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 2014  settembre 18 Giovedì calendario

L’ETÀ DELL’ORO DELL’E-COMMERCE CINESE

Parte il conto alla rovescia in vista dello sbarco di Alibaba a Wall Street, previsto per domani. Il collocamento del colosso cinese dell’e-commerce si appresta a competere e forse superare il debutto di Facebook. Il libro degli ordini è stato chiuso in due giorni e al massimo della forchetta punta a rastrellare oltre 25 miliardi di dollari. L’attenzione per il gigante fondato nel 1999 da Jack Ma, capace di generare attraverso le sue piattaforme, in particolare Taobao e T-mall transazioni per 248 miliardi di dollari nel 2013, è soprattutto motivata dal forte sviluppo del commercio elettronico nel Paese di Mezzo.
Il trend è sostenuto anche dalla spinta all’urbanizzazione, cardine del processo di riforma messo in campo dalla dirigenza di Pechino, anche con l’obiettivo di generare e incentivare la domanda interna. «Con l’aumento del tasso di urbanizzazione assisteremo anche a un incremento del mercato per le società di e-commerce», ha spiegato Erica Poon Werkun, a capo della divisione consumatori asiatici e internet di Ubs, citata dall’agenzia Xinhua.
Dei 632 milioni di internauti cinesi, almeno 332 fanno acquisti online. Intervenuti a Xiamen, nella provincia meridionale del Fujian, in occasione della Fiera internazionale per gli investimenti e il commercio, numerosi addetti ai lavori parlavano di «età dell’oro» per l’e-commerce cinese. Lo scorso maggio, invece, la stampa cinese dava risalto al calo di presenze per la Fiera di Canton e relativa riduzione degli ordini, motivata tra le altre ragioni proprio dall’emergere delle piattaforme di commercio elettronico. Il successo del settore passa inoltre per la diffusione della telefonia mobile: secondo uno studio di giugno di Tech in Asia, per il 2014 gli acquisti fatti tramite dispositivi mobili dovrebbero superare i 50 miliardi di dollari. Uno studio di Bain & Co. sulle abitudini dei consumatori cinesi metteva in risalto come questo sia un fenomeno particolarmente radicato tra le giovani famiglie urbane dai salari elevati, soprattutto nelle città cosiddette di prima fascia. L’imminente sbarco in borsa di Alibaba ha inoltre portato i principali concorrenti a muoversi di conseguenza.
Nelle scorse settimane è arrivata la notizia dell’alleanza tra Tencent, ideatore della piattaforma di messaggistica WeChat, Baidu, principale motore di ricerca in Cina, e del gigante immobiliare Wanda per la costituzione di una joint venture nell’industria dell’e-commerce da 814 milioni di dollari, Un progetto che fa leva su una rete di 107 centri commerciali di proprietà di Wanda. Proprio ieri il principale concorrente di Alibaba, JD.com ha invece investito 50 milioni di dollari nella start-up Daojia, specializzata nella consegna a domicilio di cibo, un’altro dei consumi cui guarda la nuova classe media cinese. In questo settore all’insegna dell’espansione si muoverà da ottobre CCIG Mall, la piattaforma business to business coordinata da China Class eCommerce, che mira a sostenere le piccole e medie aziende e il made in Italy di alta gamma in un mercato rischioso e difficile, e di cui Class Editori, che pubblica MF-Milano Finanza, è main agent per i prodotti del made in Italy. Il progetto prevede di intermediare 1,2 miliardi di euro nel 2015 e raggiungere 150 miliardi di dollari nel 2020, di cui circa il 15% proveniente dall’Italia. Gode inoltre di partnership di primaria importanza nel Paese, quali Bank of China, China Telecom e Union Pay, principale operatore nazionale nelle carte di credito.
Andrea Pira, MilanoFinanza 18/9/2014