenti Sambia che “donano” il proprio seme ai più giovani passano per altruisti. E nella cornice di quella società, i bambini grazie al rituale diventano adulti integrati che, a propria volta, doneranno il seme alle nuove generazioni. Per i Sambia il vero danno sarebbe negare ai bambini di partecipare al rituale d’ingerimento del seme; in quel caso rimarrebbero marchiati a vita come deboli, guerrieri indegni di difendere la comunità».

Yogurt Il caso dell’uomo della Pennsylvania che nel 2011 fu condannato a due anni di galera perché iniettava il suo seme, con una siringa, negli yogurt delle colleghe.

Oasi Fino a non molto tempo fa, nell’oasi egiziana di Siwa, si pensava che il modo migliore per conquistare una ragazza fosse mescolare il proprio seme al suo piatto preferito. «E la corteggiata che avesse scoperto il misfatto non avrebbe denunciato il pretendente, ma ne sarebbe stata lusingata».

Luigi il Casto Il re di Francia Luigi XIII, sul trono dal 1610 al 1643, detto Luigi il Casto, «era in realtà un omosessuale piuttosto attivo. E non lo dico alludendo al curioso aneddoto che lo vuole responsabile della diffusione internazionale della parrucca da uomo – una moda durata per secoli – ma pensando a ben altro: il monarca passò buona parte del suo regno a letto insieme a un marchese dai capelli cremisi che gli era stato “donato” come compagno di sesso da un cortese Primo Ministro».

Follia venuta dal ventre 1 Lazare Rivière, studioso che operava a Montpellier nel XVII secolo sotto Luigi XIII, fu uno specialista nella cura clinica della libido femminile che, «a quanto pare, si era diffusa in tutta la Francia come una vera pestilenza. Nella sola Montpellier ci fu un’epidemia di vecchie vedove solitarie che setacciavano i pittoreschi prati cittadini alla ricerca di peni con cui saziare i propri venerei appetiti, e ragazze che si diceva praticassero cose impensabili su se stesse, addirittura (tenetevi forte) con le mani. [...] Rivière le riteneva creature pericolose, tutte, in egual misura [...] ma al tempo stesso le considerava degne di pietà e di cure. Sosteneva che gran parte di loro soffrisse di una terribile malattia mentale cronica che egli amava definire “follia venuta dal ventre”. [...] Secondo il dottor Rivière il problema cruciale in tutto questo erano i gas nocivi emanati dall’addensarsi del “seme” femminile inutilizzato».

Follia venuta dal ventre 2 Tra i rimedi suggeriti da Rivière per alleviare le sofferenze delle donne costrette dal surriscaldamento uterino a «chiedere agli uomini, apertamente, alla luce del sole, di giacere con loro»: la dieta a base di carne scondita (niente spezie, colpevoli di rinvigorire la libidine), sanguisughe sulle labbra vaginali, bagni tra cespi di lattuga freddi, astinenza dal ballo e dalla lettura di storie romantiche. Nemmeno i cuscini comodi erano permessi: troppo sensuale posarvi la testa. Altra cura: le parti genitali devono essere manipolate e strofinate da un’abile levatrice, così da provocare l’evacuazione del seme sovrabbondante.

Ninfomania 1 Nel 1856, una donna di 24 anni si rivolse a un dottore ventiseienne di nome Horatio Storer confessandogli che le erezioni instabili del vecchio marito non soddisfacevano la sua lussuria. Storer le consigliò di evitare la carne e il brandy e di rimpiazzare i cuscini imbottiti di piuma con qualcosa di meno sontuoso, come il crine di cavallo. In più le spiegò che la sua vagina andava tamponata con il borace.

Ninfomania 2 In epoca vittoriana i giornalisti britannici spiegavano come individuare la ninfomane in mezzo alle altre donne: ha un debole per i profumi e i gioielli vistosi, parla apertamente di matrimonio, ecc.

