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 2014  settembre 29 Lunedì calendario

DELLA VALLE PENSA A UN GOVERNO ANTI-MATTEO: «VADO AL QUIRINALE CON UNA LISTA DEI MINISTRI»

Una squadra per un governo alternativo a quello di Renzi. Entro una decina di giorni Diego Della Valle, patron di Tod’s, secondo azionista di Rcs, renderà nota la sua proposta. Non è escluso che la presenti direttamente al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Una lista di un governo tecnico composto da persone competenti, indipendenti con curriculum di qualità, qualcuna forse proveniente anche dalla politica. È un’iniziativa solitaria, senza alleati per ora. Una sfida al suo ex amico Matteo Renzi, per dimostrare che non siamo all’ultima spiaggia e che proprio l’attuale esecutivo, invece, «rappresenta l’ultima spiaggia », come ha detto venerdì sera in televisione. «Renzi è il diluvio, non l’unica soluzione per il Paese », dice Mr. Tod’s. Di chance per l’Italia – è la tesi dell’industriale marchigiano – ce ne possono essere altre. E spetta anche alla classe dirigente imprenditoriale essere in grado di prospettarle, passando dalla denuncia all’impegno diretto. Il che nei ragionamenti di Della Valle si traduce nell’autoattribuzione di un ruolo da king maker più che da protagonista in senso stretto sul palcoscenico della politica. «Ci dovremo impegnare a creare un gruppo di individui che vogliono veramente bene al Paese e che vogliamo mettersi a disposizione del Paese», sostiene l’imprenditore simbolo del Made in Italy che da Casette d’Ete ha fatto indossare a mezzo mondo le scarpe con i pallini. Ma chi siano i componenti della squadra è ancora tutto da scoprire.
Nemmeno Luca Cordero di Montezemolo, amico da sempre e socio in affari, a cominciare dal comune investimento nei treni veloci di Ntv, è della partita. Per ora non è stato coinvolto. E probabilmente non lo sarà neanche dopo. Per quanto molti degli argomenti di Della Valle riecheggino le analisi che portarono Montezemolo alla costituzione della Fondazione pre-politica Italia Futura poi confluita, senza grande successo per la verità, in quella Scelta civica guidata alle ultime elezioni da Mario Monti. Anche allora si parlava della necessità di una classe dirigente, di una borghesia produttiva, disposta a scendere in campo, a non limitarsi a fare da spettatrice e a curare esclusivamente i propri interessi particolari. Superando gli steccati tra la destra e la sinistra. Il contesto è molto cambiato (c’era Berlusconi che oggi non più), ma le parole non sono diverse. Pure il declino economico non si è arrestato. «Le persone che hanno bisogno, continuano ad averlo», ripete Della Valle.
Nulla – va anche aggiunto – lega la prossima iniziativa di Della Valle con il movimento, Italia Unica, fondato dall’ex banchiere ed ex ministro Corrado Passera. Tra i due non ci sono rapporti. Passera, tra l’altro, pensa alle prossime elezioni, Della Valle ritiene che l’Italia si trovi in una situazione di emergenza con un governo, a parte poche eccezioni, non all’altezza. «Il governo Renzi – dice - va cambiato subito ».
Dunque è una sfida dai tratti velleitari quella lanciata da Diego Della Valle. E nemmeno facile da decifrare. Tanto più che insiste nel ripetere che in ogni caso il suo mestiere resta un altro, lontano dalla politica. Eppure, in teoria, Mr.Tod’s, delusissimo da Renzi, sembra non escludere neanche l’ipotesi di dare vita a un partito o a qualcosa che ci assomigli. Sarebbe comunque un passaggio successivo. Ora dice che non c’è tempo da perdere. Per portare a palazzo Chigi un altro governo tecnico. Senza il voto? La risposta di Della Valle è che neanche Renzi governa sulla base del voto dei cittadini italiani.
È l’agenda innanzitutto che va cambiata, secondo Della Valle. Sbagliato concentrarsi su una riforma del Senato, affidata al ministro Maria Elena Boschi, inesperta secondo l’imprenditore, e a quel Denis Verdini che considera, invece, «un impresentabile gaglioffo». Mentre la Costituzione è di tutti. Quattro le priorità: salute, sicurezza, lavoro, scuola. Questo è quello che chiede l’opinione pubblica. Su tutto questo – secondo Della Valle – Renzi ha soltanto fatto annunci, bloccato dalla burocrazia che non ha affatto scalfito, ma soprattutto interessato alla conquista dei posti di potere. Con un Parlamento immobile da settimane, un sistema mediatico che consente di dire tutto all’ex sindaco di Firenze, e un’opposizione politica, infine, solo formale. E allora il rottamatore di Cesare Geronzi e di una finanza imbolsita, attratto da sempre dalla politica (amico di Clemente Mastella e anche finanziatore poi pentito di Forza Italia), sembra aver deciso di cominciare a farla lui – intanto - l’opposizione.