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 2014  settembre 19 Venerdì calendario

UNO VALE UNO, MA LORO DI PIU’

Star tv. Onorevoli che contano. Trascinatori di popolo. Polemisti. Il pantheon grillino cambia e anche nel M5s dell’"uno vale uno" ormai una classe dirigente s’è formata. Fra big ormai noti ed emergenti in fase di decollo. Ecco una radiografia del potere a cinque stelle alla vigilia della kermesse del Circo Massimo,
in programma fra il 10 e il 12 ottobre

Luigi di Maio
È l’uomo forte del M5s alla Camera, di cui è il più giovane vicepresidente della storia. Fautore della svolta moderata e parlamentarista dell’opposizione grillina dopo il risultato deludente alle Europee. Avellinese, 28 anni, famiglia di destra ma democristiano nella gestione dell’aula, lo chiamano l’uomo di ghiaccio per la padronanza dei nervi. Benvoluto da Roberto Casaleggio, per ora non va oltre un’entente cordiale con il figlio Davide. Ma c’è chi dà per inevitabile un’alleanza futura. Il suo tallone d’Achille è la scarsa popolarità tra i colleghi che lo considerano troppo scaltro e ambizioso.

Alessandro Di Battista
Il bello dei grillini, il "Dibba" della politica, ex reporter dal Sudamerica. Unico rivale di Di Maio in termini di popolarità, è il cocco di Beppe Grillo. Più stropicciato nell’aspetto e meno controllato nelle esternazioni rispetto al vicepresidente di Montecitorio, è comunque tra i pochi autorizzati a scendere nell’agone televisivo. Da ultimo ha vivacizzato l’estate con un lungo post sul blog del leader in cui analizzava il ruolo dell’Isis e il terrorismo come «unica arma rimasta a chi si ribella». Sdegno bipartisan, ma Grillo non lo ha sconfessato nemmeno stavolta.

Laura Castelli
Deputata torinese, 28 anni appena compiuti, fa parte del cerchio magico con Di Battista, gli ex capigruppo Vito Crimi e Roberta Lombardi. Ortodossa della prima ora e seguace della linea dura, non ha però mai rinunciato a dire quello che pensa, tendenza che le ha procurato diversi grattacapi. Ultimo il dissenso con "Dibba" sul terrorismo: «Inopportuno nei tempi e nei modi». Ma anche le aperture al governo su taglio dell’Irap ed economia. Così, su di lei è sceso il grande freddo dei vertici. E c’è chi pronostica novità a breve.

Paola Taverna
Romana, 39 anni, ex impiegata nella Sanità ora senatrice, considerata una fedelissima è nota per parlare chiaro. Ha avuto il suo momento di popolarità quando ha dichiarato il voto (scontato) dei grillini sulla decadenza di Silvio Berlusconi, esplicitando meglio il concetto in piazza: «Prima o poi gli sputo». Si è anche scusata sul Web per aver stretto la mano a Denis Verdini: «L’ho fatto per educazione ma mi sento uno schifo». In compenso è stata criticata dagli attivisti per aver postato una foto con in mano una stella marina, specie protetta.

Andrea Cecconi
Attuale vice e prossimo capogruppo dei deputati, questo trentenne marchigiano dai modi educati e l’aria da bravo ragazzo è uno dei nomi in ascesa. Pur avendo detto, un anno fa, che «Grillo per noi è molto importante, ma
in Parlamento non comanda un...» non è finito nella black list. Tra gli emergenti anche Alessio Villarosa, che ricopre la carica di presidente del gruppo a Montecitorio con potere legale di firma ed è autore della proposta di legge sul reddito di cittadinanza.

Danilo Toninelli
Quarantenne, eletto in Lombardia e componente della commissione Affari Costituzionali alla Camera, è stato lo sherpa del Movimento sulla legge elettorale. Accanto a Di Maio al tavolo dello streaming con Renzi e la vicesegretaria Pd Debora Serracchiani, a chiedere preferenze e candidati immacolati c’era lui, l’estensore del Democratellum. Con la fine della (breve) fase di collaborazione ha perso quota. Anche perché ora la partita si giocherà a Palazzo Madama. E lui non c’è.

Mattia Fantinati
Ingegnere veronese, molto ferrato sui temi del lavoro e dell’economia ha diversi sponsor all’interno del gruppo. Da Montecitorio, dove fa parte della commissione Attività Produttive, scalda i motori per l’opposizione al jobs act, anche se dietro le quinte.

Vito crimi
Un punto fermo. Ex capogruppo al Senato, non ha mai vacillato nella fedeltà al verbo di Grillo ed è tra i pochissimi ad avere rapporti stretti con la Casaleggio Associati. Mai una parola fuori posto, si è schierato anche nella guerra contro il sindaco di Parma Pizzarotti.