Ninfomania 3 Il concetto clinico di ninfomania ha continuato a circolare almeno fino al 1964, quando uscì il libro Nymphomania: A Study of the Oversexed Woman.

Masturbazione 1 In epoca vittoriana, come extrema ratio contro la minaccia della masturbazione femminile, si arrivava a raccomandare la clitoridectomia. Uno dei più fervidi sostenitori di questa procedura era Isaac Baker Brown, ginecologo e chirurgo ostetrico inglese convinto che nelle donne tutto, dall’epilessia alle manie alla catalessi, nascesse dall’abitudine a darsi piacere. La sua rovina professionale giunse quando praticò l’intervento su diverse pazienti senza il loro consenso dopo averle sottoposte ad anestesia totale per altre operazioni di routine.

Masturbazione 2 Come una donna americana descrive in quegli anni la propria battaglia contro la masturbazione: «Mentre pregavo, il mio corpo si contorceva a tal punto nella malattia che non riuscivo a sfuggirne, nemmeno invocando l’aiuto di Dio».

Masturbazione 3 Nel 1894 una madre portò la figlia di 9 anni da A.J. Block, medico di New Orleans, dopo aver beccato la piccola che si masturbava. Block issò la bambina sul tavolo dell’ambulatorio e cominciò a ispezionarne i genitali con le dita. Toccandole le labbra, non innescò alcuna reazione. Ma «non appena sfiorai il clitoride» raccontò il dottore in seguito, «le gambe si spalancarono, la faccia si fece pallida, il respiro corto e rapido, il corpo trasalì d’eccitazione, e la paziente cominciò a emettere piccoli mugolii». Nell’immaginazione di Block si trattava di un evidente e grave caso di ninfomania. Così, con l’approvazione della madre della bambina, praticò alla piccola una clitoridectomia d’urgenza.

Clitoridectomia «Di solito quando sentiamo parlare di “mutilazione dei genitali femminili” il nostro pensiero va all’Africa, ma l’annullamento della capacità di provare piacere mediante la rimozione di parti precise dell’anatomia femminile ha una lunga storia anche in occidente. Il ginecologo John Studd è convinto che negli ultimi due secoli siano state praticate in Inghilterra e negli Stati Uniti più clitoridectomie di quanto ci piacerebbe sapere. Una delle prime applicazioni della radioterapia fu proprio la rimozione del clitoride, per scoraggiare le adolescenti a masturbarsi. E le clitoridectomie ai raggi X non avvenivano in ospedali clandestini, ma nelle città più alla moda, anche a Londra e a Manhattan. Questo, nel xx secolo».

Masturbazione maschile Anche i genitali maschili sono stati interessati dalle fasi di massimo moralismo dell’epoca Vittoriana. Ad esempio il dottor John Harvey Kellogg, inventore dei cornflakes, ai genitori esasperati da figli masturbatori, offriva questa raccomandazione: «La circoncisione dovrebbe essere eseguita dal chirurgo senza anestetico, poiché il breve dolore che ne consegue avrà un effetto salutare sulla mente, specie se, come avviene in certi casi, lo si legherà all’idea della punizione. L’intorpidimento che resta per diverse settimane interrompe la pratica [della masturbazione] la quale, se non ha messo radici troppo profonde, potrebbe venire dimenticata e mai più ripresa». A chi non voleva tagliare il prepuzio del figlio, Kellogg raccomandava di tirarlo il più possibile sopra il glande (la punta) del pene e cucirlo stretto con ago e filo per impedire l’erezione. Oppure si poteva chiudere l’organo del giovane in una delle scatole genitali brevettate del dottore.

Flagelli G. Stanley Hall, padre degli studi psicologici sull’adolescenza e primo presidente della American Psychological Association, definì la masturbazione «il flagello della razza umana».

Ipersessuali 1 Alla fine del Novecento la maggior parte degli psichiatri americani e britannici smette di descrivere le persone con una vita sessuale esageratamente attiva usando termini come “ninfomania” e “satiriasi”. Oggi si predilige la parola “ipersessuale”.

