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 2014  settembre 19 Venerdì calendario

L’ASSE PD-FI: NON MOLLIAMO MA SI CERCA GIÀ UN PIANO B


IL RETROSCENA
ROMA Cambiare cavalli? Ma no, ma figuriamoci, non sia mai detto.... Però, se martedì sarà un martedì nero, se i 20-30 franchi tiratori che hanno impallinato finora la coppia bipartisan Violante-Bruno faranno ancora fuoco, la coppia di candidati andrà cambiata, perchè «ogni limite ha una pazienza» (come dice quel genio di Totò). Ma il cambio in corsa sarà doloroso e probabilmente sanguinoso, dunque ci si muove con cautela. Per ora, ma quattro giorni da qui a martedì non sono pochi, da Renzi arrivano rassicurazioni. «Noi non ci stanchiamo - dice ai suoi il premier - e si stancheranno, prima di noi, i franchi tiratori che credono di abbattere Violante e Bruno». Renzi sa che si sta giocando tutto. Sa che mostrare debolezza in questa partita, fino al ritiro dei candidati prescelti, potrà pregiudicare la sua forza nelle successive partite parlamentari, come quella sulla legge elettorale. Dunque, sfidato, Matteo lancia la contro-sfida: si va avanti con il tandem che c’è. E che si rafforzerà se la trattativa di Berlusconi con i leghisti Calderoli e Giorgietti, per portare il Carroccio dentro l’accordo in cambio di favori sulla legge elettorale e in altre partite, in questi quattro giorni andrà a buon fine. L’ex Cavaliere non è affatto tranquillo. Vede il problema non in Forza Italia, ma lì dentro il problema esiste e ci sono i campani che sparano all’impazzata, c’è Fitto che ha un certo seguito nei gruppi e non è in buona con Silvio, ci sono pure tanti azzurri che finora dal leader hanno avuto posti e ricchezze e adesso sono invece loro che devono dare soldi a Foza Italia, la cosa li indispettisce e scaricano nella partita della Consulta i propri malumori. Ma Berlusconi, appunto, il problema lo vede altrove e ieri sera così ragionava: «Renzi ha enormi difficoltà nei suoi gruppi parlamentari. Bisogna dargli una mano in tutti i modi». Cercando voti leghisti per la coppia Violante-Bruno. La quale è in una situazione asimmetrica. Violante potrebbe avere un paracadute, mentre Bruno no. Tra due mesi scadono infatti due giudici costituzionali di nomina quirinalizia, uno è il presidente Tesauro, e ieri a Montecitorio nei capannelli da Transatlantico si raccontava della possibilità che Napolitano nomini Violante al posto di uno dei due. Futurologia? Fantapolitica? Nel caos Montecitorio verità e verosimiglianza si mescolano. Mentre è un fatto che ieri mattina la ministra Boschi è salita al Colle, a riprova di come tra Palazzo Chigi e il Quirinale l’ansia di trovare una soluzione all’attuale stallo sia palpabile.
ALTRE IPOTESI
Intorno ai due però, che non vedono o non vogliono vedere o comunque non ci vogliono pensare, le ipotesi di eventuali piani B - cioè l’ingresso di cavalli più freschi - fluttuano e volteggiano negli spazi del Palazzo. Quando Renzi, ieri, ha parlato della ricerca di «una soluzione ad alto livello», radio Montecitorio è impazzita: sta cominciando a pensare a un altro tandem? Quando Debora Serracchini, arcirenziana vicesegretaria del Pd, fa questo ragionamento («Su un eventuale cambio di nomi, saranno il partito e i gruppi parlamentari con il governo a valutare»), c’è subito chi intona il requiem per Violante e Bruno. Ma è presto, in verità. Anche perchè, il primo successore di Violante - si fanno i nomi di Barbera e di Ceccanti - è destinato a finire vittima dei franchi tiratori al contrario: i sostenitori di Violante scaricherebbero sul malcapitato la propria rabbia. Quello che viene dopo invece la spunterà? Se parte prima Ceccanti finisce triturato lui e si salva Barbera o viceversa? L’importante è che qualcuno, prima o poi, porti a casa la pelle.