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 2014  settembre 19 Venerdì calendario

“HO VENDUTO TRE ANNI PRIMA, SONO SERENO” MA L’IMPRENDITORE SI DIMETTE DAL CIRCOLO PD

FIRENZE.
«É tutta la vita che corro, alla fine mi hanno beccato». Ci scherza perfino su Tiziano Renzi, il babbo del premier. Del resto non ne ha fatto mistero. L’avviso di garanzia per bancarotta fraudolenta l’ha ricevuto martedì mattina e la sera l’ha raccontato al circolo dem di Rignano. Il circolo che dà sulla piazza del paese, dal quale tempo fa propose di raddoppiare il bonus di 80 euro concedendo sconti a chi ricicla. Lo stesso circolo di cui Tiziano non è più segretario: «Mi sono subito dimesso e ho nominato un vice. Sarà lui ad arrivare al congresso ».
L’Emilia Romagna e i suoi fantasmi politica-pm sono lontani, in riva d’Arno: «Non ho niente da temere. Ma sono una persona seria», tiene a dire Renzi senior. «La magistratura farà chiarezza», dice il figlio da Roma ai suoi fedelissimi. «Io non ne sapevo niente - insiste -. Mi dispiace dal punto di vista umano. È chiaro che si sta aprendo un piccolo dramma familiare. Mio padre mi ripete di non aver fatto nulla ma questa è una vicenda che riguarda solo lui. Ne uscirà fuori, ma è una cosa che deve gestire lui». I tempi scelti per l’inchiesta? «Non mi interessano. I magistrati facciano il loro dovere».
Tra i renziani si fa tuttavia strada l’idea che l’indagine di Genova abbia a che fare col braccio di ferro in corso sulla riforma della giustizia. Ma il premier silenzia i suoi: non c’è nessun complotto, nessuna giustizia ad orologeria, la giustizia farà il suo corso e l’inchiesta si risolverà in un nulla di fatto.
Certo, quell’ipotesi di bancarotta fraudolenta non suona bene. «Ma quella società l’ho venduta molto prima del fallimento », dice il babbo Tiziano. «Tre anni e due mesi prima», raccontava anche martedì al circolo. Come si può imputare il fallimento di una società a chi l’ha ceduta tre anni prima? «Alla veneranda età di 63 anni e dopo 45 anni di attività professionale ricevo per la prima volta nella mia vita un avviso di garanzia. I fatti si riferiscono al fallimento nel novembre 2013 di una azienda che io ho venduto nell’ottobre 2010», afferma. Della serie, che c’entro io? «Sono certo che le indagini faranno chiarezza ed esprimo il mio rispetto non formale per la magistratura inquirente ma nel dubbio, per evitare facili strumentalizzazioni, ho rassegnato le dimissioni da segretario del circolo Pd», aggiunge risoluto. E poi, di nuovo in battuta: «Sono così preoccupato che non ho neppure l’avvocato».
Ma chi lo conosce lo sa, non è tipo da scoraggiarsi facilmente babbo Tiziano. A Rignano ancora si ricordano i suoi epici scontri politici con il sindaco e con i dirigenti comunisti. Era un consigliere comunale della Dc allora e quando lo scontro passava la soglia Tiziano imponeva alla moglie Laura e ai figli di non andare a far spesa alla Coop per una settimana. Babbo Renzi d’altra parte è fatto così, non è uno che molla l’osso. Come sa bene l’ultimo sindaco Ds di Rignano, finito nei guai giudiziari anche per le sue denunce. Del resto la prima intervista di Matteo, quando nel 2001 si affacciò alla politica come segretario Margherita, portava come titolo “Basta con lo strapotere rosso”.
Per quasi tutta la vita Tiziano ha fatto l’imprenditore. Ma lo è diventato: era un insegnante, proprio come la moglie Laura. Si dimise di botto, una scelta coraggiosa allora. Una scelta di cui Tiziano non si è mai pentito. E proprio nell’azienda di famiglia il futuro premier ha mosso i primi passi, organizzando gli strilloni per la vendita dei giornali. E diventandone lui stesso dirigente, poco prima di essere eletto nel 2004 presidente della Provincia.
Massimo Vanni, la Repubblica 19/9/2014