Ipersessuali 2 «In un sondaggio effettuato nel 2006 su 1.171 donne svedesi, l’80% delle intervistate risultava “ipersessuale”. Perché i ricercatori avessero fissato in tredici orgasmi al mese la soglia di separazione tra “sessualità normale” e “ipersessualità” rimane un mistero (non c’è niente di speciale o di catastrofico in tale cifra, a quanto ne so io), e tuttavia qualunque kvinna si ritrovasse dalla parte sbagliata rispetto al confine veniva considerata “ipersessuale”. L’asticella per i maschi coinvolti nella stessa ricerca fu messa un po’ più in alto. Agli uomini occorreva un minimo di diciassette orgasmi al mese (altra cifra di¬scutibile) per essere classificati “ipersessuali”. E in 151 su 1.244 (circa il 12% del campione) potevano ambire al titolo».

Total sexual outlet Alcune tra le migliori stime della frequenza di eiaculazione maschile si possono tuttora reperire nel Comportamento sessuale dell’uomo di Alfred Kinsey. Nel libro Kinsey esplorò fra l’altro il cosiddetto tso (“total sexual outlet”, ovvero “sfogo sessuale complessivo”). Si trattava di calcolare quante volte, in sette giorni, un uomo residente negli Stati Uniti d’America nell’anno 1948 espellesse fluido seminale. Il tso medio su un campione di 5.300 maschi in età riproduttiva risultò essere 2,5 ma l’8% circa del campione, per cinque o più anni consecutivi, aveva realizzato un bel punteggio di tso pari o superiore a 7. Il che significa: almeno un orgasmo al giorno, tutti i giorni, per mezzo decennio.

Orgasmo femminile Nel 1953, l’anno in cui Kinsey diede alle stampe Il comportamento sessuale della donna, venne fuori che il tso femminile variava in funzione dello stato civile. Le donne non sposate avevano una media di 0,5 orgasmi alla settimana, la media nelle donne sposate era del 2,2.

Aka Nel 2010 gli antropologi Barry e Bonnie Hewlett scoprirono che tra gli Aka (una pacifica tribù di raccoglitori che vive nell’Africa centrale) le coppie sposate fanno sesso quattro o cinque volte in una notte sola. Lo fanno per piacere, ma la considerano prima di tutto una specie di lavoro: «Il compito del pene è di trovare il bambino» spiegò uno di loro, interpellato. «Lo sto facendo cinque volte a notte per cercare il bambino» disse un altro. Questa ipersessualità continua anche dopo la fecondazione, perché gli Aka credono nel “nutrimento seminale”, cioè che il seme sia un “latte” o una sostanza nutritiva indispensabile al corretto sviluppo del feto. L’inseminazione ripetuta di una moglie incinta è una pratica sessuale obbligatoria nella cultura dei maschi Aka, che pure durante la settimana si prendono qualche notte di riposo e utilizzano una specie di Viagra naturale, la radice di un albero detto bolumba. Dopo la nascita del bambino, c’è un periodo di moratoria sul sesso.

Pornografia Secondo una statistica del 2010, in America i consumatori assidui di pornografia sono 40 milioni. Uno su tre è donna. Il 35% di tutto ciò che viene scaricato da Internet ha a che fare con il porno. Ogni giorno si inviano e ricevono 2,5 miliardi di e-mail che contengono pornografia e si effettuano 68 milioni di ricerche a tema pornografico: il 25% del totale. Circa il 12% dei siti Internet è pornografico.127 Il 90% dei ragazzi tra gli 8 e i 16 anni ha visto online immagini pornografiche “vietate ai minori”, perlopiù “mentre faceva i compiti”. L’età media in cui per la prima volta si viene in contatto con questo genere di contenuti è 11 anni.

