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 2014  settembre 29 Lunedì calendario

PALLINATO DELLA VALLE PER CINQUANTAMILA


Tutti contro Mr Tod’s. La possibile discesa in campo di Diego Della Valle non piace alla politica, maggioranza come opposizione. Un’apertura si registra solo nelle file dei metalmeccanici, con il leader Fiom, Maurizio Landini, «pronto a discutere» perché «su alcune cose l’ho apprezzato, quando dice per esempio che gli imprenditori devono investire e pagare le tasse in Italia». Per il resto, un diluvio di critiche [Alberto D’Argenio, Rep 29/9/2014].

Una squadra per un governo alternativo a quello di Renzi. Entro una decina di giorni Della Valle renderà nota la sua proposta. Non è escluso che la presenti direttamente al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Una lista di un governo tecnico composto da persone competenti, indipendenti con curriculum di qualità, qualcuna forse proveniente anche dalla politica [Roberto Mania, Rep 28/9/2014].

È un’iniziativa solitaria, senza alleati per ora. Una sfida al suo ex amico Matteo Renzi, per dimostrare che non siamo all’ultima spiaggia e che proprio l’attuale esecutivo, invece, «rappresenta l’ultima spiaggia», come ha detto venerdì scorso in televisione da Floris [Roberto Mania, Rep 28/9/2014].

«Ascoltami, non ti candidare, resta fuori dalla politica», ha ripetuto più volte Della Valle al suo amico Luca Cordero di Montezemolo, quando questi pensava a una discesa in campo, fra il 2008 al 2012. Oggi le parti potrebbero essere invertite: Montezemolo, che alla fine del lungo tormentone decise di non fare politica in prima persona, non pare convinto delle prese di posizione antigovernative di Della Valle, sta riflettendo. Ci sono in gioco le sorti di Ntv, in cui Montezemolo e Della Valle sono soci e anche futuri incarichi per Montezemolo [Andrea Garibaldi, Cds 29/9/2014].

Nell’ottobre 2011, dopo aver comprato pagine sui giornali intitolate «Politici ora basta», dichiarò: «Io non farò mai politica nella mia vita». Ora però il presidente e amministratore delegato del gruppo Tod’s – un miliardo quasi di fatturato, 3.500 dipendenti – non lo ripeterebbe. Siamo in una vera emergenza, sostiene da qualche tempo, e intorno c’è troppo silenzio. Ci viene detto – ha spiegato alle persone più vicine – che solo questo governo può risolvere i problemi e che l’alternativa sarebbe il baratro. Secondo Della Valle non è vero. Anzi [Andrea Garibaldi, Cds 28/9/2014].

Se può permettersi di parlare così duramente prima dei due banchieri top del Paese (Geronzi e Bazoli), poi del primo gruppo editoriale italiano di cui è azionista (Rcs), poi dell’azienda delle aziende (la Fiat) e infine del presidente del Consiglio che vola nei consensi (Renzi), è perché ha il suo miliardino di fatturato nel lusso che cresce da anni e che macina profitti senza sosta. A ciò si aggiunga qualche investimento ben fatto (i soli magazzini Saks gli hanno dato una plusvalenza di 150 milioni). Legna al fuoco per compensare gli interventi in Ntv (investimento da 100 milioni) e Corriere (in cui ha immesso quasi 250 milioni) [Nicola Porro, Grn 28/9/2014].

Molti degli argomenti di Della Valle riecheggino le analisi che portarono Montezemolo alla costituzione della Fondazione pre-politica Italia Futura poi confluita, senza grande successo per la verità, in quella Scelta civica guidata alle ultime elezioni da Mario Monti. Anche allora si parlava della necessità di una classe dirigente, di una borghesia produttiva, disposta a scendere in campo, a non limitarsi a fare da spettatrice e a curare esclusivamente i propri interessi particolari. Superando gli steccati tra la destra e la sinistra [Roberto Mania, Rep 28/9/2014].

Il nome per sostituire Renzi ce l’ha, e lo utilizza per interrogare i suoi (eventuali) sostenitori: Ignazio Visco, numero uno di Bankitalia, una figura tecnica, evocato giorni fa, guarda caso, proprio dal Corriere della Sera di cui il signor Tod’s è azionista [Carlo Tecce, Fat 29/9/2014].

La squadra, dunque. Ignazio Visco, che però ha già negato disponibilità per il governo del Paese. Fra gli obiettivi di Della Valle potrebbe esserci Andrea Guerra, ex amministratore delegato di Luxottica, già protagonista di un «gran rifiuto» ad entrare nella lista dei ministri di Renzi. E potrebbe esserci Alberto Bombassei, che ha condiviso con Monti e Montezemolo l’avventura di Scelta civica (8 per cento alle elezioni 2013, poi lo smembramento) [Andrea Garibaldi, Cds 29/9/2014].

