Guido Santevecchi, Corriere della Sera 11/9/2014, 11 settembre 2014
IL PARTITO E IL DALAI LAMA: DECIDIAMO NOI CHI SI REINCARNA
L’istituzione del Dalai Lama ha fatto il suo tempo». Parola del Dalai Lama, che lo ha detto in un’intervista in Germania. Il leader spirituale buddista invita il suo popolo a non cercare, dopo la sua morte, la Quindicesima reincarnazione dell’autorità religiosa tibetana: l’uomo nato come Tenzin Gyatso nel 1935 è il quattordicesimo Dalai Lama reincarnato in una storia di quasi cinque secoli. «Questa figura era importante soprattutto per il suo potere politico. Ma come si sa io ho rinunciato al potere nel 2011 quando sono andato in pensione», ha concluso. Già in passato il Premio Nobel aveva annunciato che non sarebbe rinato in Cina se il Tibet, provincia cinese dal 1950, non fosse stato libero e che nessuno avrebbe avuto «il diritto di scegliere il suo successore per fini politici».
Pechino, che proclama la libertà di fede e culto ma vieta ai membri del partito comunista di credere nella religione e impone loro di essere atei, non ha preso bene la dichiarazione. «Nella storia la reincarnazione del Dalai Lama non è mai stata una questione puramente religiosa; tanto meno una questione personale. Il buddismo tibetano non appartiene al Dalai e la tradizione ereditata per cinque secoli non può essere annullata dalla sua parola. Le questioni sul Tibet in ambito internazionale hanno una importanza sempre minore e il Dalai Lama viene emarginato; invecchia e si preoccupa per il suo governo in esilio, per questo cerca pubblicità con il discorso sulla fine della reincarnazione», ha scritto la stampa statale. La portavoce del ministero degli Esteri ha aggiunto che «il governo centrale rispetta e protegge le regole centenarie di reincarnazione dei Buddha viventi e il titolo di Dalai Lama è attribuito da Pechino». Vietato rinunciare alla reincarnazione dunque.
Un nuovo motivo di conflitto tra il capo tibetano in esilio nel 1959 e la Repubblica popolare cinese. Quasi a sdrammatizzare, a diluire la polemica, però, il Dalai Lama ha ricordato: «Resto al mio posto, ho 79 anni, i medici dicono che arriverò a cent’anni e i miei sogni predicono i 113».