Numeri «Nel 1987, uno studio rivelò che soltanto il 5% degli studenti maschi delle superiori e il 3% degli universitari si masturbava quotidianamente. Nel 1994, un rapporto sui maschi americani di età compresa tra i 18 e i 59 anni calcolava che l’1,2% aveva l’abitudine di masturbarsi più di una volta al giorno. Nel 2002 (in piena era Internet) un altro studio stimò che l’universitario medio di sesso maschile si masturbasse circa tre volte alla settimana. Passando invece alle attività che richiedono un partner diverso dalla propria mano, i risultati dello studio del 1994 indicavano che il 7,6% dei maschi americani (sposati e no, gay e etero) faceva sesso 4 volte o più in una settimana».

Commessi Diverse ricerche di psicologia dimostrano che i consumatori comprano più volentieri un indumento se è stato maneggiato da un commesso di bell’aspetto.

Sadomasochismo 1 Il sadomasochismo vede un rapporto di 20 a 1 tra uomini e donne (tuttavia, nel sottogruppo femminile ci sono molte più masochiste che sadiche).

Sadomasochismo 2 L’11% circa di noi, a prescindere dal genere, ha avuto almeno un’esperienza di sadomasochismo. Il 5% degli uomini e il 7% delle donne affermano di includere regolarmente “l’umiliazione verbale” nel loro repertorio erotico.

Cannibale Armin Meiwes, professione tecnico di computer, è il sadico cannibale tedesco che nella primavera del 2001 accalappiò Bernd Jürgen Brandes, masochista disposto a farsi mangiare. «Cercasi maschio robusto, tra i 18 e i 30 anni, da macellare e consumare» recitava l’annuncio di Meiwes sul sito “Cannibal Café”. Le riprese video mostrano che Meiwes (il divoratore) non costrinse affatto Brandes (il divorato). Anzi, se coercizione ci fu, venne dal masochista prima che dal sadico. A un certo punto Brandes chiede a un indeciso Meiwes di strappargli il pene a morsi, implorandolo. In un’altra scena, in cucina, si vede Meiwes che soffrigge l’organo mozzato in padella con vino e aglio, e i due che se lo mangiano pacificamente insieme (in seguito Meiwes commentò che era “gommoso”). Infine si vede la carcassa salata di Brandes appesa a un gancio da macellaio dentro la stanza costruita ad hoc da Meiwes nella sua casa per potersi riempire lo stomaco, poco a poco, con venti chili di carne umana scelta.

Titillagnia “Titillagnia”, eccitazione erotica da solletico. Un paziente descritto nel 1947 dallo psichiatra Emil Gutheil: un avvocato trentanovenne sposato che viveva a New York e aveva un’inestirpabile brama sessuale di fare il solletico. Nella fantasia con cui più spesso si masturbava, l’uomo immaginava di solleticare qualcuno a morte o almeno fino al punto in cui l’altro schiumava dalla bocca e perdeva conoscenza.

Solletico 1 Nell’antica Cina i regnanti della dinastia Han brutalizzavano i nobili facendo loro il solletico, l’unico modo di non lasciare tracce visibili su vittime così illustri. Secolo dopo, a Vienna, una donna chiese il divorzio da un marito che per anni aveva abusato di lei con il solletico, esattamente per lo stesso motivo.

Solletico 2 “Knismolagniaco”, il corrispettivo masochista del sadico titillagniaco.

Solletico 3 “Pteronofiliaco”, ovvero colui che trae il piacere più intenso se lo si solletica con una piuma.

Età del consenso 1 «Spesso chi vuole fare sesso con un minorenne cita a propria discolpa l’arbitrarietà culturale dell’età del consenso. Su questo, almeno, ha ragione, e si tratta di numeri in continua fluttuazione persino all’interno della stessa cultura. Il primo statuto normativo a stabilire limiti anagrafici – il Westminster I – apparve nell’anno 1275, [...] e faceva parte di una più ampia legge inglese sullo stupro. Secondo le nuove misure, ogni uomo che osasse “usare violenza” su una “vergine non ancora in età” o non consenziente, commetteva un reato. Gli esperti di diritto inglesi diedero alla frase “non ancora in età” il senso di “non ancora in età da matrimonio”, che all’epoca corrispondeva ai 12 anni. In altre parole, se l’uomo fosse stato sposato con la dodicenne in questione nessuno avrebbe potuto contestargli il reato di stupro».

