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 2014  settembre 29 Lunedì calendario

MEDIASET IL SOCIO STRANIERO PARLA SPAGNOLO (MA È A TEMPO)


Chi conosce bene la vicenda è convinto che più che a Madrid è a Parigi che si deve guardare per capire come potrebbe dispiegarsi l’offensiva di Mediaset nella pay-tv. L’ingresso di Telefonica in Mediaset Premium con l’11,1% pagato 100 milioni di euro, avvenuto la scorsa estate nell’ambito dell’accordo per la cessione del 22% di Digital Plus detenuto da Mediaset Espana, secondo gli addetti ai lavori non può essere letto come un asse tra Cologno e Madrid nella tv a pagamento.
A César Alierta interessava soprattutto prendere il controllo della pay-tv spagnola. A Mediaset di fare cassa, ed è stata abile a spostare in Italia il fronte dell’alleanza mettendo sul tavolo la quota in Premium, riuscendo così a portare capitali freschi anche al Biscione oltre che a Mediaset Espana. Su quell’11,1% Alierta però ha un’opzione di vendita da esercitare nei prossimi sei mesi se entrerà un socio in Premium. E Mediaset da tempo ne sta cercando (almeno) uno.
Di qui la sensazione che l’asse con Telefonica non sia così forte. Mentre a Parigi potrebbe nascere davvero un’alleanza di ferro. Vivendi, attraverso Canal+, sta valutando con attenzione il dossier Premium e ha avuto contatti serrati con Cologno. Lo scorso luglio Piersilvio Berlusconi e il presidente del gruppo media francese, Vincent Bolloré si sono anche visti a Villa San Martino. Ma le ipotesi che vorrebbero Vivendi entrare in Mediaset Premium rilevando la quota di Telefonica — alimentate dalla cessione agli spagnoli di Gvt, una società telefonica brasiliana controllata dal gruppo francese — non sembrano tuttavia realistiche. Canal+ punta a una quota di maggioranza e a quanto si sa Mediaset non sarebbe contraria.
Per crescere e conquistare il mercato della pay-tv il Biscione ha davanti a sé due strade: rafforzarsi nei contenuti imbarcando soci che ne hanno, e Vivendi è uno di questi, oppure irrobustirsi tentando la strada della crescita per acquisizioni. Un’opzione che si adatta sia ai francesi, usciti dal business della telefonia per puntare sui media con quasi 20 miliardi in cassa, sia ad Al Jazeera , il network del Qatar di cui da tempo si parla come di un possibile socio forte per Premium.
Guardare fuori dei confini nazionali è possibile, ma servono spalle larghe. Mentre concentrarsi sul mercato italiano non può essere considerata più un’opzione strategica per un gruppo che ha un know-how di quel livello. Per Mediaset è il pane quotidiano se parliamo però di tv free , dove tuttavia il mercato sta diventando sempre più stretto. E più caro. La pubblicità televisiva l’anno scorso ha subito un calo del 10 per cento e per quest’anno l’aspettativa è di un piccolo miglioramento. Di contro, se prendiamo per esempio i diritti per il calcio, quest’anno Mediaset ha dovuto sborsare 373 milioni di euro (100 milioni in più del precedente contratto) per assicurarsi le partite di 8 squadre di Serie A fino al 2018, e altri 690 milioni per la Champions.
Investimenti necessari a fare il salto nel campo di Murdoch e rispondere a Sky, che nello sport ha trovato la leva per trasformare gli italiani in spettatori paganti e macinare fatturato con gli abbonamenti. E l’offerta di bouquet sempre più ricchi è la chiave per vincere. Almeno fintanto che la banda larga non creerà lo spazio per aprire la partita a un altro giocatore: la tv via cavo, oggetto misterioso in Italia ma standard in diversi Paesi europei come la Germania. La multicanalità, che non è il futuro ma il presente, può aprire scenari competitivi tutti nuovi. In cui una compagnia telefonica come Telecom Italia potrebbe diventare funzionale per completare la gamma dell’offerta di un broadcaster. Vale tanto per Mediaset, quanto per Sky, sebbene Murdoch, tranne che all’epoca in cui a guidare Telecom era Marco Tronchetti Provera, non sembra essersi più interessato al dossier.
Che è invece è sulla scrivania di Bolloré. Vivendi riceverà a breve l’8,3% di Telecom da Telefonica, come parte del pagamento pattuito per la vendita di Gvt. Da quando è stato firmato l’accordo le voci su un matrimonio Mediaset-Telecom officiato da Vivendi si sono intensificate. Bolloré potrebbe avere tuttavia qualche problema a convincere i suoi soci a puntare su Telecom, dopo l’uscita del gruppo dalle tlc. Ma se la strategia fosse accompagnata da un’alleanza forte con Mediaset Premium, nell’ottica della convergenza e di un consolidamento europeo, Telecom potrebbe essere una pedina strategica per imprimere finalmente la svolta alla pay-tv di Berlusconi, fare spazio a Vivendi sul mercato italiano dei media, e tagliare la strada a Murdoch.