Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  settembre 18 Giovedì calendario

ALLA MATERNA SOLO UN’ALLIEVA È ITALIANA


Ci è mancato poco, e sarebbe stato un caso da Guinness: una scuola italiana senza italiani. Alla materna statale «Quadrifoglio» di Padova, quartiere Arcella, zona stazione, alta densità di immigrati, le tre classi di bambini dai 3 ai 5 anni sono praticamente composte da stranieri. C’è una sola bambina italiana e se il caso è venuto alla luce lo si deve alla sua mamma, Eleonora Baccaro, che ha scritto una lettera al Mattino di Padova nella quale ha precisato che la sua preoccupazione «non nasce da una base di razzismo o d’intolleranza verso chi viene da lontano», ha affrontato il problema in una dimensione culturale e pedagogica, sostenendo, non a torto: «Con un rapporto così sproporzionato, non si può neanche parlare di integrazione: casomai si dovrebbe parlare di integrazione al contrario, ossia di bambini italiani all’interno del gruppone degli stranieri». Poi ha portato un esempio: «Con così tanti bambini che hanno una diversa base culturale e religioni diverse, come sarà possibile organizzare a Natale recite o altre iniziative ispirate al nostro credo cattolico?».
Un caso limite, si spera. Che comunque fa a pugni con le linee guida diramate nel febbraio scorso dal ministero per l’Istruzione che, in materia di integrazione degli alunni stranieri, recita: «In presenza di fenomeni di concentrazione di studenti con cittadinanza straniera si ritiene proficua un’equilibrata distribuzione delle iscrizioni». Viene inoltre consigliato di «favorire l’eterogeneità delle cittadinanze nelle classi, piuttosto che formare classi omogenee per provenienza territoriale e religiosa». Quanto ad eterogeneità, va riconosciuto, la materna statale «Quadrifoglio» è impeccabile: tra i suoi 66 bambini c’è mezzo globo terrestre (nigeriani, congolesi, rumeni, marocchini, cinesi, albanesi). Il problema, casomai, è «l’equilibrata distribuzione delle iscrizioni». Non è d’accordo la coordinatrice della scuola, Gabriella Balbo: «È da alcuni anni — afferma — che le cose da noi vanno così. Siamo un istituto multietnico e ne andiamo fieri. I bambini non hanno alcun problema d’integrazione». La pensano diversamente dalle parti del sindaco leghista, Massimo Bitonci, a cui si è rivolta la mamma che ha denunciato la vicenda: «È un caso che grida vendetta. Il modello d’integrazione del governo è sbagliato: gli alunni italiani non possono essere penalizzati, occorrono classi ponte». Prima però bisognerebbe dotare scuole multietniche come il Quadrifoglio almeno di mediatori linguistici. Che invece, come denuncia la coordinatrice Balbo, «qui mancano, facciamo tutto da soli». La giunta Bitonci si impegna: «Faremo il possibile, anche se ci vorrebbe ben altro».