Fra i politici Della Valle ha coltivato negli anni rapporti importanti con Pier Luigi Bersani e con Clemente Mastella: alle sue feste di Telese arrivava con l’elicottero. Bersani, e con lui molta parte della minoranza Pd, potrebbe condividere la parte principale del programma politico di Della Valle: lavoro, lavoro, lavoro, altro che abolizione del Senato [Andrea Garibaldi, Cds 29/9/2014].

Di sicuro Della Valle ha lanciato un sasso pesante. Qualche nome interessato c’è. Per esempio quello di Corrado Passera, l’ex banchiere di Intesa e ministro dello Sviluppo del governo Monti che rifiutò l’avventura di Scelta civica per poi fondare il suo movimento, Italia unica: Passera non ha mai avuto esitazioni quando, prima di Della Valle o De Bortoli, ha giudicato Renzi inadeguato. Al momento non risulta che con Della Valle ci sia un progetto, ma l’interessato non lo esclude: «Con grande coerenza – ci dice – fin dalla primavera ripeto che il modo di far politica di Renzi non è ciò che serve all’Italia» [Marcello Zacché Grn 28/9/2014].

Questa cosa dei poteri forti ripetuta in continuazione da Renzi, poi, Della Valle non la manda giù. I poteri forti, continua a dire ai suoi amici, sono quelli che ha combattuto venti anni fa. Quelli sì erano tosti. Potere forte era Romiti, era Maranghi. Gente con cui Mr Tod’s rivendica scontri epici. Senza parlare dei già citati Geronzi e Bazoli. Eppure il Corriere della Sera sembra essersi spostato su una linea antigovernativa. Bene, pensa Della Valle. Ma non sarebbe farina del suo sacco. Con quel giro là, dice ai suoi, io non c’entro nulla. Cosa c’azzecca Ddv con Fdb (cioè Ferruccio de Bortoli)? [Nicola Porro, Grn 29/9/2014].

Si iscriverebbe al partito di Della Valle? «Un ottimo imprenditore, per carità. Se farà politica gli auguro ogni fortuna. Non mi sembra un tipo molto diplomatico ma potrebbe imparare. Vede, non basta essere grandi imprenditori per diventare bravi politici. Come dimostra la parabola di un imprenditore milanese...» (Riccardo Illy, 59 anni, già sindaco di Trieste e Presidente del Friuli. Ha lasciato la politica attiva nel 2008) [Paolo Griseri Rep 29/9/2014].

Ma Clemente Mastella al suo amico Della Valle consiglierebbe di scendere in politica? L’ex Guardasigilli non ha bisogno di pensarci su, risponde rapido: «Sul piano personale gli direi di pensarci bene perché le sue attività e la sua vita privata verrebbero messe a ferro e fuoco e ci sarebbe certamente un magistrato che si metterebbe a contestargli qualcosa...» [a.d’a, Rep 29/9/2014].

È impressionante la virata di Della Valle nei confronti di Renzi. Finito il tempo delle partite della Fiorentina gomito a gomito o delle passeggiate assieme per Firenze. Ad alimentare la delusione nei confronti di Renzi, molti episodi. A luglio Della Valle parla di «segrete stanze dove si discutono accordi e accordini» e tutti pensano al patto fra Renzi e Berlusconi e Verdini [Andrea Garibaldi, Cds 28/9/2014].

Ci sono tre episodi che hanno allontanato il signor Tod’s da Renzi: la scelta di arruolare Federica Guidi al ministero per lo Sviluppo Economico (e i provvedimenti sfavorevoli a Italo); il trasferimento di Mauro Moretti (ex Ferrovie, odiato da Ntv) a Fin-meccanica e la conseguente promozione di Michele Elia ai vertice dei treni di Stato. In contemporanea, Renzi ha smesso di ascoltare i consigli di Della Valle e s’è gettato in braccio a Denis Verdini, tra gli emissari meno presentabili di Silvio Berlusconi [Carlo Tecce, Fat 29/9/2014].

L’imprenditore che scende in campo è stato una cruciale figura di successo della Seconda Repubblica. Ora che questa è in agonia, è non è detto che stia sorgendo l’alba della Terza, la tentazione ricorrente dell’imprenditore che si «butta» in politica offre solo la sensazione del déjà vu. E nemmeno, con ogni probabilità, baciata dal successo [Pierluigi Battista, Cds 29/9/2014].

L’idea «imprenditoriale» di sostituirsi alla politica si è logorata nel tempo. Luca Cordero di Montezemolo, che pure ha a lungo accarezzato la voglia di «scendere in campo», lo ha capito tempestivamente. Corrado Passera invece no. E di Diego Della Valle i retroscena raccontano, non smentiti, una tentazione politica impellente e appassionata. Robert Musil ha narrato nell’Uomo senza qualità le velleità politiche del magnate dell’industria Arnheim nella costruzione di una maestosa «Azione Parallela». Finì male: facile profezia [Pierluigi Battista, Cds 29/9/2014].