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 2014  settembre 22 Lunedì calendario

HAZEL, SINDACO URAGANO: A 93 ANNI VA IN PENSIONE

L’ uragano che dura da 36 anni si fermerà il 27 ottobre prossimo. Hurricane Hazel (dall’inglese ‘l’Uragano Hazel’) è il soprannome di Hazel McCallion, 93 anni, ininterrottamente sindaco di Mississauga dal 1978. Non si tratta di un piccolo Comune, ma della sesta città più grande del Canada – 668 mila abitanti, quanti Palermo – alle porte di Toronto. La sua è una storia che sembra un romanzo: inizia con un treno merci che deraglia in pieno centro, si concluderà dopo essere passata attraverso uno scandalo che ha messo a repentaglio una credibilità costruita in 36 anni.
McCallion ha 21 anni quando, dopo una breve parentesi da giocatrice professionista di hockey su ghiaccio, si trasferisce a Toronto. Come regalo di matrimonio riceve un appezzamento di terreno fuori dalla metropoli. Qui, in quello che di lì a poco diventerà il comune di Mississauga, costruisce casa e mette su famiglia. Nel ’67 decide che ne ha abbastanza del lavoro per l’azienda di cereali Kellogg, vuole dedicarsi anima e corpo alla sua vera passione: la politica. Nel ’78, è già sindaco del neonato Comune di Mississauga, giusto in tempo perché possa accogliere i migliaia di anglofoni in fuga dal Quebec a causa delle leggi in favore della lingua francese. Ma l’evento che renderà McCallion un’eroina per i suoi concittadini è un altro: mancano sette minuti alla mezzanotte dell’11 novembre 1979 quando un treno merci carico di prodotti chimici – combustibili, cloro e soda caustica – deraglia mentre attraversa il passaggio a livello di Dundas Street, a Mississauga. L’esplosione che segue è tremenda: i lapilli infuocati arrivano fino a quasi 2 chilometri d’altezza e, dopo l’incidente, si forma una nuvola tossica di cloro. L’unica soluzione è un’evacuazione di massa: 206 mila persone in poche ore si spostano all’altro capo della città o nelle contee vicine. Nonostante le operazioni si svolgano in piena notte, tutto fila liscio. Quella che rimarrà la più importante evacuazione di massa nella storia del Nord America fino all’uragano Katrina, si conclude senza morti. McCallion è inarrestabile: quando non è sul campo, sale zoppicando (a causa di una caviglia slogata mentre dirige le operazioni) il palco per le conferenze stampa, che organizza una dopo l’altra. È sindaco da appena un anno, è una donna, viene pure da una famiglia francofona, ma entra nel cuore di tutti.
Grazie a quel disastro evitato, la sua carriera politica sarà tutta in discesa. Stravincerà le elezioni per dodici volte consecutive, sempre con percentuali oltre il 90 per cento. Gli avversari, quelli veri, neppure si candidano: sanno che la popolarità dell’Uragano Hazel è inscalfibile. Anzi, cresce con gli anni perché, anche come amministratrice, non sbaglia un colpo. Da quando siede per la prima volta sulla poltrona di sindaco, il bilancio del Comune è sempre in attivo. La tassazione tra le più basse del Canada attira investitori, e un po’ alla volta la città assume una fisionomia diversa da quella di città dormitorio che si regge su Toronto. E, nonostante con il suo 51,6% di cittadini nati all’estero Mississauga sia la seconda città più multietnica del Canada, è anche tra le più sicure. I tre maggiori partiti politici canadesi – liberali, conservatori e nuovi democratici – tentano ripetutamente di candidare McCallion al Parlamento nazionale, ma la sua risposta è sempre la stessa: “No, grazie, preferisco la politica locale”. Non che lo faccia gratis, con i suoi 186 mila dollari l’anno è il terzo sindaco più pagato del Paese, ma lo fa bene. Dopo una lista sconfinata di onorificenze in patria e all’estero, nel 2005 va vicina al colpo grosso: arriva seconda nella votazione come Miglior sindaco del mondo. Davanti a lei si piazza solo Dora Mpakoyannis, prima cittadina di Atene e poi ministra degli Esteri, che però godeva di un piccolo vantaggio: aveva appena organizzato le Olimpiadi.
“Ma chi lo ferma, l’Uragano Hazel?”, pensano tutti. Prima o poi qualcuno arriva: si chiama Douglas Cunningham ed è il giudice che, nel 2009, accusa di McCallion di avere permesso alla World class development, l’azienda del figlio di Hazel, di risparmiare 11 milioni di euro in tasse e oneri di urbanizzazione. In Canada, Paese dove esiste una legge vera sul conflitto di interessi, Hazel avrebbe dovuto astenersi da qualsiasi incontro in cui si fosse discusso l’affare, lei non lo fa. L’anno dopo viene rieletta, ma perde il 16 per cento dei voti rispetto alle due elezioni precedenti. Nel 2013, verrà assolta perché “in buona fede”, ma capisce che è ora di ritirarsi. E poi l’età si fa sentire: nonostante gli strali dei suoi consiglieri, insiste per continuare a guidare la macchina da sola, ma negli ultimi cinque mesi è rimasta coinvolta in due incidenti. Il 21 ottobre, sei giorni prima che il suo ultima mandato finisca, uscirà la sua biografia: “Una vita con uno scopo”, che già dal titolo assomiglia a un testamento politico. Ufficialmente lascia perché “l’impegno da sindaco non mi lascia tempo per fare altro”, ma c’ha messo 36 anni e dodici elezioni per capirlo.
Alessio Schiesari, il Fatto Quotidiano 22/9/2014