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 2014  settembre 29 Lunedì calendario

CALABRIA, L’OASI FELICE PER L’ESERCITO DEI DIPENDENTI PUBBLICI


Trecento milioni. Più o meno 150 euro l’anno per ogni cittadino calabrese, neonati compresi. Costa tanto, ha calcolato la Corte dei conti, retribuire i dipendenti delle società partecipate e dei vari enti pubblici e di «diritto privato» della Regione Calabria: un esercito. Ne sono stati censiti 9.201. Per capirci, sono più del triplo del personale regionale. Le sole società partecipate, in numero di 22, hanno 1.805 dipendenti, al netto di quelle che non hanno neppure comunicati i dati alla magistratura contabile.
Come per esempio l’Aeroporto S. Anna di Isola Capo Rizzuto, che di addetti secondo la Camera di commercio ne avrebbe 31. Una società di cui la Regione controlla il 14% e che è già costata una barca di soldi: 1,3 milioni di perdite nel 2008, 1,1 nel 2009, 788 mila nel 2010...
Oppure Locride sviluppo, che a fronte di cinque consiglieri di amministrazione, tre revisori e due sindaci supplenti, dichiara alla Camera di commercio un solo dipendente: nel 2012, sottolinea la Corte dei conti nell’ultimo rendiconto sulla gestione della Regione, ha perso 126 mila euro. E via di questo passo. Nel 2012, insiste il rapporto, le società partecipate hanno fatto perdere alla Regione, per le sole quote di sua spettanza, 11,8 milioni.
Dice tutto sulla gravità della situazione il giudizio dei responsabili dell’organo di revisione regionale, riportato testualmente nel documento: «Emerge, dall’analisi dei dati disponibili, un quadro preoccupante e pericoloso che impone la necessità di attivare piani di ristrutturazione e razionalizzazione delle società partecipate. È del tutto evidente che con questi dati di bilancio il fallimento del sistema delle società partecipate è solo questione di tempo».
Parole che rendono bene l’idea delle difficoltà che dovrà affrontare il successore dell’ex governatore Giuseppe Scopelliti, disarcionato da una condanna a 6 anni per abuso d’ufficio e falso, quando dovrà inevitabilmente mettere in moto una spending review degna di questo nome: il cui principale ostacolo saranno le micidiali incrostazioni clientelari e assistenzialistiche lasciate da certa politica. Inutile farsi illusioni.
Per certi versi, alla luce di questo, gli enti pubblici potrebbero rappresentare un problema ancora più serio delle società. Anche perché ci sono da pagare tutti i mesi 6.564 stipendi. La maggioranza del personale è concentrata nell’Afor, l’azienda che ha in carico i famosi forestali (da non confondere con la Guardia forestale, sia chiaro) che tante polemiche hanno suscitato in passato. Sono in tutto 5.290, per un costo che supera i 151 milioni di euro: numero che spinge il totale del personale dell’Afor a 5.670 unità.
Ma da non trascurare nemmeno l’Arssa, sigla che sta per Agenzia regionale per lo sviluppo e i servizi in Agricoltura, con i suoi 875 dipendenti. Per mantenere i quali si spendono 34 milioni. Il personale dei 16 enti pubblici grava ogni anno sulle finanze regionali per qualcosa come 228 milioni.
Senza dire, poi, delle collaborazioni e delle consulenze. Nel 2013 le società partecipate hanno distribuito 157 incarichi, con una spesa di poco inferiore ai tre milioni, di cui 835 mila euro per consulenze pure. La sola Fincalabra, la finanziaria regionale che dovrebbe sostenere lo sviluppo imprenditoriale, ha sborsato quasi due milioni.
Ma è niente rispetto a quanto hanno speso alcuni enti che vengono classificati «di diritto privato», controllati dalla Regione Calabria. Il totale ha raggiunto nel 2013 ben 11, 1 milioni di euro per 575 incarichi di collaborazione e una sessantina di consulenze. La Fondazione dei calabresi nel mondo ha impegnato ben 1,6 milioni. Mentre la sola Fondazione Field ha speso quasi 6 milioni, dei quali 835 mila euro di consulenze. Tanti auguri al futuro governatore.