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 2014  settembre 18 Giovedì calendario

RCS ORA È AFFARE FIAT-DELLA VALLE

Rcs Mediagroup appare sempre più un affare tra Fiat (titolare del 16,73% della casa editrice milanese) e Diego Della Valle (7,32%). E in seconda fila scalpita sempre Urbano Cairo (3,7%). Quanto a Mediobanca, come annunciato da tempo dall’ad Albergo Nagel, la merchant non avrà più un ruolo di riferimento negli assetti di Rcs alla luce dello scioglimento del patto di sindacato. E così, come anticipato da MF-Milano Finanza, Mediobanca ieri ha comunicato a Consob, l’ulteriore riduzione della partecipazione: dal 9,93 al 6,2%. Quota che di mese in mese si diluirà ulteriormente fino alla completa uscita di Mediobanca dall’azionariato di Rcs. E mentre Intesa Sanpaolo sta valutando il da farsi sulla propria quota (4,18%), anche la famiglia Pesenti, storico socio del gruppo che edita il Corriere della Sera (Giampiero Pesenti era il leader del patto di sindacato), sta abbandonando: per ora è scesa dal 2,75% all’1,96% ma presto potrebbe azzerare la partecipazione.
Chi invece dimostra di credere nel business editoriale, da due anni al centro di un turnaround portato avanti dal presidente Angelo Provasoli e dall’ad Pietro Scott Jovane, è il fondo Usa Invesco, che dal 5,03% starebbe salendo in maniera importante nel capitale di Rcs approfittando anche delle vendite sul mercato degli azionisti storici. C’è chi dice che Invesco sia vicino all’8 o forse già al 9%. Un investimento che va interpretato nell’ottica della prossima assemblea dei soci della primavera 2015, quando ci saranno da definire il nuovo cda dove il primo socio, oggi Fiat, avrà i due terzi del board, nel caso di vittoria della lista di riferimento. Così i principali soci per ora si stanno studiando per capire chi poter presentare come numero uno tra i candidati papabili alla presidenza. I nomi che circolano sono quelli del giornalista Paolo Mieli, già direttore del Corriere della Sera e presidente di Rcs Libri, e di Luca Garavoglia, proprietario e numero uno del gruppo Campari.
Chi non sembra aver deposto le armi sono invece la Pandette (3,37%) della famiglia Rotelli e il Banco Popolare. Da mesi è in atto un braccio di ferro, finito anche in tribunale, sul pacchetto di 3,87 milioni di titoli Rcs oggetto di un’opzione put che il Banco ha esercitato senza che però Pandette comprasse. Sul piatto ci sono i 113,5 milioni (quota non svalutata) che l’istituto veronese intende incassare dai Rotelli, i quali a loro volta hanno rilanciato offrendo 31,4 milioni. I giudici milanesi si pronunceranno il 2 dicembre ma nel frattempo auspicano una conclusione amichevole della vicenda, trovando un compromesso economico. Ma per ora le parti non sembrano essere intenzionate a fare la pace.
Andrea Montanari, MilanoFinanza 18/9/2014