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 2014  settembre 29 Lunedì calendario

INSULTI ANTISEMITI, AUTOGOL DEL LIVERPOOOL

Che siano neri o ebrei, poco importa: loro non cinguettano, gracchiano. Dopo il caso Balotelli della scorsa settimana, e i tweet che gli davano della «scimmia» perché s’era permesso di sfottere bonariamente i rivali del Manchester, i corvi del social network sono tornati a bombardare il Liverpool Football Club. Venerdì scorso, capodanno ebraico, è bastato un normale gesto di cortesia della società — augurare «buone feste a tutti i nostri tifosi ebrei nel mondo» — per ricevere un’altra valanga d’insulti. Shanà Tovà ? Ma neanche per sogno. Sull’account della società, molti hooligans l’hanno presa male: chi invocando un sano repulisti di «zio Adolfo», chi promettendo vendette nazi e nuove Shoah, chi postando le foto dei bambini ammazzati a Gaza… Fra il calcio e gli antisemiti, il rapporto è spesso d’un certo imbarazzo e la Premier League non fa eccezione: quando entra in campo il Tottenham, storica squadra degli ebrei di Londra, accade che dalle curve avversarie si levi un agghiacciante sibilo che ricorda le camere a gas. Stavolta, i responsabili del Liverpool hanno risposto all’inizio quasi giustificandosi — «gli auguri li facciamo anche ai cristiani per Natale e ai musulmani durante il Ramadan…»—, poi si sono rivolti alla polizia inglese per segnalare gli attacchi e infine, non sapendo bene come maneggiare la faccenda, hanno deciso di cancellare il messaggio d’auguri, «per non esacerbare gli animi». Un autogol: l’autocensura ha mosso un’onda opposta, d’indignati twittatori dalle comunità ebraiche di tutti i Paesi e di sostenitori che, semplicemente, invitavano a «non darla vinta ai razzisti». You’ll never walk alone , non camminerai mai solo, cantano i tifosi ai loro Diavoli rossi: di certi compagni di viaggio, si può anche fare a meno.