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 2014  settembre 19 Venerdì calendario

A 11 ANNI VIVE DA SOLA IN SARDEGNA LA MADRE PARTITA A CACCIA DI LAVORO

L’astuccio di Hello Kitty, Giulia l’ha dimenticato davanti alla porta, sopra un sacco nero pieno di roba vecchia. Dentro casa è rimasto soltanto il cane: da giorni abbaia in continuazione e ogni volta che qualcuno sale le scale si agita, convinto che sia arrivata la padroncina. Ma lei per ora non tornerà. L’hanno portata via gli assistenti sociali e l’hanno affidata a un’amica della mamma, perché quella di vivere da sola «era una brutta abitudine, che poteva essere anche molto pericolosa». Alla bambina l’hanno spiegata così, ma nella relazione trasmessa al Tribunale dei minori i toni sono più molto duri: «Era urgente intervenire, non potevamo consentire che una ragazzina di 11 anni vivesse da sola. La mamma in questo momento è lontana dalla Sardegna e non è la prima volta che succede». Riassunta così, questa che arriva da Sestu sembra la storia di una madre che lascia il paese e se ne va in giro abbandonando la figlia. La realtà è un po’ diversa: Giulia è la figlia di una ragazza arrivata dall’Ucraina che per mettere insieme il pranzo con la cena è costretta a viaggiare e a stare lontano da casa per giorni. «Qui lavoro non ce n’è per noi, figuriamoci per una ragazza straniera per di più abbandonata dal compagno – dice un meccanico che abita nella palazzina di fronte –. Lei si è inventata un’occupazione e ora organizza matrimoni per stranieri: se non si sposta non mangia. Cos’altro dovrebbe fare?».
Sestu è un paese di oltre ventimila abitanti: una specie di dormitorio di Cagliari, una comunità cresciuta troppo in fretta e andata subito in crisi. La disoccupazione ha reso tutto più complicato. Antonella, la madre di Giulia, si era innamorata di un ragazzo che è finito nei guai per la droga e così la relazione si è interrotta: lui non si è mai preoccupato della figlia e a tutto ha pensato lei. Ora l’accusano di aver costretto una ragazzina di undici anni a vivere in solitudine, ma la sua è una vicenda che mette a nudo un’altra faccia della crisi economica. «Questo episodio ci dimostra quanto sia grave la situazione nel nostro paese, così come in tutta la Sardegna – dice il sindaco Aldo Pili –. Questa donna è stata costretta a lasciare a casa la figlia per giorni e giorni pur di assicurarle il sostentamento quotidiano».
I compaesani, dunque, l’hanno già assolta, ma il blitz degli assistenti sociali ha fatto scalpore. La segnalazione in Comune l’ha trasmessa la scuola di via Dante. Lunedì scorso Giulia ha iniziato la sua avventura in prima media e in aula è arrivata da sola: puntuale e sorridente, pulitissima e ben vestita, l’unica che non fosse accompagnata da mamma e papà. I professori hanno iniziato a insospettirsi e hanno organizzato la trappola: hanno chiesto alla bambina di far firmare ai genitori una dichiarazione. E lei non è riuscita a mentire: «Io vivo da sola e questo foglio non posso farlo firmare da mamma». Di fronte ai compagni, gli insegnanti hanno fatto finta di non sentire, ma il dirigente scolastico ha deciso che bisognava intervenire urgentemente. Per scoprire la verità non c’è voluto molto. La mamma era in Toscana e Giulia in questi giorni viveva da sola: mangiava a casa delle amiche, ma dormiva insieme al cane. «Ci è sembrato che la signora non si sia resa conto della gravità della situazione – dice l’assessore ai Servizi sociali, Anna Crisponi –. Adesso aspettiamo la decisione del Tribunale dei minori».
I vicini e gli amici lo sapevano da tempo che Antonella era costretta a fare i salti mortali pur di assicurarsi uno stipendio. Simona, inquilina dell’appartamento accanto, al terzo piano di una vecchia palazzina grigia alla periferia del paese, si è occupata spesso di accudire Giulia: «Antonella parte frequentemente e la bambina è sempre venuta a pranzo e a cena da noi. È stata sempre lei a chiederci di andare a dormire nel suo letto perché non voleva stare lontano dal cane».
A casa dei vicini, ogni mattina, Giulia faceva anche la doccia: da febbraio i rubinetti sono a secco, perché l’ente gestore del servizio idrico ha staccato il contatore. Il contratto è a nome dell’ex compagno e Antonella non è riuscita risolvere il pasticcio.
Nicola Pinna, La Stampa 19/9/2014