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 2014  settembre 19 Venerdì calendario

UN SISTEMA PER SEGUIRE IL PERCORSO DELLE ARMI

À la guerre comme a la guerre. Pressata dalla barbara avanzata dell’ls, la comunità internazionale si è finalmente dotata del più grande database per la localizzazione delle armi, che farà luce su consistenza, provenienza e dislocazione dell’arsenale in mano agli islamisti. Si chiama iTrace, è stato ideato dalla Conflict Armament Research, agenzia nata nel 2011 per investigare sul dirottamento di armi e munizioni, ed entrerà in funzione il 27 settembre grazie alle sovvenzioni Ue.
«Già nel 2009, quando ci occupavamo di monitorare le sanzioni per conto dell’Onu, ci siamo accorti che c’erano grandi movimenti di armi in Stati sottoposti all’embargo» spiega il direttore di Car, James Bevan. «Da qui la necessità di un sistema come iTrace».
Così la comunità internazionale si è resaconto che armi fabbricate in Sudan, per esempio, finivano nelle mani di forze ribelli in diversi conflitti, non solo in Darfur ma anche in Costa d’Avorio, Congo e Repubblica Centrafricana. E migliaia di casi sono stati collegati in un modello dinamico che segue la fornitura d’armi su scala regionale e globale.
Nell’estate 2014 esperti del Car sono andati in Siria per lavorare al fianco dell’Unità di Difesa del Popolo (Ypg) e in Iraq, dove hanno collaborato con i peshmerga (Krg). Lì hanno documentato il profilo delle armi sottratte all’ls catalogandone modelli, numeri seriali, marchi di scatola e liste d’imballaggio.
«Quest’analisi ci ha permesso di dimostrare che la forza dell’ls si basa sulle armi requisite in battaglia» dice Bevan. Che vi fossero fucili d’assalto M16 e munizioni donatidagli Stati Uniti al governo iracheno, poi sottratti dall’ls durante le campagne nel Nord dell’Iraq, non deve stupire, ma che siano stati trovati inSiria, spiega Bevan, «evidenzia l’abilità dell’ls nello spostare armi velocemente su lunghe distanze». L’ls usa anche armi rubate alle forze governative siriane, soprattutto munizioni di piccolo calibro prodotte in Siria, e altre strappate ai ribelli, come antirazzi M79 identici a quelli forniti ai ribelli stessi dall’Arabia Saudita.
I dati raccolti sono stati caricati su iTrace e ora, digitando la località o il numero dell’arma, appare la mappa aggiornata degli spostamenti a partire dalla sua fabbricazione. L’importanza globale di iTrace è già evidente. Dice Bevan: «Mostra i problemi nel trasferimento non autorizzato di armi, quando il fornitore vende legalmente uno stock a uno Stato, e quest’ultimo lo dirotta sul mercato nero».
Continua Bevan: «Poiché non c’è Stato che spontaneamente ammetta i traffici illeciti, grazie a iTrace i Paesi produttori diventano più consapevoli, e possono sapere di chi diffidare». Servizio pubblico e di facile utilizzo, con iTrace, conclude Bevan «confidiamo di portare a conoscenza pubblica un mercato di morte fino a oggi segreto».
Eleonora Via