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 2014  settembre 11 Giovedì calendario

SENZA TE NON VIVO PIU’

Sembrano storie rare e da contare sulle dita, quelle delle coppie di anziani che, dopo essere stati insieme una vita, muoiono uno dopo l’altro a distanza di pochi mesi: ultimi spicchi di straziante romanticismo in una società in cui fidarsi è l’impossibile, trovarsi un partner meglio non parlarne. Invece secondo uno studio tenutosi presso l’università di Birmingham in Inghilterra, morire per amore, a distanza ravvicinata dal proprio amato, è possibile e dovuto a cause scientifiche.
Non è una novità che il lutto possa avere conseguenze devastanti sulla psicologia di chi resta in vita ma a detta degli scienziati la morte di una persona cara ha effetti anche sul sistema immunitario, soprattutto nelle persone più anziane.
In particolare, negli over 65 il lutto indebolisce il sistema immunitario che protegge il corpo da infezioni letali: dei 30 gruppi di individui studiati (over 65 in lutto e non in lutto, e persone tra i 28 e i 45 anni in lutto e non in lutto) sono stati proprio quelli più in là con gli anni a essere colpiti. Lo studio ha analizzato in particolare un tipo di leucocita (globulo bianco) chiamato granulocita neutrofilo che gioca un ruolo chiave nello scacciare invasioni di batteri e altri agenti infettivi che potrebbero portare a malattie gravi, come la polmonite.
«Il neutrofilo è una cellula molto prolifica che sconfigge rapidamente i batteri tramite fagocitosi», ha spiegato Anna Phillips dell’università di Birmingham. «Quando questo globulo bianco non funziona propriamente si è esposti per esempio alla polmonite, che può essere letale per gli anziani».
Ciò che cambia tra chi sta soffrendo per un lutto non è tanto il numero di neutrofili, che non è più basso, bensì l’abilità del leucocita di combattere i batteri. I danni della sofferenza amorosa sul sistema immunitario sembra siano inoltre legati anche alla perdita di equilibrio tra due ormoni: il cortisolo e il deidroepiandrosterone solfato (Dheas), coinvolti nella gestione dello stress.
Dallo studio è emerso che la proporzione tra i due ormoni rimane la stessa nei giovani, mentre negli anziani alle prese con le difficoltà di un lutto il rapporto si sbilancia in favore del cortisolo. «Avere una disproporzione tra questi due ormoni influisce nel modo in cui il fisico sopporta malattie e infezioni», ha detto Janet Lord, professoressa dell’università di Birmingham.
La morte del partner con cui si è cresciuti fino alla vecchiaia può quindi indebolire il corpo al punto da non renderlo più in grado di combattere. Certo, anche la componente psicologica gioca un ruolo fondamentale: quando muore la persona con cui si è condiviso tutto, dalla passione ai figli, dalle bollette alle rughe, viene naturale tracciare un bilancio. Navigare per un po’ nelle stordite acque di rimpianti e rimorsi, poi prendere tutta la felicità raccolta in una vita, chiudere gli occhi e lasciarsi andare.