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 2014  settembre 19 Venerdì calendario

IN COREA DEL NORD LA DIPLOMAZIA SI FA COL WRESTLING

I nemici più temuti dal popolo nordcoreano sono gli americani e i giapponesi e vedere colossi yankee e nipponici darsele di santa ragione è stato un godimento inaudito per i 20mila privilegiati nord-coreani stipati nel Ryugyon Jong Ju-Yong Stadium di Pyongyang qualche giorno fa. Le grida entusiastiche degli spettatori e gli squittii di incredulo stupore delle spettatrici in choson-ot (il kimono nord-coreano) decretavano il delirante gradimento dello «storico» evento di pro wrestling. Le botte erano finte come era finta la motivazione dell’evento, ma le tremende schienate, i grugniti di dolore, le manate e le torsioni degli arti erano magnificamente mimati dai pro wrestlers negli incontri a due, a tre, a quattro, e a «tutti contro tutti», arbitri compresi. I lottatori si sono esibiti anche nelle strade, invitando i ragazzi a misurarsi con loro a braccio di ferro, spesso lasciandoli simpaticamente vincere.
Il deus ex machina dell’evento è di per se uno spettacolo: ama farsi chiamare Inoki (solo il nome, come un star del rock), ha 71 anni e porta con vigore i suoi 150 chili ben distribuiti su due metri e passa di altezza. E un «carnera» giapponese che raggiunse il culmine della carriera di pro-wrestler nel ’76 quando incrociò le sue pesanti mani con gli agili guantoni di Muhammad Ali su un ring di Tokyo, in un incontro-farsa catch vs boxing, terminato col previsto verdetto di parità.
Nel 1998 decise di utilizzare la sua grande popolarità per entrare in politica. Rispolverò primo nome sorprendentemente italiano, e con Antonio Inoki fu eletto senatore del Dpj (Partito democratico del Giappone) con una valanga di voti. Da allora si è sempre prodigato a smussare le tensioni tra Giappone e Corea del Nord con abile strategia politico-sportiva.
È sbarcato da una aereo charter all’aeroporto di Pyongyang con 21 lottatori professionisti americani, giapponesi, francesi, brasiliani e cinesi. tra cui Bob Sapp, Jerome Le Banner e Montanha Silva, nomi ben agli appassionati di questa disciplina sportiva (e miliardaria) itinerante che ha origine nelle fiere ambulanti dei secoli scorsi. Ufficialmente, si trattava di pro-wrestling, ma la vera «missione» del muscoloso " senatore era avere contatti ufficiosi con alte autorità del Paese sul problema delle centinaia di cittadini giapponesi rapiti da agenti segreti nordcoreani negli anni ’70 e ’80 del Novecento. Dopo un prolungato lavaggio del cervello i malcapitati venivano addestrati allo spionaggio e infiltrati nei servizi segreti sud-coreani e giapponesi. Poi a qualcuno è stato permesso di tornare ad abbracciare la famiglia, di qualcun altro sono state consegnate le ceneri, di molti non si e saputo più nulla. Tokyo da decenni preme su Pyongyang per conoscere il numero dei supestiti, di cui chiede il rientro, e il destino di quelli morti, i cui resti vorrebbe seppellire in patria. Ma è tutto segreto nel «North» (così viene chiamata la Corea del Nord dai fratelli del sud). Si sa però che a Inoki è stato concesso un colloquio con Kim Yong—Nm, l’86enne presidente del parlamento nordcoreano e, dato il prestigio dell’interlocutore, ci si attende ora qualche sviluppo nella spinosa vicenda. Sarebbe un grande passo avanti per la normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi e una grande vittoria della diplomazia sportiva del gigante buono Inoki.