Età del consenso 2 «Nel XVI secolo le colonie nordame¬ricane adottarono l’età britannica – 10 anni – come limite più appropriato, e tale rimase nelle leggi di 37 Stati americani ben oltre la fine della Guerra Civile. Degli altri Stati esistenti negli anni ottanta dell’Otto¬cento, soltanto 9 avevano deciso che l’età “più avanzata” di 12 anni era forse un limite più ragionevole (uno stato, il Delaware, aveva addirittura abbassato il limite a uno stupefacente 7). Solo nel tardo XIX secolo l’età del consenso salì a 16 anni in quasi tutta l’America».

Età del consenso 3 In Francia si dovette aspettare il 1863 per veder salire l’età del consenso da 11 a 13 anni. Nel tardo XIX secolo si arrivò a stabilire una soglia a 13 anni anche in Portogallo, Svizzera, Spagna e Danimarca. Oggi la Spagna è l’unica di tali nazione a mantenerla, a differenza delle altre che l’hanno alzata a 14, 15 o al massimo 16.

Età del consenso 4 In Cile, negli anni venti del Novecento, l’età del consenso era 20, oggi è 16. Un secolo fa era 16 anche in Italia, dove oggi è 14. «Insomma, dai un’occhiata alla più aggiornata delle tabelle riassuntive delle età del consenso su scala in¬ternazionale e ti ritroverai con un mucchio di cifre tra il 12 e il 21 (intervallo notevole, va osservato), con una distribuzione apparentemente casuale: 13 in Argentina, 18 in Turchia, 16 in Canada, 12 in Messico, 20 in Tunisia, 16 nell’Australia Occidentale, 15 in Svezia, e via dicendo. “Più di 800 anni dopo la prima legge sull’età del consenso” scrive Stephen Robertson, “l’unica costante è l’incoerenza”».

Pedofili 1 Uno studio recente ha appurato che i pedofili cominciano a riconoscere la propria natura sessuale “tabù” – e di conseguenza a preoccuparsene – attorno ai 16 o 17 anni.

Pedofili 2 Esistono due distinte sottocategorie di trasgressori pedofili: quelli che compiono crimini “indiretti” (il caso classico sono i consumatori di pedopornografia) e quelli che invece vengono condannati per misfatti “diretti” (i molestatori). Le due categorie non si escludono a vicenda, ma neanche sono la stessa cosa. Ogni otto uomini arrestati per possesso di materiale pedopornografico, soltanto uno ha commesso molestie contro bambini.

Pedofili 3 Lo psicologo James Cantor ha scoperto che la statura del pedofilo è più spesso bassa che alta e che tra i pedofili i mancini sono in netta maggioranza. Altra costante tra i pedofili, sempre secondo Cantor, è che più giovane è la vittima, più basso è il quoziente intellettivo del trasgressore. Cantor ha anche scoperto certe anomalie di densità della materia bianca nella neuroanatomia dei pedofili. «Con “materia bianca” in gergo si definiscono i gruppi di assoni mielinici e di cellule gliali che trasmettono i segnali attraverso la materia grigia che compone il cervello» spiegava il ricercatore a un reporter nel 2012. «Immagini la materia grigia come un insieme di case allacciate a una certa rete elettrica, e la materia bianca come i cavi che collegano un edificio all’altro. [Nei pedofili] non ci sono abbastanza collegamenti e perciò, quando vedono un bambino, nel loro cervello non nasce un istinto di tipo protettivo, paterno o materno, ma sessuale. È quasi letteralmente un problema di connessioni sballate».

