Guido Fontanelli, Panorama 18/9/2014, 18 settembre 2014
CHE SUCCEDE SE PUTIN CI TOGLIE IL GAS
I segnali non sono incoraggianti: la Polonia, la Romania, la Slovacchia hanno subito tagli alla fornitura di gas russo. Non sarebbe nulla di grave, dicono gli esperti, se non fosse che queste riduzioni avvengono a ridosso della crisi tra Russia e Ucraina. E gettano ombre di preoccupazione sul prossimo inverno: che accadrebbe se Vladimir Putin, attraverso la Gazprom, bloccasse le forniture di metano a Kiev e ad altri paesi dell’Europa dell’Est? Un’ipotesi tanto realistica da aver spinto l’Unione europea a condurre nelle scorse settimane una serie di stress test sul proprio sistema di approvvigionamento energetico: sono stati ipotizzati alcuni scenari, dal blocco di forniture dalla Russia nel solo mese di febbraio, il più freddo, fino a una paralisi che duri sei mesi. Il risultato per l’Italia appare rassicurante, almeno nel caso di un blocco che duri un mese: anche se nell’ultimo anno il gas che arriva dalla Russia (passando proprio dall’Ucraina) ha coperto circa la metà dei nostri consumi (65 miliardi di metri cubi), le altre infrastrutture sono in grado di rimpiazzarlo con il metano che arriva via tubo dalla Libia, dall’Algeria, dal Nord Europa, e con quello che viene acquistato in altre parti del mondo grazie ai tre rigassificatori (impianti che ricevono il metano allo stato liquido e lo immettono nella rete nazionale allo stato gassoso), che oggi coprono il 10 per cento della domanda. In più c’è la (modesta) produzione nazionale e ci sono gli stoccaggi, che le società del settore accumulano in vista delle stagioni più fredde: quest’anno sono già stati steccati 11,2 miliardi di metri cubi di gas (il massimo è circa 12 miliardi), un volume in grado di coprire il 40 per cento dei consumi invernali. Infine, ci sono le riserve strategiche da 4,6 miliardi di metri cubi.
Però gli operatori del settore non sono tranquilli, anche perché la situazione in Libia può cambiare da un giorno all’altro e potrebbe ridurre il flusso di gas proprio nel momento più delicato. Il comitato emergenza gas presso il ministero dello Sviluppo, del quale fanno parte le aziende che gestiscono rete, rigassificatori e stoccaggi, si è riunito il 25 luglio e ha in agenda un altro incontro nelle prossime settimane per monitorare la situazione. Intanto la Snam sta lavorando per migliorare le connessioni con il Nord Europa e nella Pianura padana. Obiettivo: non farci passare l’inverno al freddo.