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 2014  settembre 19 Venerdì calendario

Austria e Germania “Troppi migranti chiudiamo le frontiere” La minaccia a Schengen dei due Paesi europei Giacomo Galeazzi Confini blindati per i migranti

Austria e Germania “Troppi migranti chiudiamo le frontiere” La minaccia a Schengen dei due Paesi europei Giacomo Galeazzi Confini blindati per i migranti. L’Austria sta valutando la sospensione temporanea di Schengen e la reintroduzione dei controlli lungo la frontiera con l’Italia per fermare l’esodo di profughi verso nord. E il governo tedesco valuta la stessa soluzione: «Nella situazione attuale non possiamo accettare profughi da altri Paesi Ue, ne abbiamo già accolti più dell’Italia» ha dichiarato il portavoce del ministero degli Interni Tobias Plate. Infatti «al momento sono una decina i Paesi europei che accolgono profughi, mentre gli altri 18 non ne accolgono affatto». In Italia infuria la polemica. «Facciamo la figura degli smidollati - protesta il governatore del Veneto, Luca Zaia - Siamo l’unico Paese che non difende i propri confini». Riccardo De Corato di An lancia l’allarme sanitario: «Gli immigrati vanno visitati subito dopo lo sbarco sulle coste e non quando sono a Milano o Torino dopo aver attraversato l’Italia. Malattie trascurate possono aggravarsi e creare maggiori problemi». Quest’anno sono stati 4700 gli stranieri fermati in Austria. Quasi tutti sono stati respinti in Italia, solo 300 hanno chiesto asilo politico in Austria. Il ministro degli interni austriaco Johanna Mikl-Leitner e alcuni governatori parlano di reintroduzione dei controlli di frontiera al Brennero e a Tarvisio, mentre c’è addirittura chi vorrebbe inviare al confine l’esercito. Anche a Berlino si discute di sospendere Schengen nei confronti dell’Austria. «Lampedusa non deve diventare un sobborgo di Kiefersfelden», sostiene il segretario generale della Csu, Andreas Scheuer. Per Leonhard Voltmer (Caritas altoatesina) si tratta di un «inaccettabile scaricabarile tra Stati sulle spalle dei profughi». A 15 anni dall’entrata in vigore del trattato di Schengen, cresce il fronte di chi vorrebbe stringere temporaneamente le maglie del confine italo-austriaco. L’accordo bilaterale, che semplifica le riammissioni, penalizza l’Italia. Non esistono infatti respingimenti verso nord. Ogni giorno al Brennero l’Austria «riconsegna» in media 25-30 persone, tra loro spesso anche famiglie con dei bambini che vengono poi accolti e rifocillati dalla polizia di frontiera italiana. Il questore di Bolzano Lucio Carluccio evidenzia «il particolare impegno del personale del commissariato del Brennero nell’affrontare la situazione». Dopo le formalità di rito, i profughi diventano però dei fantasmi, spariscono nel nulla. Spesso, a poche ore dal respingimento, ritentano la sorte sulla stessa rotta, altri si spostano a Milano, da dove sperano di arrivare in Svizzera e da lì in Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia, dove molti hanno parenti e amici. Il governatore altoatesino Arno Kompatscher segnala che «il problema dei flussi migratori non si risolve chiudendo le frontiere». Si tratta di «una questione europea che richiede una soluzione europea: il problema non può essere risolto da un singolo Stato». Pesa come un macigno il no tedesco: «Non possiamo accogliere migranti». E dopo averli sigillati per due giorni la Turchia ha deciso di aprire i confini ai civili curdi siriani in fuga dai miliziani jihadisti dell’Isis, responsabili di atrocità in Iraq e in Siria. Quattromila profughi sono entrati in territorio turco. Molti cercheranno di raggiungere i familiari nell’Europa centrale.