Pedofile Esistono pochissime pedofile certificate. Qualche sessuologo suppone persino che non ce ne siano proprio. Tuttavia, certi casi esemplari indicano che, nonostante l’incredibile rarità del fenomeno, un manipolo di “vere pedofile” esiste anche tra le donne. Ad esempio nel suo libro Pedophilia and Sexual Offending Against Children Michael Seto racconta di una giovane madre che si autodenunciò ai servizi sociali dopo aver praticato una fellatio ai figli di uno e tre anni ed essersi masturbata al ricordo dell’episodio. Un’altra donna praticò sesso orale a una coppia di bambine di quattro anni sotto la sua custodia e si eccitava quando faceva loro il bagnetto.

Platone Secondo Platone la pederastia era l’unico tratto che distingueva la società ellenica dai “barbari”.

Guerrieri Qualche secolo fa, nelle società di guerrieri nomadi come i samurai giapponesi o i berberi dell’oasi Siwa, giovani puberi accompagnavano in qualità di “mogli” i soldati che andavano in guerra mentre le ragazze e le donne si occupavano della casa.

Moschea Un inglese del XVIII secolo, uscito a passeggio nei pressi della Grande Moschea della Mecca, notò nei sacri locali dell’edificio uomini che fornicavano con adolescenti sotto lo sguardo complice e ironico dei passanti.

Pervertiti Solo al tramonto del XIX il significato di pervertito venne a coincidere con quello di “deviante sessuale”; un tempo voleva dire “ateo”.

Oro liquido Havelock Ellis, il sessuologo che in epoca vittoriana – intorno al 1897 – ha battezzato “pervertiti” i gay e le lesbiche, era “urofilo”, ovvero aveva una forte attrazione sessuale verso l’urina o le persone che compiono l’atto di urinare. Scrivendo a un’amica intima, Ellis la prende in giro per aver dimenticato la borsetta a casa di lui e aggiunge: «Niente in contrario a che lasci qui un po’ d’oro liquido». Ellis si vantava di essere un vero intenditore di pisseuses, tanto che nella sua autobiografia scrive: «Forse un giorno sarò considerato il pioniere che seppe cogliere la bellezza dell’atto naturale compiuto da una donna, rannicchiata e a schiena dritta». Nei suoi ultimi anni di vita questo «flusso divino», come lo chiamava lui, si dimostrò una cura efficace contro un’impotenza di vecchia data. L’immagine di una donna che faceva pipì acquattata era l’unica cosa che riuscisse a eccitarlo: «Non l’ho mai considerata una volgarità, ma piuttosto un interesse ideale, una parte della bellezza del mondo ancora sconosciuta ai più».

Pletismografo penile Negli anni cinquanta, lo stato maggiore militare ceco chiese aiuto allo psichiatra praghese Kurt Freund perché un gran numero di ragazzi si diceva omosessuale per evitare la leva obbligatoria, che non valeva per i gay dichiarati. Freund presentò allora il pletismografo penile, che esiste ancora e funziona così: un uomo si siede e il suo pene viene collegato a un manometro che coglie le variazioni di tumescenza anche minime (è così sensibile che registra persino gli aumenti di volume sanguigno inferiori a un centimetro cubico, cosa di cui la maggior parte degli uomini non si accorge a livello conscio), mentre la cavia osserva una sequenza casuale di modelli nudi che rappresentano diverse categorie erotiche. Lo scienziato controlla come reagisce l’apparato del maschio all’apparizione di ogni foto. All’epoca del primo utilizzo del pletismografo i nudi scelti per smascherare i falsi gay erano semplici immagini statiche di uomini o donne attraenti.

Malati di mente Per quasi cento anni, gli psichiatri considerarono i gay e le lesbiche né più né meno che malati di mente e cercarono, quasi tutti, di curarli come si cura chi soffre di disturbi mentali.

Trapianti A Parigi all’inizio del XX secolo c’erano medici che promettevano di curare i gay infelici di esserlo trapiantandogli, al posto dei loro testicoli, quelli recuperati dal cadavere di un maschio etero e ipersessuale (il metodo, naturalmente, non funzionava).

