Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  settembre 11 Giovedì calendario

HAMAS PRENDE IN GIRO TUTTI SCAVANO GIÀ I NUOVI TUNNEL


Gerusalemme Che l’operazione “Margine Protettivo” sia stata interrotta prima di raggiungere risultati concreti contro Hamas è ormai un fatto assodato e in Israele è già in corso il toto-guerra sulla data in cui l’organizzazione terroristica ricomincerà a lanciare missili. Basandosi su questi presupposti il servizio andato in onda qualche giorno fa su Al-Jazeera almeno in Israele non ha fatto scalpore. Semmai è ulteriore benzina alle critiche nei confronti del governo israeliano che ha ceduto ancora una volta alle pressioni internazionali. Nelle immagini del servizio si vede il giornalista che viene bendato e poi portato all’interno di un tunnel in costruzione situato presumibilmente nei pressi del confine con Israele. Le descrizioni del tunnel e delle condizioni di lavoro con cui viene realizzato sono precise e il reporter avanza mentre la telecamera spazia nello stretto cunicolo dove si vede l’ampio uso del cemento che doveva essere invece destinato alla costruzione di edifici civili. Il tunnel non è completo è c’è anche il tempo per far vedere i lavori in corso e intervistare il terrorista di Hamas che descrive la scena come se si trattasse di una grande opera di ingegneria, poi, alla fine, la domanda di rito, e cioè l’obbiettivo del tunnel. La risposta, data con tutta l’enfasi possibile è suonata come l’ennesima dichiarazione di guerra: «Questi tunnel saranno pronti per la prossima battaglia». E sì, è proprio questa la notizia vera del servizio, lo scoop: nonostante i bombardamenti, nonostante il cessate il fuoco permanente in corso, Hamas ha ripreso, anzi non ha mai terminato, di scavare i suoi tunnel, attraverso i quali passano le armi e i missili con cui bombardano Israele.
Il servizio finisce poi nei pressi di in un altro tunnel, che è un punto di lancio dei missili anticarro Kornet e con le immancabili immagini che mostrano l’abilità con cui vengono preparate le rampe di lancio e i razzi puntati contro i civili israeliani.
Da questi tunnel poi passa anche il contrabbando, e non ultimo gli aiuti umanitari “rubati”. Il 5 settembre scorso, durante un’intervista alla televisione dell’Anp, il Primo Ministro del governo di unità nazionale palestinese Rami Hamdallah ha dichiarato: «Il governo palestinese ha saputo che molti aiuti umanitari non sono mai giunti a destinazione. Generi di tutti i tipi sono conservati nei magazzini e non sono mai stati distribuiti alla popolazione ma ne hanno beneficiato solo ad alcuni gruppi protetti politicamente. L’entità degli aiuti che arrivano a Gaza da tutto il mondo è enorme e nella Striscia c’è una grande eccedenza di prodotti alimentari. Le medicine inviate sono più del necessario e non distribuite. Io vi dico che ci sono più medicine a Gaza che in tutta la Cisgiordania. Finora chiunque voglia dare una mano e rafforzare Gaza non sa cosa succeda veramente nella Striscia. Ci sono dei ministri di cui abbiamo perso ogni controllo». Che Hamas facesse mercato nero degli aiuti umanitari non è una novità, il “pizzo” terroristico era stato a più riprese denunciato, e sempre inascoltato, dalle autorità israeliane.
Ora però la notizia è stata confermata da un appello pubblico ad Hamas, da parte dei vertici del governo palestinese, che chiede di distribuire il cibo e medicinali fermi nei magazzini alle classi più povere. Ma anche in questo caso però la notizia è passata in sordina in tutto l’occidente. Le cronache di guerra hanno riempito le prime pagine di tutti i giornali, ma quando gli aiuti umanitari per i sopravissuti diventano merce al mercato il silenzio complice e colpevole dell’occidente è assordante.