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 2014  settembre 29 Lunedì calendario

SHOCK IN GERMANIA, VIA IL REATO DI INCESTO

Tra i faraoni, da Akhenaton a Cleopatra, era un costume diffuso, per preservare la purezza dell’élite. Per le divinità pagane era normale. In alcuni Paesi arabi è diffuso. E nei nostri tempi è stato tema di film, da Soffio al cuore di Louis Malle, dove una splendida Lea Massari inizia compassionevole al sesso il figlio minorenne, a Themroc, con Michel Piccoli che fa l’amore con la giovane, bellissima sorella, impersonata da Béatrice Romand. Parliamo dell’incesto consensuale, un tema che in questi sta dividendo la Germania.
La settimana scorsa lo Ethikrat, il Consiglio etico, un’istituzione governativa con poteri di consulenza ma non decisionali, ha chiesto ai legislatori e al potere esecutivo di depenalizzare le relazioni consensuali tra sorelle e fratelli maggiorenni e consenzienti, uno dei tabù più forti e inviolabili.
La Germania è spaccata. Fino nei media di qualità: Der Spiegel è a favore della depenalizzazione, la Frankfurter Allgemeine contraria. La scelta dello Ethikrat è stata sofferta e tutt’altro che unanime: i giuristi hanno votato in 14 contro 9 per l’introduzione di modifiche all’articolo 173 del codice penale. In altre parole, per la depenalizzazione dell’incesto. Perché, argomentano, se c’è libero consenso e amore, il rapporto non può essere vietato e punito penalmente. E per quanto riguarda i rischi che l’eventuale prole nasca o cresca colpita da gravi malattie o ad altissimo rischio di difetti genetici e malformazioni, dalla mucoviscidosi alla sindrome di Down fino a difetti cardiaci o epilessia, il tema può essere affrontato – dicono sempre i giuristi del Consiglio etico – in colloqui chiari in consultori con le coppie incestuose, non da poliziotti che bussano all’alba.
«Proposta scandalosa e immorale», ha subito commentato Stephan Mayer, esperto della Cdu, il partito della cancelliera Angela Merkel. I socialdemocratici tacciono. Anche se il loro giovane ministro della Giustizia, Heiko Maas, si è subito detto contro ogni revisione all’articolo 173. Ma gli argomenti dei giuristi dello Ethikrat non finiscono qui. Non vogliamo sottovalutare i rischi per la prole, dicono, ma la libertà d’innamorarsi e anche quella di procreare devono essere valori costitutivi, non oggetto di politiche in cui lo Stato spinge la difesa della salute dei cittadini fino a una eugenetica punitiva, qui di triste memoria. Chi ha ragione? In Francia e in Spagna, sottolineano i giuristi, l’incesto non è reato. Dove lo è, accadono drammi. E citano a riporva la storia di Patrick e Susan, due giovani sassoni di umili condizioni. Si conobbero, entrambi cresciuti in brefotrofi, s’innamorarono, ed ebbero quattro figli insieme. Due dei bimbi furono colpiti da gravi malattie, i medici indagarono. Scoprirono quanto Patrick e Susan ignoravano: che erano fratello e sorella, abbandonati in strutture diverse da una famiglia sfasciata. Alla fine Patrick è finito in prigione e Susan ha perso l’affidamento dei bimbi.
Il dibattito è acceso, su relazioni tabù per le quali statisticamente in Germania le condanne sono al massimo dodici l’anno. Certo, i figli di coppie incestuose, per i geni in comune, rischiano malattie tre volte più degli altri. Ma oggi, obietta chi vuole depenalizzare, perfino la medicina moderna, con la donazione di sperma e le madri in affitto, accresce il rischio di geni in comune di figli di genitori ignari.