Vomito Nel 1900, ai gay infelici di esserlo, certi medici raccomandavano di tenere sempre a portata di mano un flacone pieno di sostanze puzzolenti. Ogni volta che provavano eccitazione per un individuo del loro sesso, non dovevano fare altro che estrarlo e farsi venire un attacco di nausea (o meglio ancora di vomito).

Smascheramenti Il professor Charles Samson Féré, che si dedicava alla ricerca di un metodo infallibile per smascherare i gay che nascondevano i propri gusti omoerotici, nel tomo Studi scientifici ed esoterici sulla degenerazione sessuale negli uomini e negli animali (anno 1899) scrive: «Postura, atteggiamento, modo di camminare, partecipano tutti dell’inversione». Per esempio «si sono notati l’aumento di grasso nelle zone mammarie, le grosse dimensioni delle natiche, e la carenza di peli». Anche «l’incapacità di imparare a fischiare», chiarisce Féré, «contraddistingue l’uomo effeminato». Tra il pene di un omosessuale e quello di un etero, invece, non c’è alcuna differenza: «Un dottore aveva [visitato] più di 600 omosessuali», assicura Féré «senza mai incontrare un solo caso di malformazione degli organi genitali».

Lesbismo istituzionalizzato A metà anni ottanta, nel Lesotho, Africa meridionale, fu scoperto un tipo di lesbismo istituzionalizzato. Prima del matrimonio, certe giovani corteggiavano ragazze preadolescenti con le quali stringevano intensi legami erotici. Tali relazioni, dette “mamma-bambina” offrivano non soltanto l’opportunità di sperimentare con il sesso, ma anche sostegno emotivo a ragazze dalla vita famigliare instabile.

Travestito Un ritaglio del 1940, in cui un vecchio travestito descrive i suoi primi ricordi erotici: «La mia vita sessuale si manifestò tra i 12 e i 13 anni. E immediatamente si legò al desiderio di indossare abiti da ragazza. Cominciai a scoprire che non appena infilavo un vestito, una gonna o le scarpe col tacco avevo un’erezione. Negli anni successivi chiesi a diversi travestiti se anche loro avessero avuto esperienze simili e le risposte furono quasi sempre affermative. Ogni volta che [cercavo] appagamento sessuale mi bastava indossare un indumento femminile, pensare a un ragazzo vestito da ragazza o guardare le foto di uomini truccati da donne, e l’appagamento arrivava prestissimo. Era un’associazione con la figura femminile nella quale mi identificavo».

Donne 1 Le donne rappresentano meno dell’1% di tutti gli autori di reati sessuali.

Donne 2 Un terzo della pornografia in circolazione pare sia consumato da donne.

Lucy La storia di Lucy, una scimmia allevata in maniera molto simile a una bambina dallo psicologo Maurice Temerlin alla fine degli anni Sessanta. Temerlin racconta che, giunta all’inizio della vita adulta, Lucy aveva tra i suoi hobby preferiti quello di masturbarsi con gli umani nudi ritratti nel paginone centrale di “Playgirl”, spiegando per bene le pagine e posando i genitali gonfi sopra l’immagine del pene.

Uomo di Neanderthal Jesse Bering, 37 anni, professore di Scienze della comunicazione all’Università di Otago in Nuova Zelanda, omosessuale, un compagno di nome Juan, da adolescente raggiunse il primo orgasmo masturbandosi davanti all’immagine di un uomo di Neanderthal «che, rannicchiato in una tana rocciosa, con le gonadi rosa provocanti e pendule tra cosce muscolose e scimmiesche, adoperando tutte le sue capacità cognitive cerca disperatamente di accendere un fuoco con cui scaldare la sua irsuta famiglia (una specie di femmina perplessa al cui petto peloso è attaccato il piccolo che succhia come un forsennato)».

Estraneo «Di ciò che è umano nulla io trovo che mi sia estraneo» (Terenzio)