Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  settembre 10 Mercoledì calendario

CALTAGIRONE, MEGLIO LE RISSE DI ACEA CHE LA PACE DELLE GENERALI

Il mondo gira al contrario per Francesco Gaetano Caltagirone. I recenti scontri con il sindaco di Roma, Ignazio Marino, su Acea hanno fatto bene ai conti dell’editore e costruttore romano classe 1943. Mentre la luna di miele con il numero uno delle Generali, Mario Greco, negli ultimi mesi, non ha dato grandi frutti. Basta dare uno sguardo ai numeri della prima metà del 2014 della Caltagirone spa, la holding quotata in Borsa, partecipata al 54 per cento dall’ingegnere e al 33 per cento dal fratello Edoardo, che a sua volta controlla altre quattro società di Piazza Affari: la Cementir Holding, la Caltagirone Editore (che tra le altre cose pubblica Il Messaggero), la Vianini Lavori e la Vianini Industria. Ebbene, adeguare al valore di mercato al 30 giugno la partecipazione del 7,9 per cento in Acea ha fatto bene alla Caltagirone spa, che ha registrato a bilancio un beneficio di 37,75 milioni. In realtà, il costruttore romano e famiglia hanno in mano una quota complessiva della multiutility capitolina pari al 16,35 per cento, ma la restante parte è spalmata su finanziarie non quotate in Borsa che perciò non comunicano i dati semestrali. Nonostante le tensioni che nei primi mesi dell’anno hanno contrapposto il Comune di Roma ai soci privati, cioè Caltagirone e i francesi di Gdf, le azioni Acea sono salite dagli 8,29 euro di inizio gennaio ai 10,7 di fine giugno, con annesso beneficio per il bilancio di metà anno della holding. Viceversa, il prezzo delle azioni Generali, nello stesso periodo, è sceso da 17 a 16 euro, con un effetto negativo di 10,36 milioni per la Caltagirone spa. Anche in questo caso, il dato si riferisce soltanto allo 0,61 per cento della compagnia in carico alla holding quotata in Borsa, mentre il restante 1,6 per cento è distribuito su altre finanziarie. Ma l’ingegnere, entrato comunque nella compagnia triestina al prezzo medio di 14,5 euro, guarda con fiducia al futuro. Tanto che ancora ad aprile, mentre litigava su Acea, incensava l’ad Mario Greco, autore, a suo dire, di “una vera svolta”, positiva, a Trieste. Meno male però che nel settore delle banche, l’ingegnere, nel 2012, aveva visto lungo e si era spostato da Monte dei Paschi in Unicredit. L’investimento nell’istituto guidato da Federico Ghizzoni ha comportato nel bilancio della Caltagirone spa (che ha una quota dello 0,25 per cento) una plusvalenza potenziale da 10,7 milioni. Che più che compensa l’effetto negativo delle Generali.