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 2014  settembre 29 Lunedì calendario

HOLLANDE PERDE IL SENATO LA PRIMA VOLTA DEI LEPENISTI IL FRONTE CONQUISTA DUE SEGGI

PARIGI.
François Hollande è un’anatra azzoppata. Da ieri il leader socialista non può più contare su una maggioranza al Senato. Il rinnovo parziale di alcuni seggi alla Camera alta consegna più seggi alla destra. L’Ump e i suoi alleati hanno adesso 189 seggi, la coalizione di sinistra è a 157 seggi, mentre il Front National avrà per la prima volta due senatori: Stéphane Ravier e David Rachline. Dalla sua fondazione, negli anni Settanta, il partito della famiglia Le Pen non aveva mai varcato il portone del Palais du Luxembourg. «Una vittoria storica », ha commentato subito Marine Le Pen. Uno dei nuovi eletti del Fn, Rachline, ha solo 27 anni e diventa il più giovane eletto al Senato, così come Marion-Marechal Le Pen, 24 anni, nipote di Marine, vanta lo stesso primato all’Assemblée Nationale. «Siamo il partito del rinnovamento non solo politico, ma anche generazionale », dice la presidente del Fn. «Ora resta soltanto una porta da aprire, quella dell’Eliseo», aggiunge il neosenatore Ravier. Nei sondaggi, Le Pen arriverebbe al ballottaggio per le elezioni presidenziali del 2017, eliminando il candidato di sinistra, proprio come fece suo padre nel 2002.
Mancano ancora due anni e mezzo, ma la gauche è precipitata così in basso che è difficile immaginare una rimonta possibile. Dopo aver perso le elezioni amministrative e quelle europee, i socialisti incassano un’altra sconfitta in pochi mesi. La destra ha una maggioranza di 15 seggi, un risultato largamente prevedibile dopo la pesante sconfitta del Ps alle amministrative di marzo. I “grandi elettori” che votano in Francia per la Camera alta sono gli eletti locali. I consiglieri municipali (87mila circa) rinnovano ogni 3 anni metà dei senatori (179 su 348). Il Front National ha vinto su un elettorato consolidato: la regione di Marsiglia, dove è stato eletto Ravier, e quella del Var (sud), feudo di Rachline. L’Ump, che stando al segretario socialista Jean-Christophe Cambadelis ha vinto ma «senza dilagare», ha incassato il dovuto. «Un’altra sconfitta per il governo», ha commentato Alain Juppé, candidato alle primarie nella destra.
Hollande, al minimo della popolarità, è stato clamorosamente sconfitto nella “sua” Corrèze, dove un seggio l’ha strappato Daniel Chasseing (Ump) con il 51,73 per cento dei voti. Ha perso un’ex ministra di sinistra come Anne-Marie Escoffier, alla quale si deve la riforma del riassetto territoriale, e non viene eletto neppure Jean-Pierre Michel, relatore in Senato di una legge che ha caratterizzato il primo anno della presidenza Hollande, quella sulle nozze gay, dopo essere stato l’artefice, nel 1999, della normativa sui Pacs, il Patto civile di solidarietà. A destra vince tranquillamente l’ex primo ministro di Jacques Chirac, Jean-Pierre Raffarin, sfiorando il 66 per cento delle preferenze nella Vienne. Sarà lui, con ogni probabilità, il nuovo presidente del Senato.
Il Palais de Luxembourg sarà adesso la palestra di ostruzionismo e attacchi della destra. Uno scenario che si è già verificato in passato. François Mitterrand ha governato con un Senato all’opposizione, e anche Nicolas Sarkozy ha dovuto fronteggiare una maggioranza passata a sinistra nel 2011. La Camera alta è stata tradizionalmente in mano alla destra, tranne che negli ultimi tre anni. Il sistema francese dà la priorità al voto dell’Assemblée Nationale, quindi non ci sarà un problema immediato di governabilità per la gauche. Ma Hollande dovrà rinunciare a qualsiasi riforma che preveda una modifica della Costituzione, come il diritto di voto ai cittadini stranieri, promesso in campagna elettorale. Inoltre, il Presidente “azzoppato” dovrà coccolare di più la traballante maggioranza dei suoi deputati, evitando che cresca il gruppo di “frondisti” che minacciano di astenersi, o peggio, votare contro le misure del governo.
Anais Ginori, la Repubblica 29/9/2014